Oggetto del contributo sono le modifiche apportate alla disciplina del regime detentivo speciale ex art. 41 bis o.p. dalla l. 15 luglio 2009, n. 94. Oltre all''esame delle novità legislative, il lavoro è anche l’occasione per ripercorrere l’evoluzione normativa di questa misura introdotta nel nostro ordinamento quasi venti anni fa: nato in una situazione di emergenza oggi, a seguito di diversi interventi riformatori, il 41 bis si configura come una misura destinata ad autori della criminalità organizzata che si presumono pericolosi per la sicurezza pubblica, sulla base dell’accertamento dell’attualità dei collegamenti con le associazioni di appartenenza. Proprio la pericolosità dei suoi destinatari giustifica la finalizzazione della misura alla prevenzione speciale, nella forma della neutralizzazione: come espressamente riconosciuto nel comma 2 dell’art. 41 bis o.p., le restrizioni sono finalizzate ad impedire i collegamenti tra i detenuti e tra detenuti e mondo esterno. Considerato che le esigenze di prevenzione speciale poste alla base dell’istituto sono tutt’ora persistenti (lo dimostrano riscontri giudiziari di sicuro spessore), ma considerato d’altro canto che il rispetto dei diritti fondamentali della persona rappresenta l’essenza irrinunciabile di uno Stato di diritto, l’obiettivo che l’Autore si propone nell’esaminare la disciplina del regime detentivo speciale è di verificare se il legislatore abbia individuato un punto di equilibrio ragionevole tra le due opposte esigenze ed, eventualmente, provare a ‘correggere il tiro’, laddove la disciplina risulti ‘sbilanciata’, alla ricerca di soluzioni più soddisfacenti.

La riforma dell'art. 41 bis ord. penit. nella legge n. 94 del 2009 / A. Della Bella - In: Studi in onore di Mario Pisani. 3 / [a cura di] G. Bellantoni, D. Vigoni, P. M. Corso, E. Zanetti, F. Peroni. - [s.l] : La tribuna, 2010. - ISBN 978-88-6132-592-0. - pp. 25-54

La riforma dell'art. 41 bis ord. penit. nella legge n. 94 del 2009

A. Della Bella
2010

Abstract

Oggetto del contributo sono le modifiche apportate alla disciplina del regime detentivo speciale ex art. 41 bis o.p. dalla l. 15 luglio 2009, n. 94. Oltre all''esame delle novità legislative, il lavoro è anche l’occasione per ripercorrere l’evoluzione normativa di questa misura introdotta nel nostro ordinamento quasi venti anni fa: nato in una situazione di emergenza oggi, a seguito di diversi interventi riformatori, il 41 bis si configura come una misura destinata ad autori della criminalità organizzata che si presumono pericolosi per la sicurezza pubblica, sulla base dell’accertamento dell’attualità dei collegamenti con le associazioni di appartenenza. Proprio la pericolosità dei suoi destinatari giustifica la finalizzazione della misura alla prevenzione speciale, nella forma della neutralizzazione: come espressamente riconosciuto nel comma 2 dell’art. 41 bis o.p., le restrizioni sono finalizzate ad impedire i collegamenti tra i detenuti e tra detenuti e mondo esterno. Considerato che le esigenze di prevenzione speciale poste alla base dell’istituto sono tutt’ora persistenti (lo dimostrano riscontri giudiziari di sicuro spessore), ma considerato d’altro canto che il rispetto dei diritti fondamentali della persona rappresenta l’essenza irrinunciabile di uno Stato di diritto, l’obiettivo che l’Autore si propone nell’esaminare la disciplina del regime detentivo speciale è di verificare se il legislatore abbia individuato un punto di equilibrio ragionevole tra le due opposte esigenze ed, eventualmente, provare a ‘correggere il tiro’, laddove la disciplina risulti ‘sbilanciata’, alla ricerca di soluzioni più soddisfacenti.
Settore IUS/17 - Diritto Penale
2010
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