Scopo del lavoro. L’emangiosarcoma (HSA) che origina da sottocute, muscoli o visceri ha, nel cane, comportamento biologico aggressivo, caratterizzato da invasività locale ed elevato potenziale metastatico.1 Comunemente i cani sono sottoposti a chirurgia e chemioterapia adiuvante con protocolli a base di doxorubicina.2-4 La prognosi è da considerarsi infausta, con tempi di sopravvivenza di 6-8 mesi.1-4 Scopo di questo lavoro era confrontare il protocollo storico doxorubicina-ciclofosfamide [D-C] con un nuovo regime a base di doxorubicina-dacarbazina [D-DTIC] (più dose-intenso, come dimostrato da intensità di dose per sommazione [SDI]), valutandone tossicità, vantaggi in tempo a metastatizzazione (TTM) e sopravvivenza. Materiali e metodi. Sono state riviste le cartelle cliniche di cani con HSA confermato istologicamente, completamente stadiati e sottoposti ad asportazione chirurgica e chemioterapia adiuvante. Si estrapolavano i seguenti dati: caratteristiche di tumore, tipo di trattamento, tossicità, TTM e sopravvivenza. I cani erano inclusi in 2 gruppi: nel gruppo 1 cani trattati con D-C, nel gruppo 2 cani trattati con D-DTIC. Cani con HSA dermico erano esclusi. Tutti i cani erano sottoposti a restaging dopo 2 cicli di chemioterapia e al termine della stessa. La tossicità era determinata secondo le linee guida VCOG.5 Per entrambi i gruppi si valutavano TTM e sopravvivenza, utilizzando l’analisi Kaplan-Meier seguita dal test logrank. Risultati. Si includevano 16 cani: 9 trattati con D-C e 7 con D-DTIC. Nel gruppo 1, erano inclusi 7 HSA splenici, 1 renale e 1 sottocutaneo, tutti in stadio II secondo WHO. In tutti i casi, la rimozione chirurgica risultava radicale. D-C era somministrata 7-10 giorni dopo chirurgia. SDI mediana ricevuta corrispondeva a SDI attesa. Due cani sviluppavano tossicità midollare (grado 1 e 3) e 4 cani tossicità gastroenterica (grado 1-3). Nel gruppo 2 erano inclusi 4 HSA splenici, 1 renale, 1 mesenteriale ed 1 sottocutaneo. Quattro cani erano in stadio II e 3 in stadio III secondo WHO. Istologicamente, 2 cani mostravano margini chirurgici radicali e 5 margini incompleti. D-DTIC era somministrata 7-10 giorni dopo chirurgia. SDI mediana ricevuta corrispondeva a SDI attesa. Cinque cani sviluppavano tossicità midollare (grado 2-4), 2 cani sviluppavano tossicità gastroenterica (grado 1 e 2). Otto di 9 cani inclusi nel gruppo 1 sviluppavano metastasi dopo un periodo mediano di 90 giorni. Quattro di 7 cani inclusi nel gruppo 2 sviluppavano metastasi dopo un periodo mediano di 365 giorni. TTM tendeva ad essere maggiore nel gruppo D-DTIC (p= 0.094). Tutti i cani del gruppo 1 erano morti alla fine del lavoro, 7 dei quali per cause correlate a HSA, con sopravvivenza mediana di 90 giorni. Quattro dei 7 cani del gruppo 2 erano morti alla fine dello studio per cause correlate a HSA, con sopravvivenza mediana di 480 giorni. Tre cani erano vivi dopo 450, 465 e 585 giorni. Si osservava un trend verso sopravvivenza più lunga in cani trattati con D-DTIC (p= 0.066). Conclusioni. Seppur non statisticamente significativa, la combinazione D-DTIC in una serie retrospettiva di cani con HSA biologicamente aggressivo mostrava un trend verso TTM e sopravvivenza più lunghi rispetto a cani trattati con D-C, nonostante i cani nel gruppo D-DTIC avessero margini sporchi (5 su 7) e metastasi alla diagnosi (3 su 7). Nonostante ciclofosfamide e dacarbazina siano entrambe agenti alchilanti, il secondo farmaco presenta un meccanismo d’azione differente. Infatti, mentre ciclofosfamide inibisce principalmente la sintesi di DNA e solo in misura minore quella di RNA e proteine, dacarbazina inibisce tutte e 3 le sintesi in ugual misura.6 Inoltre, dacarbazina mostra intensità di dose frazionata maggiore rispetto a ciclofosfamide, risultando complessivamente in SDI maggiore se combinata a doxorubicina.6 Anche se associata a tossicità maggiore, la combinazione D-DTIC era generalmente ben tollerata, e non richiedeva alcuna riduzione di dose ai cicli successivi. Seppur preliminari, tali risultati sono incoraggianti e devono essere esplorati in futuri studi prospettici.

Confronto tra due diversi protocolli a base di doxorubicina per il trattamento adiuvante dell'emangiosarcoma a sede biologicamente maligna nel cane / L. Beatrice, R. Finotello, D. Stefanello, E. Zini, G. Bettini, A. Poli, V. Marchetti, L. Marconato. ((Intervento presentato al 69. convegno Congresso internazionale multisala SCIVAC tenutosi a Rimini nel 2011.

