Introduzione: la dialisi, al momento è, insieme al trapianto, l’unica terapia disponibile per i pazienti con insufficienza renale cronica terminale. Dalla sua nascita la dialisi extracorporea è andata incontro a profonde evoluzioni, così come la popolazione che ne beneficia, che ha cambiato caratteristiche nel tempo. Metodi: per tracciare un profilo del paziente emodializzato nel 2024 è stata analizzata una coorte di 78 pazienti sottoposti a dialisi extracorporea presso un Centro nefrologico italiano. Sono stati raccolti dati di popolazione (sesso, nazionalità, età, età dialitica, Body Mass Index o BMI, comorbidità), relativi al trattamento dialitico (tipo di metodica di dialisi, tipologia di filtro utilizzato, parametri dialitici come Kt/V e flusso sangue (Q ), tipologia di accesso b vascolare) e relativi al metabolismo calcio/fosforo (valori sierici di calcio, fosforo, paratormone, vitamina D, fosfatasi alcalina). I valori sono espressi in valore assoluto e percentuale e per età, età dialitica, BMI, Kt/V e Q b è stato calcolato il valore medio su 3 diverse misurazioni. Risultati: la popolazione in oggetto era prevalentemente di sesso maschile (73,1%) e di nazionalità italiana (66,7%) con un’età media di 71 anni e un’età dialitica media di 4,2 anni. Il BMI medio era 23,2 con il 20,5% dei pazienti in sovrappeso (BMI tra 25 e 29,9), il 7,7% lievemente obeso (BMI tra 30 e 34,9) e nessuno moderatamente o gravemente obeso. Il 39,7% della coorte era diabetica, di cui il 74,2% in terapia farmacologica, il 65,4% ipertesa e il 16,6% in terapia con warfarin (Tabella 1). Dei 78 pazienti, l’89.7% eseguiva il trattamento emodialitico 3 volte a settimana, prevalentemente con metodica di bicarbonato- dialisi (59%) ed emodiafiltrazione in post- diluizione (38.5%); solo 2 pazienti dializzavano mediante emodiafiltrazione in pre-diluizione. Nel 50% dei casi i pazienti erano portatori di un catetere venoso centrale (CVC), nel 38.5% di una fistola artero-venosa nativa e nell’11.5% di una fistola protesica (Figura 2). Il Kt/V medio era 1,29 e il Q b medio era 298 ml/min. Il 99% dei pazienti necessitava di supporto eritropoietico e il 78.2% di supporto marziale. Dal punto di vista del metabolismo minerale, il 62.8% era normocalcemico e il 26,9% presentava valori di calcio inferiori ai limiti di norma (valori normali: 8.5-10.5 mg/dl); solo il 33,3% della coorte aveva valori di fosforo entro i range di normalità a fronte del 50% dei pazienti che presentava iperfosforemia (valori normali 2.5-4.5 mg/dl) e il 73% presentava valori di vitamina D insufficienti (< 30 ng/ml). Il paratormone era nei limiti suggeriti dalle linee guida K-DOQI (150-300 pg/ml) nel 46.2% dei casi, nel 29.5% era <150 pg/ml e nel 10.3% > 350 pg/ml (14.1% non rilevato). Il 14.1% dei pazienti aveva subìto almeno una frattura ossea e il 34.6% lamentava prurito scarsamente responsivo ai farmaci. Il 60.2% dei pazienti assumeva chelanti del fosforo, il 70.5% vitamina D o analoghi e il 12.8% etelcalcetide (6.4%) o paracalcitolo (6.4%) per via endovenosa (Figura 3). Conclusioni: ciò che emerge da quest’analisi è un paziente anziano, con plurime comorbidità e politerapie che aggravano il quadro clinico e abbassano la qualità di vita. Questo ci pone davanti alla sfida di mantenere un delicato equilibrio tra adeguati standard laboratoristici e dialitici, coerenti con le attuali linee guida, e una qualità di vita accettabile. È quindi indispensabile conoscere l’identikit del paziente che nel 2024 si sottopone a emodialisi, in modo da garantire un trattamento sartoriale che preservi la salute psico-fisica del malato.
Profilo clinico epidemiologico di 78 pazienti in emodialisi in un centro italiano: l’identikit del paziente emodializzato nel 2024 / A. Cossettini, R. Raimondo, L. Cosmai, G. Re Sartò, M. Pirovano, M. Fusaro, M. Gallieni. ((Intervento presentato al 65. convegno 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 16-19 Ottobre tenutosi a Riccione nel 2024.
