L’articolo presenta gli obiettivi, il contesto, l’approccio teorico e le motivazioni che hanno dato vita al progetto di ricerca sulla condizione precaria delle donne che lavorano come collaboratrici e socie nelle microimprese familiari dell’artigianato. Il Sistema Informativo della Regione Piemonte in collaborazione con il Sistema Confederale dell’Artigianato (rappresentato dalle tre Confederazioni CNA, Confartigianato e Casartigiani), l'IRES Piemonte e la Coop. Antilia (Torino), dando seguito a una discussione seminariale esistente da alcuni anni tra i gruppi di donne, ha approntato un progetto di ricerca volto a mappare la condizione socio professionale nel territorio regionale. La finalità della ricerca è quella di fornire un’analisi che metta in luce una pluralità di fenomeni e aspetti quali: - la presenza femminile nell’impresa artigiana all’interno di una panoramica del lavoro autonomo nell’artigianato in Piemonte; - l’apporto femminile delle figure professionali quali le collaboratrici e le socie collocate in imprese a titolarità maschile non immediatamente visibili nell’artigianato; - le caratteristiche socio economiche fondamentali dei due profili socio professionali in oggetto; - le condizioni concrete nelle quali lavorano, quali funzioni svolgono e in quali settori, quali sono le competenze formali e informali che vengono messe al lavoro e qual è la rappresentazione della condizione che ne forniscono le dirette interessate ; - il quadro degli strumenti normativi e giuridici che regolano il lavoro in questi specifici profili professionali. Ci domandiamo a quali servizi e tutele socio lavorative le collaboratrici possono effettivamente accedere e intendiamo comprendere quali ostacoli impediscono l’accesso a maggiori tutele normative, fiscali, contributive, se vi è una sufficiente conoscenza a livello informativo degli strumenti ai quali è possibile accedere, e/o se vi sono altri ostacoli di tipo sociale familiare o relazionale che impediscono l’accesso alle tutele ; - alcune best practices nell’ambito delle politiche di conciliazione e a sostegno dell’accesso ai servizi per le collaboratrici e le socie quali sono gli strumenti attivati e utilizzati nelle politiche regionali per sostenere le lavoratrici nell’accesso a questi strumenti. L’articolo prende spunto dalla presentazione del progetto di ricerca svolta nel corso del convegno di studi dedicato al tema “Genere e precarietà” e tenutosi presso l’Università di Trento a cura del Centro di Studi Interdisciplinari di Genere (CSG) nel novembre 2009.
Valore e vulnerabilità della precaria condizione femminile nelle imprese familiari artigiane piemontesi / E. Armano, B. Chiavarino, A. Tavella, S. Cominu, V. Ferrero. - In: QUADERNI DI RICERCA SULL'ARTIGIANATO. - ISSN 1590-296X. - 54:1(2010), pp. 27-71. ((Intervento presentato al convegno Genere e precarietà tenutosi a Trento nel 2009.
Valore e vulnerabilità della precaria condizione femminile nelle imprese familiari artigiane piemontesi
E. ArmanoPrimo
;
2010
Abstract
L’articolo presenta gli obiettivi, il contesto, l’approccio teorico e le motivazioni che hanno dato vita al progetto di ricerca sulla condizione precaria delle donne che lavorano come collaboratrici e socie nelle microimprese familiari dell’artigianato. Il Sistema Informativo della Regione Piemonte in collaborazione con il Sistema Confederale dell’Artigianato (rappresentato dalle tre Confederazioni CNA, Confartigianato e Casartigiani), l'IRES Piemonte e la Coop. Antilia (Torino), dando seguito a una discussione seminariale esistente da alcuni anni tra i gruppi di donne, ha approntato un progetto di ricerca volto a mappare la condizione socio professionale nel territorio regionale. La finalità della ricerca è quella di fornire un’analisi che metta in luce una pluralità di fenomeni e aspetti quali: - la presenza femminile nell’impresa artigiana all’interno di una panoramica del lavoro autonomo nell’artigianato in Piemonte; - l’apporto femminile delle figure professionali quali le collaboratrici e le socie collocate in imprese a titolarità maschile non immediatamente visibili nell’artigianato; - le caratteristiche socio economiche fondamentali dei due profili socio professionali in oggetto; - le condizioni concrete nelle quali lavorano, quali funzioni svolgono e in quali settori, quali sono le competenze formali e informali che vengono messe al lavoro e qual è la rappresentazione della condizione che ne forniscono le dirette interessate ; - il quadro degli strumenti normativi e giuridici che regolano il lavoro in questi specifici profili professionali. Ci domandiamo a quali servizi e tutele socio lavorative le collaboratrici possono effettivamente accedere e intendiamo comprendere quali ostacoli impediscono l’accesso a maggiori tutele normative, fiscali, contributive, se vi è una sufficiente conoscenza a livello informativo degli strumenti ai quali è possibile accedere, e/o se vi sono altri ostacoli di tipo sociale familiare o relazionale che impediscono l’accesso alle tutele ; - alcune best practices nell’ambito delle politiche di conciliazione e a sostegno dell’accesso ai servizi per le collaboratrici e le socie quali sono gli strumenti attivati e utilizzati nelle politiche regionali per sostenere le lavoratrici nell’accesso a questi strumenti. L’articolo prende spunto dalla presentazione del progetto di ricerca svolta nel corso del convegno di studi dedicato al tema “Genere e precarietà” e tenutosi presso l’Università di Trento a cura del Centro di Studi Interdisciplinari di Genere (CSG) nel novembre 2009.File | Dimensione | Formato | |
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