Obiettivi specifici. Un quinto dei neonati con infezione congenita da Cytomegalovirus (cCMV) sviluppa gravi e tardive sequele (es. sordità), anche se asintomatico alla nascita. Secondo dati di letteratura, la rilevazione di un alto carico virale nel sangue potrebbe identificare i bambini a maggior rischio. In questo studio è stato verificato se sussiste una relazione tra i risultati quantitativi e quelli semi-quantitativi, ottenuti testando campioni di sangue neonatale su Guthrie card (DBS) rispettivamente con una Real-time PCR commerciale e con il CMV DBS-test. È stata quindi valutata la possibilità di impiegare quest’ultimo per una preliminare formulazione della prognosi. Materiali e metodi. I DBS raccolti da 232 neonati con cCMV confermata sono stati analizzati mediante: a) Real-time PCR quantitativa, “Q-CMV Real-time Complete Kit” (Nanogen). I risultati erano espressi in copie/ml; b) CMV DBS-test, secondo la metodica descritta da Barbi et al. (2006), che prevede l’analisi di una serie di tre dischetti prelevati da ogni DBS, l’estrazione del DNA con shock termico e l’amplificazione mediante nested PCR. L’interpretazione semi-quantitativa dei risultati, basata sull’algoritmo proposto dagli stessi Autori, ha permesso di distinguere gli esiti positivi del test in: D (“deboli”, se almeno una delle tre prove effettuate era risultata positiva e confermata in una seconda serie di tre prove) e F (“forti”, se almeno due erano positive). E’ stato possibile raccogliere, quindi confrontare con questi risultati semi-quantitativi, i dati clinici relativi alla nascita e al follow-up di 148 bambini. Riassunto dei risultati. Il DBS-test è risultato positivo nel 99% dei casi (F: 197, D: 32), la Real-time PCR ha rilevato la presenza del DNA virale nel 79% (184) con un valore mediano di carica virale di 1.278 copie/ml (media: 9.228; range: 9-897.876 copie/ml). I casi F avevano cariche mediane di virus maggiori di quelli D (1.447 vs 702 copie/ml; Test di Mann-Whitney, p<0,01). I neonati sintomatici costituivano il 51% dei primi e il 30% dei secondi. Il 23% (17/74) dei bambini con DBS risultato F ha sviluppato sordità, mentre nessuno dei 12 casi D ha manifestato questo danno. Conclusioni. Questo studio, oltre a convalidare l’interpretazione semi-quantitativa dell’esito del CMV DBS-test, evidenzia la necessità di seguire correttamente l’algoritmo proposto per evitare di non identificare come positivi i casi a bassa carica virale. La conferma dei risultati finora ottenuti consentirebbe di ottenere indicazioni preliminari sulla prognosi, solamente grazie all’applicazione di un metodo semplice ed economico come il CMV DBS-test.
Infezione congenita da cytomegalovirus : alla ricerca di marcatori di prognosi / A. Mammoliti, S. Binda, L. Bubba, M. Gambino, L. Pellegrinelli, V. Primache, M. Barbi. - In: IGIENE E SANITÀ PUBBLICA. - ISSN 0019-1639. - 66:suppl.(2010), pp. 580-580. ((Intervento presentato al 44. convegno Congresso Nazionale S.It.I. tenutosi a Venezia nel 2010.
Infezione congenita da cytomegalovirus : alla ricerca di marcatori di prognosi
A. Mammoliti;S. Binda;L. Bubba;M. Gambino;L. Pellegrinelli;V. Primache;M. Barbi
2010
Abstract
Obiettivi specifici. Un quinto dei neonati con infezione congenita da Cytomegalovirus (cCMV) sviluppa gravi e tardive sequele (es. sordità), anche se asintomatico alla nascita. Secondo dati di letteratura, la rilevazione di un alto carico virale nel sangue potrebbe identificare i bambini a maggior rischio. In questo studio è stato verificato se sussiste una relazione tra i risultati quantitativi e quelli semi-quantitativi, ottenuti testando campioni di sangue neonatale su Guthrie card (DBS) rispettivamente con una Real-time PCR commerciale e con il CMV DBS-test. È stata quindi valutata la possibilità di impiegare quest’ultimo per una preliminare formulazione della prognosi. Materiali e metodi. I DBS raccolti da 232 neonati con cCMV confermata sono stati analizzati mediante: a) Real-time PCR quantitativa, “Q-CMV Real-time Complete Kit” (Nanogen). I risultati erano espressi in copie/ml; b) CMV DBS-test, secondo la metodica descritta da Barbi et al. (2006), che prevede l’analisi di una serie di tre dischetti prelevati da ogni DBS, l’estrazione del DNA con shock termico e l’amplificazione mediante nested PCR. L’interpretazione semi-quantitativa dei risultati, basata sull’algoritmo proposto dagli stessi Autori, ha permesso di distinguere gli esiti positivi del test in: D (“deboli”, se almeno una delle tre prove effettuate era risultata positiva e confermata in una seconda serie di tre prove) e F (“forti”, se almeno due erano positive). E’ stato possibile raccogliere, quindi confrontare con questi risultati semi-quantitativi, i dati clinici relativi alla nascita e al follow-up di 148 bambini. Riassunto dei risultati. Il DBS-test è risultato positivo nel 99% dei casi (F: 197, D: 32), la Real-time PCR ha rilevato la presenza del DNA virale nel 79% (184) con un valore mediano di carica virale di 1.278 copie/ml (media: 9.228; range: 9-897.876 copie/ml). I casi F avevano cariche mediane di virus maggiori di quelli D (1.447 vs 702 copie/ml; Test di Mann-Whitney, p<0,01). I neonati sintomatici costituivano il 51% dei primi e il 30% dei secondi. Il 23% (17/74) dei bambini con DBS risultato F ha sviluppato sordità, mentre nessuno dei 12 casi D ha manifestato questo danno. Conclusioni. Questo studio, oltre a convalidare l’interpretazione semi-quantitativa dell’esito del CMV DBS-test, evidenzia la necessità di seguire correttamente l’algoritmo proposto per evitare di non identificare come positivi i casi a bassa carica virale. La conferma dei risultati finora ottenuti consentirebbe di ottenere indicazioni preliminari sulla prognosi, solamente grazie all’applicazione di un metodo semplice ed economico come il CMV DBS-test.Pubblicazioni consigliate
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