Numerose organizzazioni professionali raccomandano l’allattamento al seno, poiché rappresenta la modalità ottimale di nutrizione del neonato. L’allattamento al seno è un modo ineguagliabile per fornire un alimento ideale per la salute e la crescita del lattante e si raccomanda di protrarlo in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita e di continuare ad allattare al seno, con l’introduzione di idonei alimenti complementari, fino a due anni. Secondo quanto confermato dall’OMS e dall’UNICEF il mancato allattamento al seno, ed in particolare il mancato allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita, sono importanti fattori di rischio e possono causare una maggiore mortalità e propensione ad ammalarsi dei neonati e dei bambini, una maggior incidenza di sintomi allergici oltre a una maggiore difficoltà nelle attività scolastiche, una minore produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale. Nonostante i riconosciuti effetti benefici dell’allattamento materno, un’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica compiuta tra le donne che hanno partorito nel quinquennio 1999-2004 ha rilevato che l’81,1% delle puerpere allatta al seno il proprio figlio al momento della dimissione ospedaliera, ma tale pratica si riduce di quasi il 20% entro il primo trimestre di vita del neonato. Un recente report relativo alla prevalenza dell’allattamento al seno in regione Lombardia ha rilevato che a 48 ore dal parto, il 95,6% delle puerpere allatta al seno ma tale prevalenza si riduce al 67,5% entro il primo trimestre di vita. Tali dati confermano quanto è emerso da diverse ricerche che hanno individuato le prime settimane di vita del neonato, come il periodo maggiormente a rischio per l’interruzione dell’allattamento al seno. Le motivazioni di tale insuccesso sono molteplici e complesse. Tra queste la limitatezza delle risorse, che non sempre permette di garantire un servizio di sostegno e supporto all’allattamento materno. Uno studio americano del 2002 ha dimostrato la possibilità di individuare già nei primi giorni di puerperio le nutrici a rischio di interrompere l’allattamento al seno grazie al Breastfeeding Assessment Score (BAS) appositamente validato nel Kansas. L’utilità del BAS21 è confermata da altri studi. Gli studi che applicano il BAS, indicano la necessità che il personale sanitario, focalizzi l’attenzione sulle puerpere individuate a rischio di interrompere l’allattamento al seno così da poter prevenire la cessazione della pratica. Per verificare questo, gli stessi lavori auspicano di svolgere degli studi prospettici che confermino la validità di un programma d’intervento di sostegno alle madri. La relazione prevista, ha come obiettivo, quello di informare gli interlocutori, in merito all'esito della ricerca di validazione dello stesso BAS, da parte delle dottorande ostetriche Mauri e Zobbi.

Incontri Mondostetrica edizione 2009 / P.A. Mauri, V. Zobbi. - [s.l] : Università degli Studi di Milano Corso di Laurea in Ostetricia, 2009 Jun 08.

Incontri Mondostetrica edizione 2009

P.A. Mauri
Primo
;
2009

Abstract

Numerose organizzazioni professionali raccomandano l’allattamento al seno, poiché rappresenta la modalità ottimale di nutrizione del neonato. L’allattamento al seno è un modo ineguagliabile per fornire un alimento ideale per la salute e la crescita del lattante e si raccomanda di protrarlo in modo esclusivo per i primi sei mesi di vita e di continuare ad allattare al seno, con l’introduzione di idonei alimenti complementari, fino a due anni. Secondo quanto confermato dall’OMS e dall’UNICEF il mancato allattamento al seno, ed in particolare il mancato allattamento esclusivo al seno durante i primi sei mesi di vita, sono importanti fattori di rischio e possono causare una maggiore mortalità e propensione ad ammalarsi dei neonati e dei bambini, una maggior incidenza di sintomi allergici oltre a una maggiore difficoltà nelle attività scolastiche, una minore produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale. Nonostante i riconosciuti effetti benefici dell’allattamento materno, un’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica compiuta tra le donne che hanno partorito nel quinquennio 1999-2004 ha rilevato che l’81,1% delle puerpere allatta al seno il proprio figlio al momento della dimissione ospedaliera, ma tale pratica si riduce di quasi il 20% entro il primo trimestre di vita del neonato. Un recente report relativo alla prevalenza dell’allattamento al seno in regione Lombardia ha rilevato che a 48 ore dal parto, il 95,6% delle puerpere allatta al seno ma tale prevalenza si riduce al 67,5% entro il primo trimestre di vita. Tali dati confermano quanto è emerso da diverse ricerche che hanno individuato le prime settimane di vita del neonato, come il periodo maggiormente a rischio per l’interruzione dell’allattamento al seno. Le motivazioni di tale insuccesso sono molteplici e complesse. Tra queste la limitatezza delle risorse, che non sempre permette di garantire un servizio di sostegno e supporto all’allattamento materno. Uno studio americano del 2002 ha dimostrato la possibilità di individuare già nei primi giorni di puerperio le nutrici a rischio di interrompere l’allattamento al seno grazie al Breastfeeding Assessment Score (BAS) appositamente validato nel Kansas. L’utilità del BAS21 è confermata da altri studi. Gli studi che applicano il BAS, indicano la necessità che il personale sanitario, focalizzi l’attenzione sulle puerpere individuate a rischio di interrompere l’allattamento al seno così da poter prevenire la cessazione della pratica. Per verificare questo, gli stessi lavori auspicano di svolgere degli studi prospettici che confermino la validità di un programma d’intervento di sostegno alle madri. La relazione prevista, ha come obiettivo, quello di informare gli interlocutori, in merito all'esito della ricerca di validazione dello stesso BAS, da parte delle dottorande ostetriche Mauri e Zobbi.
8-giu-2009
breasfeeding
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Fondazione Policlinico Mangiagalli Regina Elena
Working Paper
Incontri Mondostetrica edizione 2009 / P.A. Mauri, V. Zobbi. - [s.l] : Università degli Studi di Milano Corso di Laurea in Ostetricia, 2009 Jun 08.
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