Maschio, 60 anni, ricovero a febbraio 2023 presso H. FBF Milano per modico peggioramento della funzione renale (creat 1.7 -> 2.2), alla dimissione ritorno al valore “storico” di creat (1.7) dopo adeguamento della terapia globale. Anamnesi saliente: IRC dal 1987 accertata istologicamente con diagnosi di nefropatia di Berger presso Policlinico di Napoli, in emodialisi dal 1992 al 1994; trapianto renale nel ’94 presso H. Bergamo da donatore cadavere, decorso postoperatorio complicato da doppio rigetto trattato con corticosteroidi e linforrea risoltasi in XL giornata post operatoria. Dal ‘94 al 2023 valori di creat stabili (1.6/.1.8), diuresi valida, esame urine sempre negativo. Al momento in terapia antirigetto con micofenolato e ciclosporina, sospeso steroide nel 2002 per importanti effetti collaterali (miopatia, inizio di osteoporosi). Dal tx ad oggi il pz è stato seguito da un nefrologo di riferimento, rendendo partecipe il più possibile il pz sulle strategie terapeutiche da attuare. Si è attuato lo schema “Più consapevolezza e informazione, valutazione condivisa dei rapporti costi/benefici, comunicazione diretta”, in questo modo il pz si è sempre dimostrato compliante ed attento alle indicazioni ricevute, sviluppando massima fiducia verso il medico. Essendo note le complicanze legate al tx renale, sia esse relative al graft, al pz o alla terapia, qualora comparissero dei segni clinici sospetti, si è intervenuto per tempo con le modifiche terapeutiche del caso o indirizzando il pz verso lo specialista di altra area (cardiologo, oncologo, diabetologo). Si è raggiunta così una sopravvivenza di quasi 30 anni dal momento del tx renale, con buona qualità della vita ed assenza di comorbilità di rilievo. Il trapiantato è il pz fragile per eccellenza, per cui va seguito non solo da un punto di vista clinico ma, in un’ottica di presa in cura globale, anche da un punto di vista psicologico, nutrizionale, sociale: in maniera cucita su misura per ogni singolo pz.
Medicina personalizzata, approccio multidisciplinare e compliance: le regole auree per un buon trapianto renale. Un caso di un paziente trapiantato da circa 30 anni in buona salute, seguito con un follow-up cucito su misura / L. Della Volpe, A. Guarino, L. Scotti, A. Cossettini, R. Gingis, M. Pirovano, G. Re Sartò, A. Foderini, P. Yavorskiy, S. Borrelli, L. De Nicola, E. Sabadini, M. Gallieni. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 40 (2023):Supplemento S82(2023 Oct), pp. 349-350. (Intervento presentato al 64. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 4-7 ottobre tenutosi a Torino nel 2023).
Medicina personalizzata, approccio multidisciplinare e compliance: le regole auree per un buon trapianto renale. Un caso di un paziente trapiantato da circa 30 anni in buona salute, seguito con un follow-up cucito su misura
L. Della VolpePrimo
;A. GuarinoSecondo
;L. Scotti;A. Cossettini;R. Gingis;M. Pirovano;M. GallieniUltimo
2023
Abstract
Maschio, 60 anni, ricovero a febbraio 2023 presso H. FBF Milano per modico peggioramento della funzione renale (creat 1.7 -> 2.2), alla dimissione ritorno al valore “storico” di creat (1.7) dopo adeguamento della terapia globale. Anamnesi saliente: IRC dal 1987 accertata istologicamente con diagnosi di nefropatia di Berger presso Policlinico di Napoli, in emodialisi dal 1992 al 1994; trapianto renale nel ’94 presso H. Bergamo da donatore cadavere, decorso postoperatorio complicato da doppio rigetto trattato con corticosteroidi e linforrea risoltasi in XL giornata post operatoria. Dal ‘94 al 2023 valori di creat stabili (1.6/.1.8), diuresi valida, esame urine sempre negativo. Al momento in terapia antirigetto con micofenolato e ciclosporina, sospeso steroide nel 2002 per importanti effetti collaterali (miopatia, inizio di osteoporosi). Dal tx ad oggi il pz è stato seguito da un nefrologo di riferimento, rendendo partecipe il più possibile il pz sulle strategie terapeutiche da attuare. Si è attuato lo schema “Più consapevolezza e informazione, valutazione condivisa dei rapporti costi/benefici, comunicazione diretta”, in questo modo il pz si è sempre dimostrato compliante ed attento alle indicazioni ricevute, sviluppando massima fiducia verso il medico. Essendo note le complicanze legate al tx renale, sia esse relative al graft, al pz o alla terapia, qualora comparissero dei segni clinici sospetti, si è intervenuto per tempo con le modifiche terapeutiche del caso o indirizzando il pz verso lo specialista di altra area (cardiologo, oncologo, diabetologo). Si è raggiunta così una sopravvivenza di quasi 30 anni dal momento del tx renale, con buona qualità della vita ed assenza di comorbilità di rilievo. Il trapiantato è il pz fragile per eccellenza, per cui va seguito non solo da un punto di vista clinico ma, in un’ottica di presa in cura globale, anche da un punto di vista psicologico, nutrizionale, sociale: in maniera cucita su misura per ogni singolo pz.| File | Dimensione | Formato | |
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