Le amministrazioni locali si trovano oggi, in Italia come in Francia, schiacciate fra due opposte tendenze. Da una parte stanno le ripetute riforme ed appelli in direzione di sussidiarietà verticale, decentramento e devoluzione di poteri, dall’altra nuove procedure semplificate, fortemente centralizzate e top-down, nell’ambito di settori di policy che peraltro toccano direttamente i territori amministrati dai comuni, vale a dire quelli delle politiche infrastrutturali considerate strategiche a livello nazionale ed europeo. Il campo delle grandi opere, d’altra parte, investe di per sé un territorio vasto, di scala sovra-locale e talvolta sovra-nazionale. È il caso della linea ad alta velocità Torino-Lione, che si è scelto di analizzare, facendo riferimento qualitativo e quantitativo ai testi delle delibere degli organismi sotto esame, per sviscerare le strategie utilizzate nei due paesi dai comuni per arrivare a contare maggiormente, nell’ambito del policy-making che vede il proprio territorio come destinatario spesso recalcitrante. In entrambi i casi si assiste al rimescolamento di livelli sovra-comunali sanciti dalla legge, creazione di veri e propri livelli istituzionali o in via di istituzionalizzazione, ed aggregazioni spontanee ed informali che finiscono per fungere da interlocutori di fatto nei confronti di governo centrale, promotori pubblici e privati, abitanti, e vari soggetti della protesta. In Italia un processo decisionale ritenuto autoritario, ufficializzato poi dalla c.d. Legge Obiettivo del 2001, ha spinto i comuni della bassa Valle Susa, contrari alla linea sia nella persona del sindaco che dell’intero Consiglio Comunale, ad agire di concerto nella richiesta di revisione del policy-making. Assumono così grande importanza gli organi istituzionali delle Comunità Montane, fra le quali assume un ruolo di coordinamento quella della bassa Val Susa. La necessità di raccordo con il movimento e l’allargarsi ad altri ambiti territoriali rendono tuttavia necessaria una struttura organizzativa e una ridefinizione dei confini più flessibili di quelle di un soggetto istituzionale. Nasce così la Conferenza dei Sindaci, denominazione il cui unico riferimento normativo si ha nell’ambito delle politiche sanitarie, mentre qui identifica un’arena informale e spontanea quale coordinamento dei soli sindaci in-teressati dall’opera e ad essa contrari, su di un’area che trascende i confini delle singole Comunità Montane che già svolgevano azione di coordinamento. La cosa crea problemi nel momento in cui, ponendosi come interlocutore nell’ambito delle arene concesse, crea scontenti fra gli amministratori che non si sentono rappresentati dalla Comunità Montana Bassa Val Susa, che mantiene un ruolo preminente anche nel nuovo organismo. In Francia il riferimento principale è alla figura istituzionale del Syndicat mixte, struttura creata allo scopo di permettere ai comuni di associarsi fra loro o con altre istituzioni pubbliche (Dipartimenti o Communautés d’agglomération, a loro volta enti di cooperazione intercomunale). Questi svolgono una funzione di intercessione nei confronti di governo centrale e promotori affinché le istanze della constituency elettorale di riferimento siano tenute in conto nella progettazione. In particolar modo laddove riuniti in ordine ad uno SCOT (Schémas de Cohérence Territoriale, piano urbanistico intercomunale) come quello particolarmente attivo del Nord-Isère, per modifi-care la regolazione urbanistica d’area vasta in vista dell’accoglimento dell’infrastruttura. Ciò non esclude che un gruppo di comuni si riunisca informalmente, quasi come gruppo di pressione, in un “collectif des élus des communes de…”, come avviene in Savoia. La comparazione rispetto al caso specifico permette di svelare i meccanismi concreti di nuova cooperazione sovra-comunale nei due paesi, verificando inoltre dove prevalgano arene già in uso piuttosto che l’esplorazione di nuovi modelli informali di governance.

L’azione sovra-comunale fra istituzionalizzazione ed informalità : una comparazione tra Italia e Francia nell’ambito di politiche infrastrutturali contestate / V. Lastrico. ((Intervento presentato al 25. convegno Convegno SISP tenutosi a Palermo nel 2011.

