L’articolo affronta il delicato rapporto le Chiese confessionali e Governo americano relativo ai limiti sulla applicabilità di norme federali sulla discriminazione nei luoghi di lavoro. Tale problematica si inserisce all’interno del più ampio problema del riconoscimento della libertà religiosa nei sistemi democratici pluralisti, e del significato del principio di separazione tra ordini che costituisce uno dei caposaldi del costituzionalismo moderno e contemporaneo. L’articolo prende le mosse dalla sentenza Hosanna Tabor Evangelical Lutheran Church and School v. EEOC, in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto la legittimità della c.d. ministerial exception, ovvero di una teoria giurisprudenziale nata in America per bilanciare la libertà organizzativa delle confessioni religiose sancita dal Primo emendamento del Bill of Rights e i diritti dei lavoratori impiegati in tali strutture. In una lunga ed articolata opinione redatta dal Chief Justice Roberts, la Corte suprema ha fornito un’interessante interpretazione delle religious clauses della Costituzione che garantiscono la separazione tra lo Stato federale americano e le numerose confessioni religiose in esso presenti. In prospettiva comparata, il caso Hosanna Tabor costituisce un interessante termine di paragone per il giurista continentale impegnato nel difficile bilanciamento tra l’autonomia e l’indipendenza organizzativa assicurata alle organizzazioni religiose di tendenza e i diritti individuali garantiti ai loro dipendenti.
Discriminazione sul luogo di lavoro e autonomia delle organizzazioni religiose in USA : il caso Hosanna Tabor Evangelical Lutheran Church and School V. EEOC / L.P. Vanoni. - In: RIVISTA AIC. - ISSN 2039-8298. - 2012:2(2012), pp. 1-10.
Discriminazione sul luogo di lavoro e autonomia delle organizzazioni religiose in USA : il caso Hosanna Tabor Evangelical Lutheran Church and School V. EEOC
L.P. VanoniPrimo
2012
Abstract
L’articolo affronta il delicato rapporto le Chiese confessionali e Governo americano relativo ai limiti sulla applicabilità di norme federali sulla discriminazione nei luoghi di lavoro. Tale problematica si inserisce all’interno del più ampio problema del riconoscimento della libertà religiosa nei sistemi democratici pluralisti, e del significato del principio di separazione tra ordini che costituisce uno dei caposaldi del costituzionalismo moderno e contemporaneo. L’articolo prende le mosse dalla sentenza Hosanna Tabor Evangelical Lutheran Church and School v. EEOC, in cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto la legittimità della c.d. ministerial exception, ovvero di una teoria giurisprudenziale nata in America per bilanciare la libertà organizzativa delle confessioni religiose sancita dal Primo emendamento del Bill of Rights e i diritti dei lavoratori impiegati in tali strutture. In una lunga ed articolata opinione redatta dal Chief Justice Roberts, la Corte suprema ha fornito un’interessante interpretazione delle religious clauses della Costituzione che garantiscono la separazione tra lo Stato federale americano e le numerose confessioni religiose in esso presenti. In prospettiva comparata, il caso Hosanna Tabor costituisce un interessante termine di paragone per il giurista continentale impegnato nel difficile bilanciamento tra l’autonomia e l’indipendenza organizzativa assicurata alle organizzazioni religiose di tendenza e i diritti individuali garantiti ai loro dipendenti.File | Dimensione | Formato | |
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