La carie continua a essere un importante problema sanitario che interessa ampie fasce di popolazione, sia infantile che adulta. I dati disponibili sulla prevalenza tra la popolazione italiana delle patologie orali, soprattutto carie e malattia parodontale, infatti, indicano come queste siano patologie ad ampia diffusione, ma che colpiscono soprattutto le fasce “deboli” di popolazione. E’ evidente quindi la necessità di istituire sia a livello comunitario, sia individuale di programmi preventivi evident based. I professionisti della salute orale devono, quindi, essere in grado di educare alla salute orale e fornire prestazioni preventive di elevata efficacia ai propri pazienti. In questa ottica, il professionista deve saper comunicare efficacemente con il proprio paziente in modo da acquisire una conoscenza approfondita delle sue abitudini e dei suoi stili di vita, così da poter valutare il grado di rischio di ammalare del paziente. La misurazione del grado di rischio avviene attraverso semplici e veloci test predittivi, che ogni professionista può attuare facilmente nel proprio studio. Sulla base dei dati ottenuti, il professionista instaura il piano di trattamento individualizzato e basato sul rischio di ammalare. Le metodiche base della prevenzione comprendono delle corrette abitudini alimentari e di igiene orale, il controllo dell’infezione batterica del cavo orale attraverso l’uso di presidi chimici quali la clorexidina e la fluoroprofilassi. Il ricorso a trattamenti ortodontici per correggere disarmonie dentali e, almeno nei pazienti più giovani, delle basi scheletriche è sempre più diffuso. Il mantenimento di una corretta igiene orale, con eliminazione accurata della placca, è un requisito indispensabile per tutelare la salute orale durante qualsiasi trattamento ortodontico fisso. In un soggetto portatore di dispositivi ortodontici fissi si assiste infatti alla riduzione dell’autodetersione con igiene orale più difficoltosa, riorganizzazione della flora batterica con maggior probabilità di sviluppare processi infiammatori a carico del tessuto parodontale, white spot e lesioni cariose. Per questi motivi il lavoro dell’igienista dovrebbe sempre affiancare quello dell’ortodontista, seguendo costantemente il paziente e scegliendo il programma preventivo più consono al singolo caso. Le lesioni non cariose dei tessuti duri dentali, erosioni e difetti di mineralizzazione, sono un reperto frequente nelle routine lavorativa di odontoiatri ed igienisti. Negli ultimi anni è stata evidenziata l’efficacia remineralizzante dei prodotti caseari; la ricerca ha individuato tali proprietà nella possibilità che questi prodotti hanno, di fornire al cavo orale ioni calcio e fosfato in forma biodisponibile. L’utilizzo di tali preparati nel trattamento delle ipoplasia di smalto e dentina sembra offrire possibilità terapeutiche ed estetiche di grande efficacia.

L’uso dei derivati alla caseina (CPP-ACP) nella remineralizzazione dello smalto / M.G. Cagetti. ((Intervento presentato al 21. convegno nazionale AIDI tenutosi a Milano nel 2011.

L’uso dei derivati alla caseina (CPP-ACP) nella remineralizzazione dello smalto

M.G. Cagetti
Primo
2011

Abstract

La carie continua a essere un importante problema sanitario che interessa ampie fasce di popolazione, sia infantile che adulta. I dati disponibili sulla prevalenza tra la popolazione italiana delle patologie orali, soprattutto carie e malattia parodontale, infatti, indicano come queste siano patologie ad ampia diffusione, ma che colpiscono soprattutto le fasce “deboli” di popolazione. E’ evidente quindi la necessità di istituire sia a livello comunitario, sia individuale di programmi preventivi evident based. I professionisti della salute orale devono, quindi, essere in grado di educare alla salute orale e fornire prestazioni preventive di elevata efficacia ai propri pazienti. In questa ottica, il professionista deve saper comunicare efficacemente con il proprio paziente in modo da acquisire una conoscenza approfondita delle sue abitudini e dei suoi stili di vita, così da poter valutare il grado di rischio di ammalare del paziente. La misurazione del grado di rischio avviene attraverso semplici e veloci test predittivi, che ogni professionista può attuare facilmente nel proprio studio. Sulla base dei dati ottenuti, il professionista instaura il piano di trattamento individualizzato e basato sul rischio di ammalare. Le metodiche base della prevenzione comprendono delle corrette abitudini alimentari e di igiene orale, il controllo dell’infezione batterica del cavo orale attraverso l’uso di presidi chimici quali la clorexidina e la fluoroprofilassi. Il ricorso a trattamenti ortodontici per correggere disarmonie dentali e, almeno nei pazienti più giovani, delle basi scheletriche è sempre più diffuso. Il mantenimento di una corretta igiene orale, con eliminazione accurata della placca, è un requisito indispensabile per tutelare la salute orale durante qualsiasi trattamento ortodontico fisso. In un soggetto portatore di dispositivi ortodontici fissi si assiste infatti alla riduzione dell’autodetersione con igiene orale più difficoltosa, riorganizzazione della flora batterica con maggior probabilità di sviluppare processi infiammatori a carico del tessuto parodontale, white spot e lesioni cariose. Per questi motivi il lavoro dell’igienista dovrebbe sempre affiancare quello dell’ortodontista, seguendo costantemente il paziente e scegliendo il programma preventivo più consono al singolo caso. Le lesioni non cariose dei tessuti duri dentali, erosioni e difetti di mineralizzazione, sono un reperto frequente nelle routine lavorativa di odontoiatri ed igienisti. Negli ultimi anni è stata evidenziata l’efficacia remineralizzante dei prodotti caseari; la ricerca ha individuato tali proprietà nella possibilità che questi prodotti hanno, di fornire al cavo orale ioni calcio e fosfato in forma biodisponibile. L’utilizzo di tali preparati nel trattamento delle ipoplasia di smalto e dentina sembra offrire possibilità terapeutiche ed estetiche di grande efficacia.
24-set-2011
Settore MED/28 - Malattie Odontostomatologiche
L’uso dei derivati alla caseina (CPP-ACP) nella remineralizzazione dello smalto / M.G. Cagetti. ((Intervento presentato al 21. convegno nazionale AIDI tenutosi a Milano nel 2011.
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