Premessa Con l'espressione salute mentale, secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si fa riferimento ad uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. Anche l’Unione Europea afferma che “senza salute mentale la salute non è possibile”[1]. Per i cittadini la salute mentale è una risorsa che consente di conoscere il proprio potenziale emotivo e intellettuale nonché di trovare e realizzare il proprio ruolo nella società, nella scuola e nella vita lavorativa. Per la società una buona salute mentale contribuisce alla prosperità, alla solidarietà e alla giustizia sociale. Le patologie mentali al contrario comportano molteplici costi, perdite e oneri per i cittadini e la società. La malattia mentale rappresenta un ambito particolare, estremamente problematico nella stessa definizione di “malattia”, oltre che carico di forti valenze emotive. Col passare del tempo la malattia mentale ha avuto diverse considerazioni storiche: dal ritenere che fosse un dono degli Dei nel mondo greco classico, al pensare che il malato mentale fosse un indemoniato nell’Alto Medioevo, al diventare un immondo pericolo per l’organizzazione sociale che sempre più cominciò a stigmatizzarla e a cercare di contenerla[2]. L’uomo, nella concezione aristotelica, è l’uomo delle scelte, protagonista della propria vita, del proprio nascere e del proprio morire, c’è un senso generale che ci fa appartenere al nostro tempo, alla storia e all’umanità[2]. Ma è proprio questo stare, muoversi e relazionarsi nel mondo che è compromesso nel malato mentale; sono infatti carenti proprio quelle funzioni che rendono possibile essere in buona salute mentale. L’evoluzione delle scienze umanistiche e mediche, il diffondersi negli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso di nuove teorie sulla malattia mentale e una nuova sensibilità politica e sociale, hanno stimolato e prodotto negli anni un cambiamento radicale nel concetto di malattia mentale. In Italia queste nuove istanze vengono sostanziate in due leggi fondamentali: la Legge 180/78 e la Legge 833/78. La Legge 180/78 ha imposto un cambio radicale nella cura e nell’assistenza dei malati mentali e la Legge 833/78 ha affermato i principi cardine dell’assistenza sanitaria in Italia: universalità dei destinatari, globalità delle prestazioni, uguaglianza di trattamento, valorizzazione dei servizi socio-sanitari territoriali, inserimento dei concetti di prevenzione e riabilitazione. Gli anni ’70 si presentano dal punto di vista storico-culturale come anni molto confusi e di crisi sia a livello politico che a livello professionale. Oltre alla crisi del paradigma tecnicistico della seconda metà degli anni ’70, vi è una crisi di identità che porta gli infermieri a cercare soluzioni e nuovi paradigmi interpretativi della realtà[3]. Da un lato le esigenze tecnico-scientifiche del sistema sanitario continuano ad aumentare e le mansioni affidate agli infermieri sono sempre maggiori anche se più tutelate dalla classe medica (vedi il D.P.R. 225 del 14/3/74, definito dagli stessi operatori come: “Mansionario”), dall’altro la ricerca del significato di cosa è l’assistenza infermieristica si fa pressante e urgente. Il paradigma dell’infermiere “tecnico fidato” degli anni ’30, sostituito da quello degli anni ’90 di infermiere “globale e polivalente”, è stato scalzato per far posto all’infermiere “professionista in grado di agire con autonomia e responsabilità nella complessità” che viviamo attualmente. Parallelamente la legislazione inerente l’esercizio professionale e la formazione è stata modificata, decretando quindi il passaggio della professione infermieristica da una visione ancillare ad una visione di professione responsabile e autonoma. La situazione che si presenta, a partire dagli anni ’90, è una nuova realtà di cura e assistenza alla malattia mentale che si confronta con il “nuovo” professionista infermiere. L’istituzione del Centro di Salute Mentale con i diversi luoghi dell’assistenza ai malati affetti da disagio psichico è dunque, una sfida per gli infermieri. L’assistenza infermieristica in questo campo è forse l’assistenza che è più cambiata negli ultimi decenni, passando da un intervento puramente di custodia e sorveglianza del malato psichico, a un’assistenza totalmente basata sul riconoscimento del malato psichico in primo luogo come persona e cittadino a tutti gli effetti, portatore di bisogni complessi sia sanitari che sociali. Scopo Lo scopo di questo lavoro è identificare e considerare le competenze infermieristiche che devono essere espresse dai professionisti che assistono i malati psichici, sia in ambito ospedaliero, all’interno dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), sia nelle varie articolazioni territoriali quali la Comunità Riabilitativa, il Centro Diurno e il Centro Psico-Sociale. Questo primo obbiettivo sarà conseguito grazie anche all’indagare l’evoluzione storica della malattia mentale e l’epidemiologia del fenomeno, con i riflessi che questa ha avuto nel campo professionale sanitario. L’analisi storica degli eventi, con il raggiungimento degli obbiettivi della tesi magistrale, permetterà di proporre azioni e proposte migliorative nel campo dell’assistenza a partire da uno sguardo da dirigenti sul management infermieristico. [1]Libro verde – Migliorare la salute mentale della popolazione, Commissione europea 2005, reperibile all’indirizzo http://eur-ex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2005/ com2005_0484it01.pdf. [2] Dell’Acqua P, Fuori come va?, Feltrinelli, Milano 2010. [3] Manzoni E, Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica, Elsevier Masson, Milano 1996.

L'evoluzione delle competenze infermieristiche per la salute mentale / D. Lapadula, R. Lombardi, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2011 Nov.

