La crescente eterogeneità linguistica e culturale che caratterizza l’odierno tessuto socioculturale italiano sollecita una riflessione strutturata e interdisciplinare sul ruolo della mediazione linguistica e culturale all’interno del sistema sanitario. Tale esigenza si fa particolarmente rilevante nel caso della comunità sinofona, una delle più radicate sul territorio, con 308.984 residenti concentrati prevalentemente nel nord Italia (57%) (ISTAT, 2024). In particolare, le interazioni tra personale sanitario e pazienti di origine straniera evidenziano una complessità comunicativa che trascende le sole divergenze linguistiche, interessando aspettative contrastanti, cornici culturali non allineate e vissuti segnati da esperienze di sradicamento e transizione (Machetti & Siebetcheu, 2017). Inoltre, l’incertezza che caratterizza il percorso formativo dei mediatori, unita a problematiche di natura etico-deontologiche e a una percezione talvolta distorta del loro ruolo da parte del personale sanitario, contribuisce ulteriormente a rendere instabile il ruolo del mediatore linguistico-culturale nel contesto sanitario, interferendo con l’efficacia del processo diagnostico e terapeutico (Baraldi & Gavioli, 2019). Il contributo propone una mappatura preliminare delle pratiche di mediazione linguistico-culturale in contesti comunicativi triadici nell’area metropolitana di Milano. L’indagine è stata condotta beneficiando della cooperazione con operatori coinvolti professionalmente presso strutture sanitarie pubbliche e realtà associative operanti nell’ambito della mediazione linguistico-culturale. Attraverso una metodologia integrata (Whaley, 2014), basata su interviste e questionari a operatori sanitari, mediatori e pazienti sinofoni (Nikitina & Montenovo, 2023; Benucci & Grosso, 2021), il contributo analizza le dinamiche relazionali, le aspettative e le rappresentazioni che emergono nell’interazione clinica, restituendo un quadro qualitativo delle principali criticità comunicative e delle strategie adottate, con l’obiettivo di individuare margini di miglioramento verso un esercizio più efficace della pratica della mediazione. Inserito nel dibattito sulla professionalizzazione del mediatore linguistico-culturale in ambito sanitario, lo studio evidenzia la necessità di un maggiore riconoscimento istituzionale del suo ruolo, quale figura imprescindibile per garantire un’assistenza più equa, accessibile e culturalmente adeguata ai pazienti sinofoni.
Tra lingua, cultura e cura: per una mappatura del ruolo del mediatore linguistico-culturale nella cura del paziente sinofono / A. Vallati. ((Intervento presentato al 20. convegno Convegno AISC 2025 tenutosi a Bologna nel 2025.
Tra lingua, cultura e cura: per una mappatura del ruolo del mediatore linguistico-culturale nella cura del paziente sinofono
A. Vallati
2025
Abstract
La crescente eterogeneità linguistica e culturale che caratterizza l’odierno tessuto socioculturale italiano sollecita una riflessione strutturata e interdisciplinare sul ruolo della mediazione linguistica e culturale all’interno del sistema sanitario. Tale esigenza si fa particolarmente rilevante nel caso della comunità sinofona, una delle più radicate sul territorio, con 308.984 residenti concentrati prevalentemente nel nord Italia (57%) (ISTAT, 2024). In particolare, le interazioni tra personale sanitario e pazienti di origine straniera evidenziano una complessità comunicativa che trascende le sole divergenze linguistiche, interessando aspettative contrastanti, cornici culturali non allineate e vissuti segnati da esperienze di sradicamento e transizione (Machetti & Siebetcheu, 2017). Inoltre, l’incertezza che caratterizza il percorso formativo dei mediatori, unita a problematiche di natura etico-deontologiche e a una percezione talvolta distorta del loro ruolo da parte del personale sanitario, contribuisce ulteriormente a rendere instabile il ruolo del mediatore linguistico-culturale nel contesto sanitario, interferendo con l’efficacia del processo diagnostico e terapeutico (Baraldi & Gavioli, 2019). Il contributo propone una mappatura preliminare delle pratiche di mediazione linguistico-culturale in contesti comunicativi triadici nell’area metropolitana di Milano. L’indagine è stata condotta beneficiando della cooperazione con operatori coinvolti professionalmente presso strutture sanitarie pubbliche e realtà associative operanti nell’ambito della mediazione linguistico-culturale. Attraverso una metodologia integrata (Whaley, 2014), basata su interviste e questionari a operatori sanitari, mediatori e pazienti sinofoni (Nikitina & Montenovo, 2023; Benucci & Grosso, 2021), il contributo analizza le dinamiche relazionali, le aspettative e le rappresentazioni che emergono nell’interazione clinica, restituendo un quadro qualitativo delle principali criticità comunicative e delle strategie adottate, con l’obiettivo di individuare margini di miglioramento verso un esercizio più efficace della pratica della mediazione. Inserito nel dibattito sulla professionalizzazione del mediatore linguistico-culturale in ambito sanitario, lo studio evidenzia la necessità di un maggiore riconoscimento istituzionale del suo ruolo, quale figura imprescindibile per garantire un’assistenza più equa, accessibile e culturalmente adeguata ai pazienti sinofoni.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.




