La dermatite atopica (DA) è una patologia in continuo aumento in tutti i paesi industrializzati. Come emerge da diversi studi epidemiologici, la sua prevalenza nella popolazione pediatrica varia dal 10% al 20%. Il prurito rappresenta un criterio maggiore (addirittura obbligatorio per l'UK working party) per la diagnosi di DA ed è il sintomo principale della malattia. La sua persistenza conduce a un'amplificazione del quadro clinico della patologia e contrastarlo rappresenta, pertanto, uno degli interventi primari nel trattamento della DA. I farmaci sistemici più utilizzati sono gli antistaminici, specie quelli di vecchia generazione, apparentemente più efficaci sul sintomo prurito. Essi inducono, tuttavia, sonnolenza che da un lato può essere gradita nelle ore notturne quando, specie nei bambini più piccoli, il prurito causa insonnia e irritabilità, ma lo è assai meno di giorno nei bambini più grandi che frequentano le scuole. Talora si ricorre a un antistaminico di vecchia generazione, con azione anche sedativa, per le ore notturne e a uno di nuova generazione, non sedativo, per il giorno. Va, tuttavia, sempre ricordato che, quando l'eczema recede, anche il prurito recede, per cui la corretta terapia locale dell'eczema (corticosteroidi topici, inibitori topici della calcineurina, emollienti, tessuti ingegnerizzati, etc) è in grado di condurre a un calo marcato del prurito. Le ricerche recenti della scuola Giapponese sul prurito hanno dimostrato una maggiore innervazione delle aree malate; in sintesi è stato possibile dimostrare che le terminazioni nervose libere sono più abbondanti nell'ambito dell'epidermide dei pazienti affetti da DA. In tal senso una semplice protezione passiva è già altamente consigliabile in attesa che si evidenzino i fattori che portano a questa alterazione anatomica.
La gestione del prurito nel paziente con dermatite atopica / C.M. Gelmetti. ((Intervento presentato al 10. convegno Congresso Nazionale SIDAPA tenutosi a Perugia nel 2010.
La gestione del prurito nel paziente con dermatite atopica
C.M. GelmettiPrimo
2010
Abstract
La dermatite atopica (DA) è una patologia in continuo aumento in tutti i paesi industrializzati. Come emerge da diversi studi epidemiologici, la sua prevalenza nella popolazione pediatrica varia dal 10% al 20%. Il prurito rappresenta un criterio maggiore (addirittura obbligatorio per l'UK working party) per la diagnosi di DA ed è il sintomo principale della malattia. La sua persistenza conduce a un'amplificazione del quadro clinico della patologia e contrastarlo rappresenta, pertanto, uno degli interventi primari nel trattamento della DA. I farmaci sistemici più utilizzati sono gli antistaminici, specie quelli di vecchia generazione, apparentemente più efficaci sul sintomo prurito. Essi inducono, tuttavia, sonnolenza che da un lato può essere gradita nelle ore notturne quando, specie nei bambini più piccoli, il prurito causa insonnia e irritabilità, ma lo è assai meno di giorno nei bambini più grandi che frequentano le scuole. Talora si ricorre a un antistaminico di vecchia generazione, con azione anche sedativa, per le ore notturne e a uno di nuova generazione, non sedativo, per il giorno. Va, tuttavia, sempre ricordato che, quando l'eczema recede, anche il prurito recede, per cui la corretta terapia locale dell'eczema (corticosteroidi topici, inibitori topici della calcineurina, emollienti, tessuti ingegnerizzati, etc) è in grado di condurre a un calo marcato del prurito. Le ricerche recenti della scuola Giapponese sul prurito hanno dimostrato una maggiore innervazione delle aree malate; in sintesi è stato possibile dimostrare che le terminazioni nervose libere sono più abbondanti nell'ambito dell'epidermide dei pazienti affetti da DA. In tal senso una semplice protezione passiva è già altamente consigliabile in attesa che si evidenzino i fattori che portano a questa alterazione anatomica.File | Dimensione | Formato | |
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