The essay investigates the complex legal and political tensions that have marked North Macedonia’s accession process to the European Union, with particular attention to the identity-based pressures exerted by Greece and Bulgaria. By reconstructing the historical and juridical controversies concerning the state’s name, language, and national symbols, the analysis demonstrates how the veto—originally conceived as a safeguard for Member States—has progressively evolved into an instrument of ideological leverage. This shift has displaced the focus of enlargement from the objective Copenhagen criteria to disputes of identity, thus reducing the fairness of EU accession. Such a dynamic reveals a broader trend towards the “nationalisation” of enlargement, with destabilising repercussions at both the domestic and regional level. In light of these developments, the essay advances the argument that a reform of the unanimity rule is essential to preserve the coherence of the European project and to shield the enlargement process from identity-driven pressures and political instrumentalisation.

Il saggio analizza le tensioni giuridico-politiche che hanno accompagnato il processo di adesione della Repubblica di Macedonia del Nord all’Unione europea, soffermandosi sulle pressioni identitarie esercitate da Grecia e Bulgaria. Attraverso una ricostruzione storica e giuridica delle controversie sul nome dello Stato, sulla lingua e sui simboli nazionali, il saggio mostra come il veto, da strumento di garanzia per gli Stati membri, si sia progressivamente trasformato in una leva ideologica. Questo spostamento ha allontanato il processo di allargamento dai criteri oggettivi di Copenaghen per ancorarlo a dispute identitarie, riducendo così l’imparzialità dell’adesione all’UE. Tale dinamica evidenzia una tendenza più ampia alla “nazionalizzazione” delle procedure di allargamento, con effetti destabilizzanti sia sul piano interno sia regionale. Alla luce di queste considerazioni, il saggio sostiene la necessità di una riforma della regola dell’unanimità, al fine di preservare la coerenza del progetto europeo e sottrarre il processo di integrazione a pressioni identitarie e strumentalizzazioni politiche.

L’identità nazionale come ostacolo politico al percorso di integrazione europea. Il caso della Macedonia del Nord / M.P. Della Malva. - In: NOMOS. - ISSN 2279-7238. - 2(2025 Oct), pp. 1-35.

L’identità nazionale come ostacolo politico al percorso di integrazione europea. Il caso della Macedonia del Nord

M.P. Della Malva
2025

Abstract

The essay investigates the complex legal and political tensions that have marked North Macedonia’s accession process to the European Union, with particular attention to the identity-based pressures exerted by Greece and Bulgaria. By reconstructing the historical and juridical controversies concerning the state’s name, language, and national symbols, the analysis demonstrates how the veto—originally conceived as a safeguard for Member States—has progressively evolved into an instrument of ideological leverage. This shift has displaced the focus of enlargement from the objective Copenhagen criteria to disputes of identity, thus reducing the fairness of EU accession. Such a dynamic reveals a broader trend towards the “nationalisation” of enlargement, with destabilising repercussions at both the domestic and regional level. In light of these developments, the essay advances the argument that a reform of the unanimity rule is essential to preserve the coherence of the European project and to shield the enlargement process from identity-driven pressures and political instrumentalisation.
Il saggio analizza le tensioni giuridico-politiche che hanno accompagnato il processo di adesione della Repubblica di Macedonia del Nord all’Unione europea, soffermandosi sulle pressioni identitarie esercitate da Grecia e Bulgaria. Attraverso una ricostruzione storica e giuridica delle controversie sul nome dello Stato, sulla lingua e sui simboli nazionali, il saggio mostra come il veto, da strumento di garanzia per gli Stati membri, si sia progressivamente trasformato in una leva ideologica. Questo spostamento ha allontanato il processo di allargamento dai criteri oggettivi di Copenaghen per ancorarlo a dispute identitarie, riducendo così l’imparzialità dell’adesione all’UE. Tale dinamica evidenzia una tendenza più ampia alla “nazionalizzazione” delle procedure di allargamento, con effetti destabilizzanti sia sul piano interno sia regionale. Alla luce di queste considerazioni, il saggio sostiene la necessità di una riforma della regola dell’unanimità, al fine di preservare la coerenza del progetto europeo e sottrarre il processo di integrazione a pressioni identitarie e strumentalizzazioni politiche.
Macedonia del Nord; integrazione europea; identità costituzionale; sovranità
Settore GIUR-11/B - Diritto pubblico comparato
ott-2025
https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/wp-content/uploads/2025/10/dellamalva.saggi2-2025.pdf
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