La peritonite infettiva felina (FIP) è una patologia letale ad ampia diffusione, che colpisce felini domestici e selvatici, causando vasculite immunomediata sistemica e lesioni piogranulomatose a carico di diversi organi e tessuti. L’agente responsabile è il coronavirus felino (FCoV), diffuso nelle popolazioni feline. Il virus si localizza a livello intestinale ma in seguito a mutazione può colonizzare gli altri distretti dell’organismo provocando la FIP. Le due varianti del FCoV sono difficilmente differenziabile tra loro e da altri virus appartenenti alla stessa famiglia. Questo rappresenta un forte limite per la diagnosi sierologica e molecolare (PCR) della malattia. Gli animali malati presentano però alterazioni clinico-patologiche che, seppur non patognomoniche, sono un valido ausilio diagnostico per il medico veterinario. La diagnosi conclusiva si raggiunge però solo con esami istologici eventualmente seguiti dall’evidenziazione immunoistochimica del virus nelle lesioni. Non esistono ancora oggi terapie in grado di curare i gatti malati, né sono disponibili vaccini sicuri ed efficaci. La prevenzione deve quindi essere basata sul riconoscimento ed isolamento dei soggetti portatori.
Aggiornamenti sulla peritonite infettiva felina / S. Paltrinieri, A. Giordano. - In: PRAXIS VETERINARIA. - ISSN 0350-4441. - 25:2(2004), pp. 3-8.
Aggiornamenti sulla peritonite infettiva felina
S. PaltrinieriPrimo
;A. GiordanoUltimo
2004
Abstract
La peritonite infettiva felina (FIP) è una patologia letale ad ampia diffusione, che colpisce felini domestici e selvatici, causando vasculite immunomediata sistemica e lesioni piogranulomatose a carico di diversi organi e tessuti. L’agente responsabile è il coronavirus felino (FCoV), diffuso nelle popolazioni feline. Il virus si localizza a livello intestinale ma in seguito a mutazione può colonizzare gli altri distretti dell’organismo provocando la FIP. Le due varianti del FCoV sono difficilmente differenziabile tra loro e da altri virus appartenenti alla stessa famiglia. Questo rappresenta un forte limite per la diagnosi sierologica e molecolare (PCR) della malattia. Gli animali malati presentano però alterazioni clinico-patologiche che, seppur non patognomoniche, sono un valido ausilio diagnostico per il medico veterinario. La diagnosi conclusiva si raggiunge però solo con esami istologici eventualmente seguiti dall’evidenziazione immunoistochimica del virus nelle lesioni. Non esistono ancora oggi terapie in grado di curare i gatti malati, né sono disponibili vaccini sicuri ed efficaci. La prevenzione deve quindi essere basata sul riconoscimento ed isolamento dei soggetti portatori.Pubblicazioni consigliate
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