Dottrina e giurisprudenza degli anni appena successivi alla promulgazione della legge speciale sull’esercizio delle professioni di avvocato e procuratore del 1874 si interrogarono e dibatterono vivacemente sulla natura del rapporto contrattuale intercorrente tra professionista del foro e cliente, affrontando una spinosa questione che si agitava nella scienza del diritto fin dai tempi lontanissimi dei giureconsulti della romanità classica. La quaestio iuris era se lo schema negoziale di riferimento fosse il contratto di mandato, per sua natura essenzialmente gratuito, utilizzato per le prestazioni così dette inestimabili e con possibilità di rappresentanza del mandante, ovvero la locazione d’opera, contratto tipico di prestazione di servizi, normalmente impiegato per il compimento di lavori manuali suscettibili di un corrispettivo come prezzo dell’opera prestata, o ancora configurasse un’ipotesi specialissima di contratto professionale, per i risvolti giuspubblicistici inerenti, assieme a quelli strettamente privatistici, all’istituto del patrocinio. Diversi erano infatti, nelle differenti ipotesi, i diritti e le obbligazioni che si producevano in capo alle parti contraenti, come varie erano le conseguenze giuridiche che discendevano dall’inadempimento degli obblighi e le modalità di cessazione del rapporto.

Mandato, locazione d'opera o contratto atipico : la natura del rapporto professionale tra avvocato e cliente nell'Italia postunitaria / A. Santangelo - In: Mélanges en l'honneur d'Anne Lefebvre Teillard / [a cura di] B. D'Alteroche, F. Demoulin-Auzary, O. Descamps, F. Roumy.. - Paris : Editions Panthéon-Assas, 2009. - ISBN 978-2-913397-86-6. - pp. 949-962

Mandato, locazione d'opera o contratto atipico : la natura del rapporto professionale tra avvocato e cliente nell'Italia postunitaria

A. Santangelo
Primo
2009

Abstract

Dottrina e giurisprudenza degli anni appena successivi alla promulgazione della legge speciale sull’esercizio delle professioni di avvocato e procuratore del 1874 si interrogarono e dibatterono vivacemente sulla natura del rapporto contrattuale intercorrente tra professionista del foro e cliente, affrontando una spinosa questione che si agitava nella scienza del diritto fin dai tempi lontanissimi dei giureconsulti della romanità classica. La quaestio iuris era se lo schema negoziale di riferimento fosse il contratto di mandato, per sua natura essenzialmente gratuito, utilizzato per le prestazioni così dette inestimabili e con possibilità di rappresentanza del mandante, ovvero la locazione d’opera, contratto tipico di prestazione di servizi, normalmente impiegato per il compimento di lavori manuali suscettibili di un corrispettivo come prezzo dell’opera prestata, o ancora configurasse un’ipotesi specialissima di contratto professionale, per i risvolti giuspubblicistici inerenti, assieme a quelli strettamente privatistici, all’istituto del patrocinio. Diversi erano infatti, nelle differenti ipotesi, i diritti e le obbligazioni che si producevano in capo alle parti contraenti, come varie erano le conseguenze giuridiche che discendevano dall’inadempimento degli obblighi e le modalità di cessazione del rapporto.
Settore IUS/19 - Storia del Diritto Medievale e Moderno
2009
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