Confronto tra due diversi protocolli a base di doxorubicina per il trattamento adiuvante dell'emangiosarcoma a sede biologicamente maligna nel cane

D. Stefanello;
2011

Abstract

Scopo del lavoro. L’emangiosarcoma (HSA) che origina da sottocute, muscoli o visceri ha, nel cane, comportamento biologico aggressivo, caratterizzato da invasività locale ed elevato potenziale metastatico.1 Comunemente i cani sono sottoposti a chirurgia e chemioterapia adiuvante con protocolli a base di doxorubicina.2-4 La prognosi è da considerarsi infausta, con tempi di sopravvivenza di 6-8 mesi.1-4 Scopo di questo lavoro era confrontare il protocollo storico doxorubicina-ciclofosfamide [D-C] con un nuovo regime a base di doxorubicina-dacarbazina [D-DTIC] (più dose-intenso, come dimostrato da intensità di dose per sommazione [SDI]), valutandone tossicità, vantaggi in tempo a metastatizzazione (TTM) e sopravvivenza. Materiali e metodi. Sono state riviste le cartelle cliniche di cani con HSA confermato istologicamente, completamente stadiati e sottoposti ad asportazione chirurgica e chemioterapia adiuvante. Si estrapolavano i seguenti dati: caratteristiche di tumore, tipo di trattamento, tossicità, TTM e sopravvivenza. I cani erano inclusi in 2 gruppi: nel gruppo 1 cani trattati con D-C, nel gruppo 2 cani trattati con D-DTIC. Cani con HSA dermico erano esclusi. Tutti i cani erano sottoposti a restaging dopo 2 cicli di chemioterapia e al termine della stessa. La tossicità era determinata secondo le linee guida VCOG.5 Per entrambi i gruppi si valutavano TTM e sopravvivenza, utilizzando l’analisi Kaplan-Meier seguita dal test logrank. Risultati. Si includevano 16 cani: 9 trattati con D-C e 7 con D-DTIC. Nel gruppo 1, erano inclusi 7 HSA splenici, 1 renale e 1 sottocutaneo, tutti in stadio II secondo WHO. In tutti i casi, la rimozione chirurgica risultava radicale. D-C era somministrata 7-10 giorni dopo chirurgia. SDI mediana ricevuta corrispondeva a SDI attesa. Due cani sviluppavano tossicità midollare (grado 1 e 3) e 4 cani tossicità gastroenterica (grado 1-3). Nel gruppo 2 erano inclusi 4 HSA splenici, 1 renale, 1 mesenteriale ed 1 sottocutaneo. Quattro cani erano in stadio II e 3 in stadio III secondo WHO. Istologicamente, 2 cani mostravano margini chirurgici radicali e 5 margini incompleti. D-DTIC era somministrata 7-10 giorni dopo chirurgia. SDI mediana ricevuta corrispondeva a SDI attesa. Cinque cani sviluppavano tossicità midollare (grado 2-4), 2 cani sviluppavano tossicità gastroenterica (grado 1 e 2). Otto di 9 cani inclusi nel gruppo 1 sviluppavano metastasi dopo un periodo mediano di 90 giorni. Quattro di 7 cani inclusi nel gruppo 2 sviluppavano metastasi dopo un periodo mediano di 365 giorni. TTM tendeva ad essere maggiore nel gruppo D-DTIC (p= 0.094). Tutti i cani del gruppo 1 erano morti alla fine del lavoro, 7 dei quali per cause correlate a HSA, con sopravvivenza mediana di 90 giorni. Quattro dei 7 cani del gruppo 2 erano morti alla fine dello studio per cause correlate a HSA, con sopravvivenza mediana di 480 giorni. Tre cani erano vivi dopo 450, 465 e 585 giorni. Si osservava un trend verso sopravvivenza più lunga in cani trattati con D-DTIC (p= 0.066). Conclusioni. Seppur non statisticamente significativa, la combinazione D-DTIC in una serie retrospettiva di cani con HSA biologicamente aggressivo mostrava un trend verso TTM e sopravvivenza più lunghi rispetto a cani trattati con D-C, nonostante i cani nel gruppo D-DTIC avessero margini sporchi (5 su 7) e metastasi alla diagnosi (3 su 7). Nonostante ciclofosfamide e dacarbazina siano entrambe agenti alchilanti, il secondo farmaco presenta un meccanismo d’azione differente. Infatti, mentre ciclofosfamide inibisce principalmente la sintesi di DNA e solo in misura minore quella di RNA e proteine, dacarbazina inibisce tutte e 3 le sintesi in ugual misura.6 Inoltre, dacarbazina mostra intensità di dose frazionata maggiore rispetto a ciclofosfamide, risultando complessivamente in SDI maggiore se combinata a doxorubicina.6 Anche se associata a tossicità maggiore, la combinazione D-DTIC era generalmente ben tollerata, e non richiedeva alcuna riduzione di dose ai cicli successivi. Seppur preliminari, tali risultati sono incoraggianti e devono essere esplorati in futuri studi prospettici.
giu-2011
Cane ; emangiosarcoma viscerale ; Chemioterapia
Settore VET/09 - Clinica Chirurgica Veterinaria
Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia
SCIVAC
http://cms.scivac.it/PDF/SCIVAC/Proceedings/69.pdf
Confronto tra due diversi protocolli a base di doxorubicina per il trattamento adiuvante dell'emangiosarcoma a sede biologicamente maligna nel cane / L. Beatrice, R. Finotello, D. Stefanello, E. Zini, G. Bettini, A. Poli, V. Marchetti, L. Marconato. ((Intervento presentato al 69. convegno Congresso internazionale multisala SCIVAC tenutosi a Rimini nel 2011.
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