Le Memorie di un artista drammatico, che Colomberti scrive alla fine della sua carriera di attore, tra il 1870 e il 1874, ma non alla fine della sua vita (vivrà ancora 20 anni fino al 1892), sono un’opera imponente, composta da oltre 700 carte fittamente manoscritte che Alberto Bentoglio trascrive con cura e perizia filologica dal manoscritto originale (e non dalla copia apografa conservata presso la Biblioteca del Burcardo, erroneamente utilizzata come testimone unico da alcuni studiosi precedenti). Dotata di un interesse che non esito a definire straordinario per gli studi teatrali, l’opera rappresenta sostanzialmente un resoconto storico delle nostre scene ottocentesche, ritratte dal particolare osservatorio di Antonio Colomberti che sul palcoscenico e per il palcoscenico spende tutta la sua lunga vita. Non solo attore, ma anche capocomico e direttore di compagnia, egli è, dunque, attento, oltre che alle questioni artistiche, anche all’aspetto organizzativo e gestionale del teatro dei tempi suoi (ciò che Gigi Livio sinteticamente definisce “il mercato del teatro”): le dispute sulle paghe degli attori, le fasi e i tempi della trattativa contrattuale, le caratteristiche delle scritture e la loro spesso controversa applicazione, le norme più volte ripetute (e i segreti) per un’efficace conduzione di compagnia. Nelle Memorie di Antonio Colomberti il mondo del teatro ottocentesco è ritratto “in diretta”: dalle questioni di carattere organizzativo e impresariale, sopra menzionate, alle norme e alle dispute sulla recitazione (la declamazione alfieriana, la scuola francese), dalle scuole d’arte drammatica ai drammaturghi famosi (Alexandre Dumas padre, per esempio) nei loro incontri personali con l’autore, dalle questioni politiche ai rapporti con il potere costituito che bene emergono dal costante riferimento alla censura e alla sua differente applicazione nei singoli stati della penisola. E ancora i rapporti conflittuali di capocomici e direttori con i critici - che già da allora erano spesso accusati di essere al servizio degli attori più generosi - e con gli agenti teatrali - “mignatte moderne” come li definisce Colomberti. Accanto al teatro drammatico, che di Colomberti è il campo professionale, non di rado si fa protagonista delle Memorie anche quello musicale attraverso la narrazione di episodi e la proposta di osservazioni critiche di non poco interesse (basti pensare alle prime recite di Donizetti a Roma).

Memorie di un artista drammaticoEdizione critica a cura di] A. Bentoglio. - Roma : Bulzoni, 2004. - ISBN 888319926X.

Memorie di un artista drammatico

A. Bentoglio
Primo
2004

Abstract

Le Memorie di un artista drammatico, che Colomberti scrive alla fine della sua carriera di attore, tra il 1870 e il 1874, ma non alla fine della sua vita (vivrà ancora 20 anni fino al 1892), sono un’opera imponente, composta da oltre 700 carte fittamente manoscritte che Alberto Bentoglio trascrive con cura e perizia filologica dal manoscritto originale (e non dalla copia apografa conservata presso la Biblioteca del Burcardo, erroneamente utilizzata come testimone unico da alcuni studiosi precedenti). Dotata di un interesse che non esito a definire straordinario per gli studi teatrali, l’opera rappresenta sostanzialmente un resoconto storico delle nostre scene ottocentesche, ritratte dal particolare osservatorio di Antonio Colomberti che sul palcoscenico e per il palcoscenico spende tutta la sua lunga vita. Non solo attore, ma anche capocomico e direttore di compagnia, egli è, dunque, attento, oltre che alle questioni artistiche, anche all’aspetto organizzativo e gestionale del teatro dei tempi suoi (ciò che Gigi Livio sinteticamente definisce “il mercato del teatro”): le dispute sulle paghe degli attori, le fasi e i tempi della trattativa contrattuale, le caratteristiche delle scritture e la loro spesso controversa applicazione, le norme più volte ripetute (e i segreti) per un’efficace conduzione di compagnia. Nelle Memorie di Antonio Colomberti il mondo del teatro ottocentesco è ritratto “in diretta”: dalle questioni di carattere organizzativo e impresariale, sopra menzionate, alle norme e alle dispute sulla recitazione (la declamazione alfieriana, la scuola francese), dalle scuole d’arte drammatica ai drammaturghi famosi (Alexandre Dumas padre, per esempio) nei loro incontri personali con l’autore, dalle questioni politiche ai rapporti con il potere costituito che bene emergono dal costante riferimento alla censura e alla sua differente applicazione nei singoli stati della penisola. E ancora i rapporti conflittuali di capocomici e direttori con i critici - che già da allora erano spesso accusati di essere al servizio degli attori più generosi - e con gli agenti teatrali - “mignatte moderne” come li definisce Colomberti. Accanto al teatro drammatico, che di Colomberti è il campo professionale, non di rado si fa protagonista delle Memorie anche quello musicale attraverso la narrazione di episodi e la proposta di osservazioni critiche di non poco interesse (basti pensare alle prime recite di Donizetti a Roma).
Memorie di un artista drammatico
2004
Teatro; attore; Ottocento
Settore L-ART/05 - Discipline Dello Spettacolo
Book (critical editor)
Memorie di un artista drammaticoEdizione critica a cura di] A. Bentoglio. - Roma : Bulzoni, 2004. - ISBN 888319926X.
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