Introduzione - Recentemente il Gruppo Italiano dei Patologi Forensi (Società Italiana di Medicina Legale) ha proposto una collaborazione scientifica a tutti i settorati sul territorio nazionale per accrescere la comprensione dei meccanismi tanatologici e delle possibili variabili nel periodo compreso entro le prime 24 ore dal decesso. La Sezione di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Milano ha aderito alla proposta e ne discute in tale sede la metodologia applicativa e le criticità emerse nella raccolta e nella discussione dei dati.Materiali e metodi - Sono stati selezionati per lo studio i cadaveri trasportati presso il Civico Obitorio di Milano di cui fosse nota con precisione l’ora del decesso. Ogni cadavere è stato trattenuto per il periodo della sperimentazione nelle sale di osservazione, senza modificarne in modo sostanziale la posizione e la disposizione dei vestiti indossati. Nel corso delle prime 24 ore sono state effettuate registrazioni delle modificazioni tanatologiche con rilevazioni distanziate di una o due ore. Maggiore attenzione è stata posta alla registrazione della temperatura: accanto alla classica rilevazione della temperatura rettale [1-2] è stato registrato il decremento termico anche in altre sedi corporee con metodi non invasivi: la membrana timpanica, la narice (in sede esterna e profonda) e la rinofaringe [3]. Ogni variabile registrata è stata posta a confronto cronologico con le altre e correlata direttamente con la nota ora del decesso e, successivamente, posta a confronto critico con i classici metodi di stima dell’epoca della morte (Henssge, Moritz, etc.), valutando eventuali divergenze o convergenze.Risultati e Conclusioni - Sebbene una struttura universitaria come quella del settorato milanese offra la possibilità di osservare tutti i decessi da causa violenta in Milano e provincia, il monitoraggio dei parametri tanatologici fin dalla prima ora dal decesso è risultata spesso impraticabile in mancanza di una struttura ospedaliera di riferimento. Inoltre, alcune misurazioni sono risultate spesso inattuabili sul piano tecnico (ad es. la rilevazione della temperatura del rinofaringe nei soggetti con fratture complesse di splancnocranio) o per la necessità di preservare l’integrità della salma sotto sequestro giudiziario ai fini della successiva indagine autoptica (impossibilità di perforazione del timpano per il rilevamento della temperatura endoauricolare). In quattro casi è stato possibile completare un’osservazione di 24 ore con rilevazioni seriate della temperatura corporea nei siti stabiliti: ne è emersa una sostanziale stabilità e regolarità nella curva di decremento delle temperature timpaniche e del rinofaringe, mentre la temperatura rettale e della narice hanno spesso dato esito a curve di decremento irregolari. Emerge quindi la necessità di estendere il più possibile a tutti i settorati nazionali tale campo di indagine proponendo protocolli con precise standardizzazioni di metodo al fine di rendere omogenei e confrontabili i dati raccolti.Bibliografia1. C. Henssge, B. Madea. Estimation of the time since death. Forensic. Sci. Int. 165: 182-4, 2007.2. G. Umani Ronchi, G. Bolino, F. Traditi. La diagnosi di epoca della morte. Giuffrè, Milano, 2002.3. L.D.M. Nokes, T. Flint, S. Jaafar, B.H. Knight. The use of either the nose or outer ear as a means of determining the postmortem period of a human corpse. Forensic Sci. Int. 54: 153-158, 1992.
Metodologia applicativa e criticità del protocollo tanatologico proposto dal G.I.P.F.: esperienza del settorato di Milano / A. Battistini, M.B. Casali, F. Mobilia, M. Bianchi, N. Chinnici, L.R. Marasciuolo, C. Cattaneo, R. Zoia. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.
Metodologia applicativa e criticità del protocollo tanatologico proposto dal G.I.P.F.: esperienza del settorato di Milano
M.B. Casali;F. Mobilia;M. Bianchi;N. Chinnici;L.R. Marasciuolo;C. Cattaneo;R. Zoia
2010
Abstract
Introduzione - Recentemente il Gruppo Italiano dei Patologi Forensi (Società Italiana di Medicina Legale) ha proposto una collaborazione scientifica a tutti i settorati sul territorio nazionale per accrescere la comprensione dei meccanismi tanatologici e delle possibili variabili nel periodo compreso entro le prime 24 ore dal decesso. La Sezione di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Milano ha aderito alla proposta e ne discute in tale sede la metodologia applicativa e le criticità emerse nella raccolta e nella discussione dei dati.Materiali e metodi - Sono stati selezionati per lo studio i cadaveri trasportati presso il Civico Obitorio di Milano di cui fosse nota con precisione l’ora del decesso. Ogni cadavere è stato trattenuto per il periodo della sperimentazione nelle sale di osservazione, senza modificarne in modo sostanziale la posizione e la disposizione dei vestiti indossati. Nel corso delle prime 24 ore sono state effettuate registrazioni delle modificazioni tanatologiche con rilevazioni distanziate di una o due ore. Maggiore attenzione è stata posta alla registrazione della temperatura: accanto alla classica rilevazione della temperatura rettale [1-2] è stato registrato il decremento termico anche in altre sedi corporee con metodi non invasivi: la membrana timpanica, la narice (in sede esterna e profonda) e la rinofaringe [3]. Ogni variabile registrata è stata posta a confronto cronologico con le altre e correlata direttamente con la nota ora del decesso e, successivamente, posta a confronto critico con i classici metodi di stima dell’epoca della morte (Henssge, Moritz, etc.), valutando eventuali divergenze o convergenze.Risultati e Conclusioni - Sebbene una struttura universitaria come quella del settorato milanese offra la possibilità di osservare tutti i decessi da causa violenta in Milano e provincia, il monitoraggio dei parametri tanatologici fin dalla prima ora dal decesso è risultata spesso impraticabile in mancanza di una struttura ospedaliera di riferimento. Inoltre, alcune misurazioni sono risultate spesso inattuabili sul piano tecnico (ad es. la rilevazione della temperatura del rinofaringe nei soggetti con fratture complesse di splancnocranio) o per la necessità di preservare l’integrità della salma sotto sequestro giudiziario ai fini della successiva indagine autoptica (impossibilità di perforazione del timpano per il rilevamento della temperatura endoauricolare). In quattro casi è stato possibile completare un’osservazione di 24 ore con rilevazioni seriate della temperatura corporea nei siti stabiliti: ne è emersa una sostanziale stabilità e regolarità nella curva di decremento delle temperature timpaniche e del rinofaringe, mentre la temperatura rettale e della narice hanno spesso dato esito a curve di decremento irregolari. Emerge quindi la necessità di estendere il più possibile a tutti i settorati nazionali tale campo di indagine proponendo protocolli con precise standardizzazioni di metodo al fine di rendere omogenei e confrontabili i dati raccolti.Bibliografia1. C. Henssge, B. Madea. Estimation of the time since death. Forensic. Sci. Int. 165: 182-4, 2007.2. G. Umani Ronchi, G. Bolino, F. Traditi. La diagnosi di epoca della morte. Giuffrè, Milano, 2002.3. L.D.M. Nokes, T. Flint, S. Jaafar, B.H. Knight. The use of either the nose or outer ear as a means of determining the postmortem period of a human corpse. Forensic Sci. Int. 54: 153-158, 1992.Pubblicazioni consigliate
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