L'evoluzione delle competenze infermieristiche per la salute mentale

P.A. Mauri
Ultimo
2011

Abstract

Premessa Con l'espressione salute mentale, secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si fa riferimento ad uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l'individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all'interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell'ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. Anche l’Unione Europea afferma che “senza salute mentale la salute non è possibile”[1]. Per i cittadini la salute mentale è una risorsa che consente di conoscere il proprio potenziale emotivo e intellettuale nonché di trovare e realizzare il proprio ruolo nella società, nella scuola e nella vita lavorativa. Per la società una buona salute mentale contribuisce alla prosperità, alla solidarietà e alla giustizia sociale. Le patologie mentali al contrario comportano molteplici costi, perdite e oneri per i cittadini e la società. La malattia mentale rappresenta un ambito particolare, estremamente problematico nella stessa definizione di “malattia”, oltre che carico di forti valenze emotive. Col passare del tempo la malattia mentale ha avuto diverse considerazioni storiche: dal ritenere che fosse un dono degli Dei nel mondo greco classico, al pensare che il malato mentale fosse un indemoniato nell’Alto Medioevo, al diventare un immondo pericolo per l’organizzazione sociale che sempre più cominciò a stigmatizzarla e a cercare di contenerla[2]. L’uomo, nella concezione aristotelica, è l’uomo delle scelte, protagonista della propria vita, del proprio nascere e del proprio morire, c’è un senso generale che ci fa appartenere al nostro tempo, alla storia e all’umanità[2]. Ma è proprio questo stare, muoversi e relazionarsi nel mondo che è compromesso nel malato mentale; sono infatti carenti proprio quelle funzioni che rendono possibile essere in buona salute mentale. L’evoluzione delle scienze umanistiche e mediche, il diffondersi negli anni ’60 e ‘70 del secolo scorso di nuove teorie sulla malattia mentale e una nuova sensibilità politica e sociale, hanno stimolato e prodotto negli anni un cambiamento radicale nel concetto di malattia mentale. In Italia queste nuove istanze vengono sostanziate in due leggi fondamentali: la Legge 180/78 e la Legge 833/78. La Legge 180/78 ha imposto un cambio radicale nella cura e nell’assistenza dei malati mentali e la Legge 833/78 ha affermato i principi cardine dell’assistenza sanitaria in Italia: universalità dei destinatari, globalità delle prestazioni, uguaglianza di trattamento, valorizzazione dei servizi socio-sanitari territoriali, inserimento dei concetti di prevenzione e riabilitazione. Gli anni ’70 si presentano dal punto di vista storico-culturale come anni molto confusi e di crisi sia a livello politico che a livello professionale. Oltre alla crisi del paradigma tecnicistico della seconda metà degli anni ’70, vi è una crisi di identità che porta gli infermieri a cercare soluzioni e nuovi paradigmi interpretativi della realtà[3]. Da un lato le esigenze tecnico-scientifiche del sistema sanitario continuano ad aumentare e le mansioni affidate agli infermieri sono sempre maggiori anche se più tutelate dalla classe medica (vedi il D.P.R. 225 del 14/3/74, definito dagli stessi operatori come: “Mansionario”), dall’altro la ricerca del significato di cosa è l’assistenza infermieristica si fa pressante e urgente. Il paradigma dell’infermiere “tecnico fidato” degli anni ’30, sostituito da quello degli anni ’90 di infermiere “globale e polivalente”, è stato scalzato per far posto all’infermiere “professionista in grado di agire con autonomia e responsabilità nella complessità” che viviamo attualmente. Parallelamente la legislazione inerente l’esercizio professionale e la formazione è stata modificata, decretando quindi il passaggio della professione infermieristica da una visione ancillare ad una visione di professione responsabile e autonoma. La situazione che si presenta, a partire dagli anni ’90, è una nuova realtà di cura e assistenza alla malattia mentale che si confronta con il “nuovo” professionista infermiere. L’istituzione del Centro di Salute Mentale con i diversi luoghi dell’assistenza ai malati affetti da disagio psichico è dunque, una sfida per gli infermieri. L’assistenza infermieristica in questo campo è forse l’assistenza che è più cambiata negli ultimi decenni, passando da un intervento puramente di custodia e sorveglianza del malato psichico, a un’assistenza totalmente basata sul riconoscimento del malato psichico in primo luogo come persona e cittadino a tutti gli effetti, portatore di bisogni complessi sia sanitari che sociali. Scopo Lo scopo di questo lavoro è identificare e considerare le competenze infermieristiche che devono essere espresse dai professionisti che assistono i malati psichici, sia in ambito ospedaliero, all’interno dei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC), sia nelle varie articolazioni territoriali quali la Comunità Riabilitativa, il Centro Diurno e il Centro Psico-Sociale. Questo primo obbiettivo sarà conseguito grazie anche all’indagare l’evoluzione storica della malattia mentale e l’epidemiologia del fenomeno, con i riflessi che questa ha avuto nel campo professionale sanitario. L’analisi storica degli eventi, con il raggiungimento degli obbiettivi della tesi magistrale, permetterà di proporre azioni e proposte migliorative nel campo dell’assistenza a partire da uno sguardo da dirigenti sul management infermieristico. [1]Libro verde – Migliorare la salute mentale della popolazione, Commissione europea 2005, reperibile all’indirizzo http://eur-ex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2005/ com2005_0484it01.pdf. [2] Dell’Acqua P, Fuori come va?, Feltrinelli, Milano 2010. [3] Manzoni E, Storia e filosofia dell’assistenza infermieristica, Elsevier Masson, Milano 1996.
nov-2011
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
L'evoluzione delle competenze infermieristiche per la salute mentale / D. Lapadula, R. Lombardi, P.A. Mauri. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2011 Nov.
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