Profilo clinico epidemiologico di 78 pazienti in emodialisi in un centro italiano: l’identikit del paziente emodializzato nel 2024
A. Cossettini;M. Pirovano;M. Gallieni
2024
Abstract
Introduzione: la dialisi, al momento è, insieme al trapianto, l’unica terapia disponibile per i pazienti con insufficienza renale cronica terminale. Dalla sua nascita la dialisi extracorporea è andata incontro a profonde evoluzioni, così come la popolazione che ne beneficia, che ha cambiato caratteristiche nel tempo. Metodi: per tracciare un profilo del paziente emodializzato nel 2024 è stata analizzata una coorte di 78 pazienti sottoposti a dialisi extracorporea presso un Centro nefrologico italiano. Sono stati raccolti dati di popolazione (sesso, nazionalità, età, età dialitica, Body Mass Index o BMI, comorbidità), relativi al trattamento dialitico (tipo di metodica di dialisi, tipologia di filtro utilizzato, parametri dialitici come Kt/V e flusso sangue (Q ), tipologia di accesso b vascolare) e relativi al metabolismo calcio/fosforo (valori sierici di calcio, fosforo, paratormone, vitamina D, fosfatasi alcalina). I valori sono espressi in valore assoluto e percentuale e per età, età dialitica, BMI, Kt/V e Q b è stato calcolato il valore medio su 3 diverse misurazioni. Risultati: la popolazione in oggetto era prevalentemente di sesso maschile (73,1%) e di nazionalità italiana (66,7%) con un’età media di 71 anni e un’età dialitica media di 4,2 anni. Il BMI medio era 23,2 con il 20,5% dei pazienti in sovrappeso (BMI tra 25 e 29,9), il 7,7% lievemente obeso (BMI tra 30 e 34,9) e nessuno moderatamente o gravemente obeso. Il 39,7% della coorte era diabetica, di cui il 74,2% in terapia farmacologica, il 65,4% ipertesa e il 16,6% in terapia con warfarin (Tabella 1). Dei 78 pazienti, l’89.7% eseguiva il trattamento emodialitico 3 volte a settimana, prevalentemente con metodica di bicarbonato- dialisi (59%) ed emodiafiltrazione in post- diluizione (38.5%); solo 2 pazienti dializzavano mediante emodiafiltrazione in pre-diluizione. Nel 50% dei casi i pazienti erano portatori di un catetere venoso centrale (CVC), nel 38.5% di una fistola artero-venosa nativa e nell’11.5% di una fistola protesica (Figura 2). Il Kt/V medio era 1,29 e il Q b medio era 298 ml/min. Il 99% dei pazienti necessitava di supporto eritropoietico e il 78.2% di supporto marziale. Dal punto di vista del metabolismo minerale, il 62.8% era normocalcemico e il 26,9% presentava valori di calcio inferiori ai limiti di norma (valori normali: 8.5-10.5 mg/dl); solo il 33,3% della coorte aveva valori di fosforo entro i range di normalità a fronte del 50% dei pazienti che presentava iperfosforemia (valori normali 2.5-4.5 mg/dl) e il 73% presentava valori di vitamina D insufficienti (< 30 ng/ml). Il paratormone era nei limiti suggeriti dalle linee guida K-DOQI (150-300 pg/ml) nel 46.2% dei casi, nel 29.5% era <150 pg/ml e nel 10.3% > 350 pg/ml (14.1% non rilevato). Il 14.1% dei pazienti aveva subìto almeno una frattura ossea e il 34.6% lamentava prurito scarsamente responsivo ai farmaci. Il 60.2% dei pazienti assumeva chelanti del fosforo, il 70.5% vitamina D o analoghi e il 12.8% etelcalcetide (6.4%) o paracalcitolo (6.4%) per via endovenosa (Figura 3). Conclusioni: ciò che emerge da quest’analisi è un paziente anziano, con plurime comorbidità e politerapie che aggravano il quadro clinico e abbassano la qualità di vita. Questo ci pone davanti alla sfida di mantenere un delicato equilibrio tra adeguati standard laboratoristici e dialitici, coerenti con le attuali linee guida, e una qualità di vita accettabile. È quindi indispensabile conoscere l’identikit del paziente che nel 2024 si sottopone a emodialisi, in modo da garantire un trattamento sartoriale che preservi la salute psico-fisica del malato.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.




