L’accesso all’assistenza sanitaria degli stranieri irregolari è questione complessa e problematica. Lo status di “cittadino”, contrapposto a quello di “straniero”, influenza la piena tutela giuridica di un diritto: nei regimi liberal-democratici occidentali, l’appartenenza dell’individuo a un determinato ordinamento politico lo legittima a una protezione giuridica maggiore di colui che non gode di tale status. Di contro, il diritto alla salute per ‘chiunque’ – a prescindere dallo status di cittadinanza – è un bene primario e universale che in quanto tale deve essere garantito pubblicamente. Come affrontare, quindi, dal punto di vista della pretesa a trattamenti sanitari, bisogni di individui e gruppi etnici non appartenenti alla comunità politica? I mutamenti delle società contemporanee pongono molte questioni in merito al concetto di cittadinanza: i confini di una società, i criteri utilizzati per invocarne la piena titolarità, i modelli di solidarietà. Si pone così la dicotomia tra il principio dell’universalità indiscriminata dei diritti umani e, in un contesto di scarsità relativa, i criteri di selettività per garantire i diritti sociali. Nella prima parte, di carattere teorico e internazionale, il libro affronta, in prospettiva comparativa, le principali questioni riguardo alla cittadinanza sanitaria nei diversi ordinamenti statuali e sovranazionali; nella seconda, di carattere empirico, si focalizza sull’articolazione territoriale del processo decisionale in una dimensione multilivello, analizzando le diverse politiche sanitarie regionali rivolte agli immigrati, regolari e non. Obiettivo del volume è fornire un contributo teorico e pratico a studiosi e operatori riconducibili al mondo del welfare.
Confini irregolari : cittadinanza sanitaria in prospettiva comparata e multilivello / [a cura di] N. Pasini. - Milano : F. Angeli, 2011 Oct. - ISBN 978-88-568-4441-2.
Confini irregolari : cittadinanza sanitaria in prospettiva comparata e multilivello
N. PasiniPrimo
2011
Abstract
L’accesso all’assistenza sanitaria degli stranieri irregolari è questione complessa e problematica. Lo status di “cittadino”, contrapposto a quello di “straniero”, influenza la piena tutela giuridica di un diritto: nei regimi liberal-democratici occidentali, l’appartenenza dell’individuo a un determinato ordinamento politico lo legittima a una protezione giuridica maggiore di colui che non gode di tale status. Di contro, il diritto alla salute per ‘chiunque’ – a prescindere dallo status di cittadinanza – è un bene primario e universale che in quanto tale deve essere garantito pubblicamente. Come affrontare, quindi, dal punto di vista della pretesa a trattamenti sanitari, bisogni di individui e gruppi etnici non appartenenti alla comunità politica? I mutamenti delle società contemporanee pongono molte questioni in merito al concetto di cittadinanza: i confini di una società, i criteri utilizzati per invocarne la piena titolarità, i modelli di solidarietà. Si pone così la dicotomia tra il principio dell’universalità indiscriminata dei diritti umani e, in un contesto di scarsità relativa, i criteri di selettività per garantire i diritti sociali. Nella prima parte, di carattere teorico e internazionale, il libro affronta, in prospettiva comparativa, le principali questioni riguardo alla cittadinanza sanitaria nei diversi ordinamenti statuali e sovranazionali; nella seconda, di carattere empirico, si focalizza sull’articolazione territoriale del processo decisionale in una dimensione multilivello, analizzando le diverse politiche sanitarie regionali rivolte agli immigrati, regolari e non. Obiettivo del volume è fornire un contributo teorico e pratico a studiosi e operatori riconducibili al mondo del welfare.Pubblicazioni consigliate
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