L'articolo affronta una valutazione critica delle ricerche di storia monetaria e creditizia italiana d’antico regime, prodotte negli ultimi tre decenni; argomento che nei vent’anni successivi al secondo dopoguerra ha giocato un ruolo di fondamentale per l’affermazione scientifica e accademica della disciplina stessa. Se ne mettono in evidenza continuità, cambiamenti e nuovi orizzonti così come inerzie, vuoti geografici e interpretativi, il tutto sullo sfondo di un ancoraggio teorico stimolato dal problema dell’inflazione, che proprio allora si riaffacciava ovunque in termini drammatici. Ne emerge quindi per l’ambito monetario un sostanziale impoverimento – sia metodologico che concettuale – in cui fa eccezione essenzialmente l’attenzione riservata alla natura e allla funzione ‘sociale’ della moneta durante l’età preindustriale. Il panorama delle ricerche creditizie e bancarie si rivela al contrario più dinamico e innovativo, superando un approccio tecnico-tipologico limitato quasi esclusivamente all’analisi dell’offerta; anche sulla scorta di suggestioni storiografiche internazionali il prisma analitico sembra qui invece aprirsi sia all’esame dei circuiti creditizi e della loro correlazione con l’economica reale, che sul ruolo dei network istituzionali e di quelli non formali (ricostruiti soprattutto grazie allo spoglio degli atti notarili), restituendo al credito una funzione più propria (in alcuni casi supply leading) nel mondo economico italiano d’antico regime

La storiografia più recente sulla finanza italiana dell’età moderna: gli studi sulla moneta, i banchi e i banchieri / G. De Luca. - In: RIVISTA DI STORIA FINANZIARIA. - ISSN 1721-6060. - 10(2003), pp. 11-31.

La storiografia più recente sulla finanza italiana dell’età moderna: gli studi sulla moneta, i banchi e i banchieri

G. De Luca
Primo
2003

Abstract

L'articolo affronta una valutazione critica delle ricerche di storia monetaria e creditizia italiana d’antico regime, prodotte negli ultimi tre decenni; argomento che nei vent’anni successivi al secondo dopoguerra ha giocato un ruolo di fondamentale per l’affermazione scientifica e accademica della disciplina stessa. Se ne mettono in evidenza continuità, cambiamenti e nuovi orizzonti così come inerzie, vuoti geografici e interpretativi, il tutto sullo sfondo di un ancoraggio teorico stimolato dal problema dell’inflazione, che proprio allora si riaffacciava ovunque in termini drammatici. Ne emerge quindi per l’ambito monetario un sostanziale impoverimento – sia metodologico che concettuale – in cui fa eccezione essenzialmente l’attenzione riservata alla natura e allla funzione ‘sociale’ della moneta durante l’età preindustriale. Il panorama delle ricerche creditizie e bancarie si rivela al contrario più dinamico e innovativo, superando un approccio tecnico-tipologico limitato quasi esclusivamente all’analisi dell’offerta; anche sulla scorta di suggestioni storiografiche internazionali il prisma analitico sembra qui invece aprirsi sia all’esame dei circuiti creditizi e della loro correlazione con l’economica reale, che sul ruolo dei network istituzionali e di quelli non formali (ricostruiti soprattutto grazie allo spoglio degli atti notarili), restituendo al credito una funzione più propria (in alcuni casi supply leading) nel mondo economico italiano d’antico regime
Moneta; credito; Italia secc. XVI-XVIII ; bilancio storiografico,
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2003
Article (author)
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