Questo contributo ripercorre la storia delle principali crisi finanziarie dell’età moderna e contemporanea concentrandosi sul ruolo decisivo svolto dal comportamento non razionale dei suoi vari attori, dagli investitori agli speculatori per giungere fino a quello tenuto dalle stesse istituzioni. Infatti, insieme alla psicologia, alle neuroscienze e ad altre branche disciplinari, la storia economica può aiutare a discutere le fondamenta dell’assunzione di razionalità (che è alla base dell’edificio concettuale del mainstream economico), mostrando come questo principio è stato, ed è, più un apriori, più una fertile ipotesi, che un’effettiva realtà storica. Riducendo il rilievo delle formalizzazioni schematizzanti e dando più ascolto alla complessità del racconto umano, è tempo che l’economia accetti la realtà; e la ricostruzione di alcune delle più importanti crisi finanziarie dell’epoca moderna e contemporanea, con particolare riguardo al comportamento irrazionale tenuto dagli attori, ne fornisce una delle motivazioni sicuramente più probanti. Nel modello di interpretazione più condiviso, l’euforia per il nuovo oggetto della speculazione finanziaria (dai tulipani nel 1637 alle azioni ferroviarie nel 1847, dai titoli delle compagnie commerciali nel 1720 ai fondi d’investimento nel 1987) si trasforma presto in manìa, intesa come eccesso speculativo diffuso tra il pubblico, grazie ad una serie di euristiche e di altri costrutti psicologici (dal pensiero magico al comportamento gregario passando per l’euristica della rappresentatività ) che concorrono a gonfiare la bolla speculativa; questa esplode appena le aspettative di guadagno oscillano e la dissonanza cognitiva scompare. Le crisi finanziarie fanno parte della meccanica stessa del capitalismo e costituiscono dei punti di svolta dei sistemi economici, ma l’intima comprensione che la sinergia tra storia economica e psicologia ne permettono, è alla base della migliore e più equa difesa dalla loro conseguenze, perché se è vero che non è possibile impedire ad ognuno to make a foolish of himself, è altrettanto vero che è possibile impedire ai più furbi di ingannare i meno informati e i meno consapevoli degli effettivi meccanismi delle attività finanziarie, da quelli macroeconomici a quelli decisionali.

Comportamento e crisi finanziarie in prospettiva storica / G. De Luca - In: Psicoeconomia della vita quotidiana / [a cura di] C. Lucchiari, G. Pravettoni. - Milano : McGraw-Hill, 2011. - ISBN 9788838665615. - pp. 79-100

Comportamento e crisi finanziarie in prospettiva storica

G. De Luca
Primo
2011

Abstract

Questo contributo ripercorre la storia delle principali crisi finanziarie dell’età moderna e contemporanea concentrandosi sul ruolo decisivo svolto dal comportamento non razionale dei suoi vari attori, dagli investitori agli speculatori per giungere fino a quello tenuto dalle stesse istituzioni. Infatti, insieme alla psicologia, alle neuroscienze e ad altre branche disciplinari, la storia economica può aiutare a discutere le fondamenta dell’assunzione di razionalità (che è alla base dell’edificio concettuale del mainstream economico), mostrando come questo principio è stato, ed è, più un apriori, più una fertile ipotesi, che un’effettiva realtà storica. Riducendo il rilievo delle formalizzazioni schematizzanti e dando più ascolto alla complessità del racconto umano, è tempo che l’economia accetti la realtà; e la ricostruzione di alcune delle più importanti crisi finanziarie dell’epoca moderna e contemporanea, con particolare riguardo al comportamento irrazionale tenuto dagli attori, ne fornisce una delle motivazioni sicuramente più probanti. Nel modello di interpretazione più condiviso, l’euforia per il nuovo oggetto della speculazione finanziaria (dai tulipani nel 1637 alle azioni ferroviarie nel 1847, dai titoli delle compagnie commerciali nel 1720 ai fondi d’investimento nel 1987) si trasforma presto in manìa, intesa come eccesso speculativo diffuso tra il pubblico, grazie ad una serie di euristiche e di altri costrutti psicologici (dal pensiero magico al comportamento gregario passando per l’euristica della rappresentatività ) che concorrono a gonfiare la bolla speculativa; questa esplode appena le aspettative di guadagno oscillano e la dissonanza cognitiva scompare. Le crisi finanziarie fanno parte della meccanica stessa del capitalismo e costituiscono dei punti di svolta dei sistemi economici, ma l’intima comprensione che la sinergia tra storia economica e psicologia ne permettono, è alla base della migliore e più equa difesa dalla loro conseguenze, perché se è vero che non è possibile impedire ad ognuno to make a foolish of himself, è altrettanto vero che è possibile impedire ai più furbi di ingannare i meno informati e i meno consapevoli degli effettivi meccanismi delle attività finanziarie, da quelli macroeconomici a quelli decisionali.
Crisi finanziarie; comportamento; 17.-20. secolo
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
2011
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