Introduzione La fibrillazione atriale (FA), aritmia sopraventricolare più comune causa di poor performance nel cavallo, ha prevalenza variabile (0,6-5,3%) in relazione alla popolazione presa in esame. La chinidina, grazie alla sua elevata percentuale di successo (85%) in assenza di lesioni anatomiche del miocardio atriale, è il farmaco più utilizzato in tutto il mondo per il trattamento della FA. Tuttavia, i possibili effetti collaterali/tossici e la refrattarietà di alcuni soggetti al trattamento, hanno stimolato la ricerca verso la sperimentazione di nuovi approcci terapeutici, con risultati variabili. Descrizione del caso Un cavallo trottatore, femmina, di 5 anni, è stato riferito presso la nostra struttura con anamnesi di un recente episodio di FA, trattato efficacemente con chinidina solfato, recidivato alla ripresa degli allenamenti 4 settimane dopo il trattamento. All’esame fisico si rilevavano moderata tachicardia (48 bpm), ritmo irregolarmente irregolare, riempimento e durezza del polso variabili, pressione arteriosa nella norma. Gli esami ematologici ed ematochimici e le frazioni di escrezione degli elettroliti sono risultati nella norma. In base ai risultati del tracciato elettrocardiografico registrato durante la visita, del successivo monitoraggio Holter 24 ore e dell’esame ecocardiografico, è stata emessa diagnosi di fibrillazione atriale persistente. Il soggetto è stato quindi sottoposto a trattamento con chinidina solfato 22 mg/kg ogni 2h, mediante sonda nasogastrica, fino alla dose cumulativa di 132 mg/kg senza che siano state osservate alterazioni significative del tracciato elettrocardiografico o effetti collaterali. Dopo un periodo di washout di 7 giorni, il medesimo protocollo di trattamento è stato ripetuto senza risultato. Al paziente è stato quindi somministrato amiodarone cloridrato alla dose di 5 mg/kg/h per 1h, seguiti da 0,83 mg/kg/h per 23h ed infine da 1,9 mg/kg/h per 30h mediante infusione endovenosa continua, secondo il protocollo descritto da De Clercq nel 2006. Il soggetto, rientrato al normale ritmo sinusale 26h dopo l’inizio del trattamento, ha manifestato, quale unico effetto collaterale, segni di lieve debolezza del treno posteriore iniziati 22 ore dopo l’inizio del trattamento e scomparsi 4h dopo il suo termine. Mediante monitoraggio Holter dopo cardioversione ed esame ecocardiografico di controllo sono stati rilevati alcuni complessi sopraventricolari prematuri ed il recupero della normale funzionalità miocardica. In base ai risultati delle indagini diagnostiche effettuate, alle condizioni cliniche del soggetto, al ripristino della normale funzionalità miocardica ed all’osservazione di aritmie sopraventricolari dopo cardioversione, è stato suggerito di osservare un periodo di riposo di almeno 8 settimane seguito da una graduale ripresa degli allenamenti, monitorando costantemente il ritmo cardiaco e reintegrando, se necessario, gli elementi persi con la sudorazione. Tuttavia, la resistenza dimostrata alla chinidina e la recidiva di FA alla ripresa dell’attività atletica rendevano la possibilità di ulteriori recidive assai probabile. Discussione Il caso in oggetto ricalca molti degli aspetti epidemiologici, clinici e strumentali della FA ampiamente descritti in letteratura. Tuttavia, alcune considerazioni posso essere fatte circa le opzioni terapeutiche ed i fattori prognostici. Allo stato attuale, la chinidina è il farmaco antiaritmico più studiato ed utilizzato per il trattamento della FA nel cavallo ma il suo impiego non è scevro da possibili gravi effetti collaterali. Data la sua elevata efficacia e l’assenza di segnalazioni scientifiche che ne precludano l’uso anche in forme recidivanti, anche nel presente soggetto è stata utilizzata chinidina solfato come prima opzione terapeutica. Tuttavia, in questo caso chinidina solfato è risultata inefficace e si è scelto quindi di somministrare amiodarone cloridrato mediante infusione endovenosa continua. Sebbene i dati disponibili in letteratura circa il suo impiego nel cavallo siano ancora scarsi, esso è risultato efficace nel trattamento di forme croniche di FA e gli studi condotti hanno permesso di evidenziare scarsi e transitori effetti collaterali, che si evidenzierebbero più frequentemente quando l’infusione endovenosa viene prolungata per più di 36h. Nel caso in oggetto è stata osservata solamente una transitoria debolezza del treno posteriore. Per quanto riguarda i fattori prognostici particolare importanza deve essere riservata alla gestione della fase di recupero dopo un episodio di FA, tenendo in considerazione recidive, resistenza al trattamento e frequenti aritmie sopraventricolari al fine di poter modulare di caso in caso il periodo di riposo necessario al completo recupero della funzionalità miocardica atriale. Nella gestione di un cavallo da corsa, infatti, il benessere del soggetto ed i corretti tempi di recupero possono trovare un immediato riscontro economico prolungando la carriera di cavalli che spesso sono colpiti in giovane età e nel pieno della loro carriera sportiva da questa aritmia.

Impiego di amiodarone cloridrato in un cavallo trottatore da corsa affetto da fibrillazione atriale recidivante resistente al trattamento con chinidina solfato / E. Zucca, F. Ferrucci, G. Stancari, A. Vischi, C. Somaschini, E. Ferro. ((Intervento presentato al 18. convegno Congresso internazionale multisala SIVE tenutosi a Bologna nel 2012.

