Il Jefferson degli studiosi è oggi assai diverso da quello che era soltanto alcuni decenni fa. La generale tendenza a descrivere il processo di fondazione degli Stati Uniti d’America come connotato da radicalismo democratico ha fatto sì che l’immagine del virginiano sia oggi lontana dalla realtà storica. Molti lavori recenti su Jefferson affermano che egli non era un liberale lockiano, ma un proto-socialista, pronto ad espropriare i ricchi sulla base della considerazione che i diritti di proprietà sono mere convenzioni e un grazioso dono della società. Al contrario, gli scritti di Jefferson non forniscono alcun appiglio a tale interpretazione. Tali scritti dimostrano che egli fu un teorico del diritto naturale di matrice lockiana. La sua visione politica radicalizza la dottrina di John Locke, ma mai se ne discosta. Egli fu un convinto assertore della naturalità del diritto di proprietà, e del fatto che l’unica legittima funzione del governo sia quella di tutelare gli individui nel godimento dei propri diritti naturali. Le risoluzioni del Kentucky furono centrali nel pensiero jeffersoniano: la dottrina dei diritti degli Stati che egli qui espose per la prima volta fu da ultimo ancora più importante del suo impegno di tutta una vita a favore dei diritti naturali. Il federalismo autentico era l’unico modo per proteggere veramente i diritti naturali dell’uomo.

Thomas Jefferson e la repubblica federale dei diritti naturali / L.M. Bassani. - In: BIBLIOTECA DELLA LIBERTÀ. - ISSN 0006-1654. - 37:167(2002), pp. 81-97.

Thomas Jefferson e la repubblica federale dei diritti naturali

L.M. Bassani
Primo
2002

Abstract

Il Jefferson degli studiosi è oggi assai diverso da quello che era soltanto alcuni decenni fa. La generale tendenza a descrivere il processo di fondazione degli Stati Uniti d’America come connotato da radicalismo democratico ha fatto sì che l’immagine del virginiano sia oggi lontana dalla realtà storica. Molti lavori recenti su Jefferson affermano che egli non era un liberale lockiano, ma un proto-socialista, pronto ad espropriare i ricchi sulla base della considerazione che i diritti di proprietà sono mere convenzioni e un grazioso dono della società. Al contrario, gli scritti di Jefferson non forniscono alcun appiglio a tale interpretazione. Tali scritti dimostrano che egli fu un teorico del diritto naturale di matrice lockiana. La sua visione politica radicalizza la dottrina di John Locke, ma mai se ne discosta. Egli fu un convinto assertore della naturalità del diritto di proprietà, e del fatto che l’unica legittima funzione del governo sia quella di tutelare gli individui nel godimento dei propri diritti naturali. Le risoluzioni del Kentucky furono centrali nel pensiero jeffersoniano: la dottrina dei diritti degli Stati che egli qui espose per la prima volta fu da ultimo ancora più importante del suo impegno di tutta una vita a favore dei diritti naturali. Il federalismo autentico era l’unico modo per proteggere veramente i diritti naturali dell’uomo.
Settore SPS/02 - Storia delle Dottrine Politiche
2002
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