Vadimonium e contendere in iure

Il volume ha ad oggetto la funzione, la natura e la struttura del vadimonio giudiziale di rinvio, quell'accordo con cui le parti di un processo privato concordavano di ritrovarsi dinanzi al magistrato giusdicente (in iure), in un determinato giorno ed ora, per riassumere il dbattimento sospeso e ancora in corso. La tesi che si sostiene nel volume è che quest'accordo, che assumeva la forma di una stipulatio praetoria, non rispondeva alla portata e alla struttura di una promessa coercitivamente imposta al convenuto dal pretore, nell'esclusivo interesse dell'attore, ome ritiene dottrina tradizionale. Il vadimonium giudiziale, piuttosto, era una promessa che il reus aveva l'onere di prestare, onde garantirsi un iustum spatium temporis tra la sospensione della prima udienza e la ripresa del contenzioso all'udienza successiva. In altri termini, interruzione della fase in iure del processo e promessa di riassunzione certo die si combinavano per garantire, all'attore, una ripresa certa ed entro un termine ragionevole del processo, da un lato; per assicurare, al convenuto, un lasso di tempo ragionevole per prepararsi alla difesa, ove egli non avesse avuto l'opportunità di farlo già per l'udienza introduttiva del procedimento (in quanto, questo era stato avviato mediante un'improvvisa in ius vocatio). Si trattava perciò di uno strumento che può intendersi meglio, proprio alla luce di una rivalutazione delle garanzie approntate nel sistema formulare, prevalentemente grazie all'intervento del pretore, a sostegno di un giusto contraddittorio e, in ultima analisi, di un giusto processo.