Impiego di amiodarone cloridrato in un cavallo trottatore da corsa affetto da fibrillazione atriale recidivante resistente al trattamento con chinidina solfato

E. Zucca
Primo
;
F. Ferrucci
Secondo
;
G. Stancari;A. Vischi;E. Ferro
Ultimo
2012

Abstract

Introduzione La fibrillazione atriale (FA), aritmia sopraventricolare più comune causa di poor performance nel cavallo, ha prevalenza variabile (0,6-5,3%) in relazione alla popolazione presa in esame. La chinidina, grazie alla sua elevata percentuale di successo (85%) in assenza di lesioni anatomiche del miocardio atriale, è il farmaco più utilizzato in tutto il mondo per il trattamento della FA. Tuttavia, i possibili effetti collaterali/tossici e la refrattarietà di alcuni soggetti al trattamento, hanno stimolato la ricerca verso la sperimentazione di nuovi approcci terapeutici, con risultati variabili. Descrizione del caso Un cavallo trottatore, femmina, di 5 anni, è stato riferito presso la nostra struttura con anamnesi di un recente episodio di FA, trattato efficacemente con chinidina solfato, recidivato alla ripresa degli allenamenti 4 settimane dopo il trattamento. All’esame fisico si rilevavano moderata tachicardia (48 bpm), ritmo irregolarmente irregolare, riempimento e durezza del polso variabili, pressione arteriosa nella norma. Gli esami ematologici ed ematochimici e le frazioni di escrezione degli elettroliti sono risultati nella norma. In base ai risultati del tracciato elettrocardiografico registrato durante la visita, del successivo monitoraggio Holter 24 ore e dell’esame ecocardiografico, è stata emessa diagnosi di fibrillazione atriale persistente. Il soggetto è stato quindi sottoposto a trattamento con chinidina solfato 22 mg/kg ogni 2h, mediante sonda nasogastrica, fino alla dose cumulativa di 132 mg/kg senza che siano state osservate alterazioni significative del tracciato elettrocardiografico o effetti collaterali. Dopo un periodo di washout di 7 giorni, il medesimo protocollo di trattamento è stato ripetuto senza risultato. Al paziente è stato quindi somministrato amiodarone cloridrato alla dose di 5 mg/kg/h per 1h, seguiti da 0,83 mg/kg/h per 23h ed infine da 1,9 mg/kg/h per 30h mediante infusione endovenosa continua, secondo il protocollo descritto da De Clercq nel 2006. Il soggetto, rientrato al normale ritmo sinusale 26h dopo l’inizio del trattamento, ha manifestato, quale unico effetto collaterale, segni di lieve debolezza del treno posteriore iniziati 22 ore dopo l’inizio del trattamento e scomparsi 4h dopo il suo termine. Mediante monitoraggio Holter dopo cardioversione ed esame ecocardiografico di controllo sono stati rilevati alcuni complessi sopraventricolari prematuri ed il recupero della normale funzionalità miocardica. In base ai risultati delle indagini diagnostiche effettuate, alle condizioni cliniche del soggetto, al ripristino della normale funzionalità miocardica ed all’osservazione di aritmie sopraventricolari dopo cardioversione, è stato suggerito di osservare un periodo di riposo di almeno 8 settimane seguito da una graduale ripresa degli allenamenti, monitorando costantemente il ritmo cardiaco e reintegrando, se necessario, gli elementi persi con la sudorazione. Tuttavia, la resistenza dimostrata alla chinidina e la recidiva di FA alla ripresa dell’attività atletica rendevano la possibilità di ulteriori recidive assai probabile. Discussione Il caso in oggetto ricalca molti degli aspetti epidemiologici, clinici e strumentali della FA ampiamente descritti in letteratura. Tuttavia, alcune considerazioni posso essere fatte circa le opzioni terapeutiche ed i fattori prognostici. Allo stato attuale, la chinidina è il farmaco antiaritmico più studiato ed utilizzato per il trattamento della FA nel cavallo ma il suo impiego non è scevro da possibili gravi effetti collaterali. Data la sua elevata efficacia e l’assenza di segnalazioni scientifiche che ne precludano l’uso anche in forme recidivanti, anche nel presente soggetto è stata utilizzata chinidina solfato come prima opzione terapeutica. Tuttavia, in questo caso chinidina solfato è risultata inefficace e si è scelto quindi di somministrare amiodarone cloridrato mediante infusione endovenosa continua. Sebbene i dati disponibili in letteratura circa il suo impiego nel cavallo siano ancora scarsi, esso è risultato efficace nel trattamento di forme croniche di FA e gli studi condotti hanno permesso di evidenziare scarsi e transitori effetti collaterali, che si evidenzierebbero più frequentemente quando l’infusione endovenosa viene prolungata per più di 36h. Nel caso in oggetto è stata osservata solamente una transitoria debolezza del treno posteriore. Per quanto riguarda i fattori prognostici particolare importanza deve essere riservata alla gestione della fase di recupero dopo un episodio di FA, tenendo in considerazione recidive, resistenza al trattamento e frequenti aritmie sopraventricolari al fine di poter modulare di caso in caso il periodo di riposo necessario al completo recupero della funzionalità miocardica atriale. Nella gestione di un cavallo da corsa, infatti, il benessere del soggetto ed i corretti tempi di recupero possono trovare un immediato riscontro economico prolungando la carriera di cavalli che spesso sono colpiti in giovane età e nel pieno della loro carriera sportiva da questa aritmia.
4-feb-2012
Settore VET/08 - Clinica Medica Veterinaria
Società italiana veterinari per equini
SIVE
Impiego di amiodarone cloridrato in un cavallo trottatore da corsa affetto da fibrillazione atriale recidivante resistente al trattamento con chinidina solfato / E. Zucca, F. Ferrucci, G. Stancari, A. Vischi, C. Somaschini, E. Ferro. ((Intervento presentato al 18. convegno Congresso internazionale multisala SIVE tenutosi a Bologna nel 2012.
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