Le amnesie circoscritte al contesto di omicidi volontari sono state variamente riportate con stime che vanno dal 10 al 70%. Gran parte dei clinici ed esperti forensi sono scettici circa la possibilità che gli autori di un omicidio possano sviluppare un’amnesia post-crimine veritiera. Tuttavia, alcune recenti verifiche strumentali tramite le tecniche IAT (Implicit Association Test) e TARA (Timed Antagonistic Response Alethiometer) che indagano la memoria implicita riferita al fatto/reato del soggetto esaminato mediante registrazione dei tempi di reazione, indicano la possibilità che l’autore di un reato d’impeto possa manifestare una genuina amnesia lacunare psicogena. Questo lavoro riporta i risultati ottenuti con le tecniche di lie-detection, IAT e TARA, in due imputati accusati rispettivamente di omicidio e tentato omicidio. Mediante i risultati ottenuti viene avvalorata l’ipotesi di un’amnesia genuina post-crimine. Tali evidenze dimostrano che nonostante l’amnesia lacunare psicogena sia un sintomo spesso oggetto di simulazione nel contesto giudiziario, è necessario che i periti prima di concludere in modo affrettato ed eticamente non accettabile per un’amnesia simulata, indaghino mediante moderne procedure neuroscientifiche la genuinità dell’amnesia post-crimine. La dimostrazione di una reale amnesia lacunare post-crimine ha implicazioni processuali che riguardano da un lato la capacità di stare a giudizio e dall’altro la responsabilità penale. L’imputato accusato di un omicidio che non può ricordare l’evento criminoso potrebbe non riuscire a prender parte in modo significativo alla sua difesa e quindi potrebbe essere considerato non capace di subire processo. D’altro canto l’evidenza di un’amnesia post crimine potrebbe ridurre la responsabilità penale dell’imputato qualora venga dimostrato che l’amnesia lacunare sia dovuta ad uno stato dissociativo, vale a dire la particolare situazione clinica in cui si manifesta un’improvvisa perdita di memorie autobiografiche personali e del senso dell’identità personale durante l’atto delittuoso.
Amnesia lacunare post-crimine, problemi di verifica, considerazioni etiche e implicazioni processuali / M. Cristoffanini, S. Zago, M. Marini, A. Quadri, M. Mantero, G. Sartori. ((Intervento presentato al 3. convegno Neuroetica : le neuroscienze incontrano le altre discipline tenutosi a Padova nel 2011.
Amnesia lacunare post-crimine, problemi di verifica, considerazioni etiche e implicazioni processuali
S. Zago;
2011
Abstract
Le amnesie circoscritte al contesto di omicidi volontari sono state variamente riportate con stime che vanno dal 10 al 70%. Gran parte dei clinici ed esperti forensi sono scettici circa la possibilità che gli autori di un omicidio possano sviluppare un’amnesia post-crimine veritiera. Tuttavia, alcune recenti verifiche strumentali tramite le tecniche IAT (Implicit Association Test) e TARA (Timed Antagonistic Response Alethiometer) che indagano la memoria implicita riferita al fatto/reato del soggetto esaminato mediante registrazione dei tempi di reazione, indicano la possibilità che l’autore di un reato d’impeto possa manifestare una genuina amnesia lacunare psicogena. Questo lavoro riporta i risultati ottenuti con le tecniche di lie-detection, IAT e TARA, in due imputati accusati rispettivamente di omicidio e tentato omicidio. Mediante i risultati ottenuti viene avvalorata l’ipotesi di un’amnesia genuina post-crimine. Tali evidenze dimostrano che nonostante l’amnesia lacunare psicogena sia un sintomo spesso oggetto di simulazione nel contesto giudiziario, è necessario che i periti prima di concludere in modo affrettato ed eticamente non accettabile per un’amnesia simulata, indaghino mediante moderne procedure neuroscientifiche la genuinità dell’amnesia post-crimine. La dimostrazione di una reale amnesia lacunare post-crimine ha implicazioni processuali che riguardano da un lato la capacità di stare a giudizio e dall’altro la responsabilità penale. L’imputato accusato di un omicidio che non può ricordare l’evento criminoso potrebbe non riuscire a prender parte in modo significativo alla sua difesa e quindi potrebbe essere considerato non capace di subire processo. D’altro canto l’evidenza di un’amnesia post crimine potrebbe ridurre la responsabilità penale dell’imputato qualora venga dimostrato che l’amnesia lacunare sia dovuta ad uno stato dissociativo, vale a dire la particolare situazione clinica in cui si manifesta un’improvvisa perdita di memorie autobiografiche personali e del senso dell’identità personale durante l’atto delittuoso.Pubblicazioni consigliate
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