In questo articolo presento la tecnica per spiegare la costruzione delle frasi giapponesi che ho appreso a Tsukuba da studente e che ho sviluppato ed adattato negli anni come docente. Questa tecnica fa uso di uno strumento grafico che chiamo, con un termine intenzionalmente buffo perché finalizzato a creare familiarità, “schema a palloncini”: a un ovale che rappresenta il verbo sono uniti uno o più altri ovali che rappresentano i sintagmi argomentali che ne strutturano la costruzione. Di questo schema grafico discuto in specifico le fondamenta teoriche, perché il materiale con cui riempire gli ovali varia a seconda di quale di tre possibili approcci teorici si sia deciso di seguire, e dunque l'effetto grafico e le informazioni fornite agli studenti sono molto diverse. Il primo dei tre approcci teorici che discuto è quello logico, accentrato sulla sintassi e sulla nozione di relazione grammaticale, che abitua lo studente ad assegnare le tre particelle ga, wo e ni in modo progressivo e ‘meccanico’, senza connotarle semanticamente. Il secondo è l'approccio “costruzionista” centrato sul verbo proprio della grammatica di Teramura, secondo cui le varie particelle sono assegnate dal predicato – verbale o aggettivale – e ne integrano il significato. Questo approccio abitua lo studente a ricercare i significati nel senso dell’intera costruzione, ma anche, tendenzialmente, ad attribuire a tutte le particelle una qualche valenza semantica. Infine, il terzo approccio, che io definisco “ontologico”, è centrato sull’evento per come esso è osservabile nel mondo reale, ancor prima di essere costruito linguisticamente. In base a questo approccio, gli ovali sono riempiti con le etichette dei ruoli che ciascun partecipante svolge nell’evento. Ciò porta gli studenti ad abbinare le marche di caso superficiali a un insieme coerente di ruoli semantici, dunque a sviluppare capacità predittive su come vari tipi di eventi possano trovare espressione morfosintattica nelle strutture argomentali dei verbi che li descrivono.

Ricerche sulla grammatica giapponese e la loro applicazione alla didattica / S. dalla Chiesa (CONTESTI LINGUISTICI). - In: Nihon-JP: insegnamento della lingua giapponese e studi giapponesi : didattica e nuove tecnologie : atti del Convegno, Cesena 4 giugno 2010 / [a cura di] T. Takeshita. - Bologna : CLUEB, 2011. - ISBN 9788849135237. - pp. 159-175

Ricerche sulla grammatica giapponese e la loro applicazione alla didattica

S. dalla Chiesa
Primo
2011

Abstract

In questo articolo presento la tecnica per spiegare la costruzione delle frasi giapponesi che ho appreso a Tsukuba da studente e che ho sviluppato ed adattato negli anni come docente. Questa tecnica fa uso di uno strumento grafico che chiamo, con un termine intenzionalmente buffo perché finalizzato a creare familiarità, “schema a palloncini”: a un ovale che rappresenta il verbo sono uniti uno o più altri ovali che rappresentano i sintagmi argomentali che ne strutturano la costruzione. Di questo schema grafico discuto in specifico le fondamenta teoriche, perché il materiale con cui riempire gli ovali varia a seconda di quale di tre possibili approcci teorici si sia deciso di seguire, e dunque l'effetto grafico e le informazioni fornite agli studenti sono molto diverse. Il primo dei tre approcci teorici che discuto è quello logico, accentrato sulla sintassi e sulla nozione di relazione grammaticale, che abitua lo studente ad assegnare le tre particelle ga, wo e ni in modo progressivo e ‘meccanico’, senza connotarle semanticamente. Il secondo è l'approccio “costruzionista” centrato sul verbo proprio della grammatica di Teramura, secondo cui le varie particelle sono assegnate dal predicato – verbale o aggettivale – e ne integrano il significato. Questo approccio abitua lo studente a ricercare i significati nel senso dell’intera costruzione, ma anche, tendenzialmente, ad attribuire a tutte le particelle una qualche valenza semantica. Infine, il terzo approccio, che io definisco “ontologico”, è centrato sull’evento per come esso è osservabile nel mondo reale, ancor prima di essere costruito linguisticamente. In base a questo approccio, gli ovali sono riempiti con le etichette dei ruoli che ciascun partecipante svolge nell’evento. Ciò porta gli studenti ad abbinare le marche di caso superficiali a un insieme coerente di ruoli semantici, dunque a sviluppare capacità predittive su come vari tipi di eventi possano trovare espressione morfosintattica nelle strutture argomentali dei verbi che li descrivono.
caso; marca; ruolo tematico; ruolo semantico; relazioni grammaticali; giapponese
Settore L-OR/22 - Lingue e Letterature del Giappone e della Corea
2011
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