La Decision IV/10 della Convenzione sulla Diversità Biologica riconosce che “la stima del valore economico della biodiversità e delle risorse biologiche è uno strumento importante per ottimizzare gli interventi e calibrare gli incentivi economici”. In questo lavoro viene proposta una succinta rassegna delle metodologie economico-analitiche sviluppate negli ultimi anni per approcciare il problema. I metodi attualmente utilizzati possono essere suddivisi in due categorie: quelli basati sulla massimizzazione del profitto e quelli basate sul concetto di utilità. Del primo gruppo fa parte il “partial budgeting”, un metodo puramente contabile molto utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per definire l’importo dei sussidi per sostenere in situ le razze considerate a rischio di estinzione. Tale importo viene calcolato stimando la perdita di guadagno e i costi addizionali necessari all’allevamento di tali razze in confronto alla miglior alternativa di mercato possibile. Il vantaggio del metodo risiede essenzialmente nella facilità di applicazione e nella disponibilità diretta dei dati Segreteria organizzativa biod@irealp.it Segreteria tecnico-scientifica biod@unimi.it Sito web: www.biod.irealp.it necessari alla sua applicazione. Il punto critico invece è la artificiale inflessibilità con cui viene modellata la “scelta dell’allevatore”, poiché le altre attività aziendali sono considerate non influenzate dall’allevamento delle razze a rischio di estinzione. Modelli “farm simulation” superano la rigidità del budgeting parziale, poiché sono in grado di integrare nella stima tutto il complesso delle attività aziendali. Tuttavia i singoli processi aziendali, gli input e gli output devono essere collegati da relazioni precise. In particolare le Risorse genetiche animali sono considerate tra gli input in grado di determinare la tecnologia produttiva disponibile. La massimizzazione dell’utilità è alla base di metodi incentrati sulla stima diretta del valore economico di un prodotto che ha tra i suoi attributi la biodiversità (es. Hedonic value approach, Contingent valuation method, Conjoint Analysis, Discrete choice models etc.) che possono utilizzare dati reali di mercato, qualora disponibili, o dati raccolti somministrando a un campione di consumatori questionari con scenari di mercato ipotetici, che includono i prezzi dei prodotti in questione. In linea di principio, il valore di un bene sul mercato può essere derivato dall’analisi econometrica dei dati di prezzo relativi alle scelte di acquisto (ipotetiche o reali) dei consumatori con riferimento a un bene per il quale determinate caratteristiche dipendono dalla razza animale da cui è prodotto. Uno dei punti critici di questa analisi è che, generalmente, i prodotti animali vengono commercializzati in stock e solo in rari casi è possibile suddividerli in base alla razza di origine. Nel caso i consumatori fossero disposti a pagare un prezzo più alto per avere un prodotto proveniente da razze a rischio, sarebbe necessario analizzare le potenziali implicazioni per la logistica e la commercializzazione dei prodotti animali.

Stima del valore economico della biodiversità zootecnica: metodi e casi studio / R. Negrini, P. Sckokai, F. Chegdani, L. Colli, L. Bomba, A. Faladlaui, J. Roosen, P. Crepaldi, P. Ajmone Marsan. ((Intervento presentato al convegno BIOD - Coltivare la biodiversità. Agricoltura, foreste e territorio : conservare, innovare, pianificare tenutosi a Milano nel 2010.

Stima del valore economico della biodiversità zootecnica: metodi e casi studio

P. Crepaldi
Penultimo
;
2010

Abstract

La Decision IV/10 della Convenzione sulla Diversità Biologica riconosce che “la stima del valore economico della biodiversità e delle risorse biologiche è uno strumento importante per ottimizzare gli interventi e calibrare gli incentivi economici”. In questo lavoro viene proposta una succinta rassegna delle metodologie economico-analitiche sviluppate negli ultimi anni per approcciare il problema. I metodi attualmente utilizzati possono essere suddivisi in due categorie: quelli basati sulla massimizzazione del profitto e quelli basate sul concetto di utilità. Del primo gruppo fa parte il “partial budgeting”, un metodo puramente contabile molto utilizzato dalle amministrazioni pubbliche per definire l’importo dei sussidi per sostenere in situ le razze considerate a rischio di estinzione. Tale importo viene calcolato stimando la perdita di guadagno e i costi addizionali necessari all’allevamento di tali razze in confronto alla miglior alternativa di mercato possibile. Il vantaggio del metodo risiede essenzialmente nella facilità di applicazione e nella disponibilità diretta dei dati Segreteria organizzativa biod@irealp.it Segreteria tecnico-scientifica biod@unimi.it Sito web: www.biod.irealp.it necessari alla sua applicazione. Il punto critico invece è la artificiale inflessibilità con cui viene modellata la “scelta dell’allevatore”, poiché le altre attività aziendali sono considerate non influenzate dall’allevamento delle razze a rischio di estinzione. Modelli “farm simulation” superano la rigidità del budgeting parziale, poiché sono in grado di integrare nella stima tutto il complesso delle attività aziendali. Tuttavia i singoli processi aziendali, gli input e gli output devono essere collegati da relazioni precise. In particolare le Risorse genetiche animali sono considerate tra gli input in grado di determinare la tecnologia produttiva disponibile. La massimizzazione dell’utilità è alla base di metodi incentrati sulla stima diretta del valore economico di un prodotto che ha tra i suoi attributi la biodiversità (es. Hedonic value approach, Contingent valuation method, Conjoint Analysis, Discrete choice models etc.) che possono utilizzare dati reali di mercato, qualora disponibili, o dati raccolti somministrando a un campione di consumatori questionari con scenari di mercato ipotetici, che includono i prezzi dei prodotti in questione. In linea di principio, il valore di un bene sul mercato può essere derivato dall’analisi econometrica dei dati di prezzo relativi alle scelte di acquisto (ipotetiche o reali) dei consumatori con riferimento a un bene per il quale determinate caratteristiche dipendono dalla razza animale da cui è prodotto. Uno dei punti critici di questa analisi è che, generalmente, i prodotti animali vengono commercializzati in stock e solo in rari casi è possibile suddividerli in base alla razza di origine. Nel caso i consumatori fossero disposti a pagare un prezzo più alto per avere un prodotto proveniente da razze a rischio, sarebbe necessario analizzare le potenziali implicazioni per la logistica e la commercializzazione dei prodotti animali.
11-giu-2010
specie zootecniche ; valore economico ; agro-biodiversità
Settore AGR/17 - Zootecnica Generale e Miglioramento Genetico
Stima del valore economico della biodiversità zootecnica: metodi e casi studio / R. Negrini, P. Sckokai, F. Chegdani, L. Colli, L. Bomba, A. Faladlaui, J. Roosen, P. Crepaldi, P. Ajmone Marsan. ((Intervento presentato al convegno BIOD - Coltivare la biodiversità. Agricoltura, foreste e territorio : conservare, innovare, pianificare tenutosi a Milano nel 2010.
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