Introduzione: il rilievo di un quadro patologico dopo esumazione a causa dei fattori che attivamente svolgono un ruolo importante nella decomposizione cadaverica[1], rappresenta un problema di non facile soluzione specie per ciò che attiene l’individuazione di reperti patologici che costituiscono il fondamento di un giudizio medico legale sulla causa di morte. Le modificazioni responsabili della disintegrazione delle strutture tissutali, sono in grado di determinare alterazioni che rendono assai difficoltoso il riconoscimento di modificazioni patologiche e possono, a volte, simulare processi istopatologici non presenti[2]. Per il superamento di tali limiti, per quanto possibile, si rende indispensabile, ai fini di una corretta diagnosi, impostare una valida indagine istologica ricorrendo all’applicazione di tecniche utili a trarre informazioni valide. Scopo della presente ricerca è l’applicazione di tecniche colorative speciali su materiale cadaverico esumato per evidenziare componenti a diversa capacità di resistenza alla decomposizione.Materiale e metodi: per l’analisi sono stati utilizzati cadaveri esumati dopo un periodo di inumazione compreso tra 3 mesi e 3 anni; in corso di autopsia sono stati prelevati frammenti di cervello, polmone, cuore, coronarie, fegato, milza e muscolo psoas. Il materiale è stato fissato in formalina tamponata al 10% e, quindi, avviato alla routinaria preparazione istologica. Le sezioni ottenute sono state colorate con Ematossilina-Eosina di base e con le seguenti colorazioni istochimiche: Tricromica secondo Masson, impregnazione argentica di Gomori, metodica di Weigert, reazione all’acido periodico di Schiff, Giemsa, reazione al blu di Prussia di Perl’s, Alizarina e Kluver-Barrera.Risultati: attraverso l’esame istopatologico del materiale esumato sottoposto a colorazioni istomorfologiche ed istochimiche speciali è stato possibile identificare gli organi ed evidenziare alcune pregresse patologie in taluni casi.Conclusioni: l’impiego della sola colorazione Ematossilina-Eosina non è indicata come unica risorsa tecnica per affrontare in modo completo casi connotati da alterazioni trasformative avanzate. L’applicazione di tecniche istomorfologiche ed istochimiche speciali, debitamente ponderate, costituisce un valido ausilio per l’analisi istopatologica di materiale di questo tipo, rappresentando l’unica, attuale via, indirizzata all’impiego di tutte le risorse disponibili per l’acquisizione di dati di rilievo medico-legale.
Rilievo di quadri patologici in tessuti cadaverici dopo sepoltura: applicazione di tecniche istopatologiche a fini medico-legali / E. Palazzo, S. Andreola, G. Gentile, A. Taborelli, R. Zoia. ((Intervento presentato al 7. convegno Convegno Nazionale tenutosi a Santa Margherita Ligure nel 2010.
Rilievo di quadri patologici in tessuti cadaverici dopo sepoltura: applicazione di tecniche istopatologiche a fini medico-legali
E. PalazzoPrimo
;G. Gentile;A. TaborelliPenultimo
;R. ZoiaUltimo
2010
Abstract
Introduzione: il rilievo di un quadro patologico dopo esumazione a causa dei fattori che attivamente svolgono un ruolo importante nella decomposizione cadaverica[1], rappresenta un problema di non facile soluzione specie per ciò che attiene l’individuazione di reperti patologici che costituiscono il fondamento di un giudizio medico legale sulla causa di morte. Le modificazioni responsabili della disintegrazione delle strutture tissutali, sono in grado di determinare alterazioni che rendono assai difficoltoso il riconoscimento di modificazioni patologiche e possono, a volte, simulare processi istopatologici non presenti[2]. Per il superamento di tali limiti, per quanto possibile, si rende indispensabile, ai fini di una corretta diagnosi, impostare una valida indagine istologica ricorrendo all’applicazione di tecniche utili a trarre informazioni valide. Scopo della presente ricerca è l’applicazione di tecniche colorative speciali su materiale cadaverico esumato per evidenziare componenti a diversa capacità di resistenza alla decomposizione.Materiale e metodi: per l’analisi sono stati utilizzati cadaveri esumati dopo un periodo di inumazione compreso tra 3 mesi e 3 anni; in corso di autopsia sono stati prelevati frammenti di cervello, polmone, cuore, coronarie, fegato, milza e muscolo psoas. Il materiale è stato fissato in formalina tamponata al 10% e, quindi, avviato alla routinaria preparazione istologica. Le sezioni ottenute sono state colorate con Ematossilina-Eosina di base e con le seguenti colorazioni istochimiche: Tricromica secondo Masson, impregnazione argentica di Gomori, metodica di Weigert, reazione all’acido periodico di Schiff, Giemsa, reazione al blu di Prussia di Perl’s, Alizarina e Kluver-Barrera.Risultati: attraverso l’esame istopatologico del materiale esumato sottoposto a colorazioni istomorfologiche ed istochimiche speciali è stato possibile identificare gli organi ed evidenziare alcune pregresse patologie in taluni casi.Conclusioni: l’impiego della sola colorazione Ematossilina-Eosina non è indicata come unica risorsa tecnica per affrontare in modo completo casi connotati da alterazioni trasformative avanzate. L’applicazione di tecniche istomorfologiche ed istochimiche speciali, debitamente ponderate, costituisce un valido ausilio per l’analisi istopatologica di materiale di questo tipo, rappresentando l’unica, attuale via, indirizzata all’impiego di tutte le risorse disponibili per l’acquisizione di dati di rilievo medico-legale.Pubblicazioni consigliate
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