L’azione sovra-comunale fra istituzionalizzazione ed informalità : una comparazione tra Italia e Francia nell’ambito di politiche infrastrutturali contestate

V. Lastrico
Primo
2011

Abstract

Le amministrazioni locali si trovano oggi, in Italia come in Francia, schiacciate fra due opposte tendenze. Da una parte stanno le ripetute riforme ed appelli in direzione di sussidiarietà verticale, decentramento e devoluzione di poteri, dall’altra nuove procedure semplificate, fortemente centralizzate e top-down, nell’ambito di settori di policy che peraltro toccano direttamente i territori amministrati dai comuni, vale a dire quelli delle politiche infrastrutturali considerate strategiche a livello nazionale ed europeo. Il campo delle grandi opere, d’altra parte, investe di per sé un territorio vasto, di scala sovra-locale e talvolta sovra-nazionale. È il caso della linea ad alta velocità Torino-Lione, che si è scelto di analizzare, facendo riferimento qualitativo e quantitativo ai testi delle delibere degli organismi sotto esame, per sviscerare le strategie utilizzate nei due paesi dai comuni per arrivare a contare maggiormente, nell’ambito del policy-making che vede il proprio territorio come destinatario spesso recalcitrante. In entrambi i casi si assiste al rimescolamento di livelli sovra-comunali sanciti dalla legge, creazione di veri e propri livelli istituzionali o in via di istituzionalizzazione, ed aggregazioni spontanee ed informali che finiscono per fungere da interlocutori di fatto nei confronti di governo centrale, promotori pubblici e privati, abitanti, e vari soggetti della protesta. In Italia un processo decisionale ritenuto autoritario, ufficializzato poi dalla c.d. Legge Obiettivo del 2001, ha spinto i comuni della bassa Valle Susa, contrari alla linea sia nella persona del sindaco che dell’intero Consiglio Comunale, ad agire di concerto nella richiesta di revisione del policy-making. Assumono così grande importanza gli organi istituzionali delle Comunità Montane, fra le quali assume un ruolo di coordinamento quella della bassa Val Susa. La necessità di raccordo con il movimento e l’allargarsi ad altri ambiti territoriali rendono tuttavia necessaria una struttura organizzativa e una ridefinizione dei confini più flessibili di quelle di un soggetto istituzionale. Nasce così la Conferenza dei Sindaci, denominazione il cui unico riferimento normativo si ha nell’ambito delle politiche sanitarie, mentre qui identifica un’arena informale e spontanea quale coordinamento dei soli sindaci in-teressati dall’opera e ad essa contrari, su di un’area che trascende i confini delle singole Comunità Montane che già svolgevano azione di coordinamento. La cosa crea problemi nel momento in cui, ponendosi come interlocutore nell’ambito delle arene concesse, crea scontenti fra gli amministratori che non si sentono rappresentati dalla Comunità Montana Bassa Val Susa, che mantiene un ruolo preminente anche nel nuovo organismo. In Francia il riferimento principale è alla figura istituzionale del Syndicat mixte, struttura creata allo scopo di permettere ai comuni di associarsi fra loro o con altre istituzioni pubbliche (Dipartimenti o Communautés d’agglomération, a loro volta enti di cooperazione intercomunale). Questi svolgono una funzione di intercessione nei confronti di governo centrale e promotori affinché le istanze della constituency elettorale di riferimento siano tenute in conto nella progettazione. In particolar modo laddove riuniti in ordine ad uno SCOT (Schémas de Cohérence Territoriale, piano urbanistico intercomunale) come quello particolarmente attivo del Nord-Isère, per modifi-care la regolazione urbanistica d’area vasta in vista dell’accoglimento dell’infrastruttura. Ciò non esclude che un gruppo di comuni si riunisca informalmente, quasi come gruppo di pressione, in un “collectif des élus des communes de…”, come avviene in Savoia. La comparazione rispetto al caso specifico permette di svelare i meccanismi concreti di nuova cooperazione sovra-comunale nei due paesi, verificando inoltre dove prevalgano arene già in uso piuttosto che l’esplorazione di nuovi modelli informali di governance.
2011
Tav ; Alta Velocità ; Torino-Lione ; cooperazione sovra-comunale ; Comunità montane ; Conferenza dei sindaci ; Francia ; amministrazione locale ; governo locale ; politiche infrastrutturali ; Legge obiettivo ; conflitto istituzionale ; azione sovra-comunale ; politiche del territorio
Settore SPS/04 - Scienza Politica
Settore SPS/11 - Sociologia dei Fenomeni Politici
Settore SPS/10 - Sociologia dell'Ambiente e del Territorio
Settore SPS/12 - Sociologia Giuridica, della Devianza e Mutamento Sociale
Società Italiana di Scienza Politica
L’azione sovra-comunale fra istituzionalizzazione ed informalità : una comparazione tra Italia e Francia nell’ambito di politiche infrastrutturali contestate / V. Lastrico. ((Intervento presentato al 25. convegno Convegno SISP tenutosi a Palermo nel 2011.
Conference Object
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/172235
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact