Il luogo comune sulla scarsa sensibilità di De Gasperi per i temi e le questioni economiche nasce e si diffonde già durante la sua attività di presidente del Consiglio e in particolare dopo la svolta del maggio ’47. Dal quel momento, contrassegnato dall’estromissione dei comunisti e dall’ingresso nel suo IV Gabinetto dei protagonisti della quella che sarà la cosiddetta linea Einaudi-Pella, l’accusa di aver delegato a “tecnici” liberali la gestione della politica economica nazionale – mossagli dalle componenti più nuove del suo stesso partito e dalle forze d’opposizione – si salderà con l’addebito di una inadeguata conoscenza delle materie economiche e con il rimprovero di una certa indifferenza verso questi problemi. Si generalizzò così l’immagine di un capo del governo quasi ingenuo e distaccato sotto il profilo economico, sostanzialmente subalterno dei suoi ministri (e il fatto che uno di questi si chiamasse Luigi Einaudi non smentiva questa lettura) nelle scelte cruciali in questo campo. L'articolo si pone invece l’obiettivo specifico di fornire alcuni elementi documentari – provenienti dal fondo Corrispondenza dell’Archivio De Gasperi – utili a delineare l'effettiva sensibilità economica del Presidente del consiglio e a ricomporre le fibre più intime della sua fisionomia operativa in questo settore. Si tratta di alcune indicazioni che consentono di ricostruire la sua attenzione per le questioni economiche, per la scelta degli uomini, oltre che di cogliere la modalità e la portata della sua azione di coordinamento e di indirizzo all’interno della complessa dinamica decisionale che caratterizzò la politica economica dell’immediato dopoguerra. Il materiale di riferimento è costituito per lo più da lettere inviate e ricevute dai suoi ministri o da esponenti del mondo economico, da appunti scritti a matita con la sua tipica grafia goticheggiante su tecnici, politici o su argomenti dibattuti nell’esecutivo e in parlamento, da note per la preparazione di discorsi e da articoli di giornale. Ne emerge così, al di là del colore della sua proposta economica che per De Gasperi l’economia finiva per rivestire un valore che trascendeva il suo specifico campo d’azione (per poi ricomprenderlo), proprio in quanto disciplina assoluta delle scelte, come già ebbe modo di mettere luce Malvestiti in una testimonianza quasi totalmente ignorata.

La 'sensibilità' economica di De Gasperi / G. De Luca - In: Alcide De Gasperi nella storia dell’Italia Repubblicana a cinquant’anni dalla morte : atti del Convegno di studio : Salerno, 28-29-30 ottobre 2004 / [a cura di] D. Ivone. - Napoli : Editoriale Scientifica, 2006. - ISBN 8889373776. - pp. 511-525 (( convegno Alcide De Gasperi nella storia dell'Italia repubblicana a cinquant'anni dalla morte tenutosi a Salerno nel 2004.

La 'sensibilità' economica di De Gasperi

G. De Luca
Primo
2006

Abstract

Il luogo comune sulla scarsa sensibilità di De Gasperi per i temi e le questioni economiche nasce e si diffonde già durante la sua attività di presidente del Consiglio e in particolare dopo la svolta del maggio ’47. Dal quel momento, contrassegnato dall’estromissione dei comunisti e dall’ingresso nel suo IV Gabinetto dei protagonisti della quella che sarà la cosiddetta linea Einaudi-Pella, l’accusa di aver delegato a “tecnici” liberali la gestione della politica economica nazionale – mossagli dalle componenti più nuove del suo stesso partito e dalle forze d’opposizione – si salderà con l’addebito di una inadeguata conoscenza delle materie economiche e con il rimprovero di una certa indifferenza verso questi problemi. Si generalizzò così l’immagine di un capo del governo quasi ingenuo e distaccato sotto il profilo economico, sostanzialmente subalterno dei suoi ministri (e il fatto che uno di questi si chiamasse Luigi Einaudi non smentiva questa lettura) nelle scelte cruciali in questo campo. L'articolo si pone invece l’obiettivo specifico di fornire alcuni elementi documentari – provenienti dal fondo Corrispondenza dell’Archivio De Gasperi – utili a delineare l'effettiva sensibilità economica del Presidente del consiglio e a ricomporre le fibre più intime della sua fisionomia operativa in questo settore. Si tratta di alcune indicazioni che consentono di ricostruire la sua attenzione per le questioni economiche, per la scelta degli uomini, oltre che di cogliere la modalità e la portata della sua azione di coordinamento e di indirizzo all’interno della complessa dinamica decisionale che caratterizzò la politica economica dell’immediato dopoguerra. Il materiale di riferimento è costituito per lo più da lettere inviate e ricevute dai suoi ministri o da esponenti del mondo economico, da appunti scritti a matita con la sua tipica grafia goticheggiante su tecnici, politici o su argomenti dibattuti nell’esecutivo e in parlamento, da note per la preparazione di discorsi e da articoli di giornale. Ne emerge così, al di là del colore della sua proposta economica che per De Gasperi l’economia finiva per rivestire un valore che trascendeva il suo specifico campo d’azione (per poi ricomprenderlo), proprio in quanto disciplina assoluta delle scelte, come già ebbe modo di mettere luce Malvestiti in una testimonianza quasi totalmente ignorata.
visione economica di A. De Gasperi ; politica economica italiana ; 1945-1954
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2006
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