I farmaci a bersaglio molecolare hanno rivoluzionato l’armamentario terapeutico per il trattamento di tumori avanzati. Gli inibitori di FGFR (Fibroblast Growth Factor Receptor), tra cui erdafitinib, sono stati approvati per il carcinoma uroteliale FGFR mutato. Questi farmaci alterano il pathway renale FGF23/FGFR determinando iperfosforemia non sempre controllabile dalla terapia chelante. Di seguito un caso di calcinosi cutanea in una paziente normofunzione renale: Donna, 67 anni, nel 2021 diagnosi di carcinoma uroteliale, sottoposta a chirurgia e successive chemio e immunoterapia. Per progressione di malattia iniziava erdafitinib 8 mg/die (11/2022). Dal 1° ciclo iperfosforemia condizionante sospensioni terapeutiche poiché non responsiva a dieta e chelanti a dose massimale (Img 1). Funzione renale, calcio sierico e PTH nei limiti, ipovitaminosi Pz inviata all’ambulatorio di Onco-nefrologia ad Aprile 2023. Alla valutazione degli arti inferiori nodulazioni sottocutanee dolenti, dure, con cute integra, presenti da Dicembre 2022. All’Rx: stratificazione di calcificazioni reticolari sottocutanee (Img 2). In letteratura sono presenti pochi case report che descrivono quadri di calcifilassi o di calcinosi cutanea metastatica secondaria a FGFR inibitori e non esistono protocolli di trattamento. In considerazione dell’andamento cronico non evolutivo del quadro cutaneo si riteneva più probabile una diagnosi di calcinosi metastatica. Lesioni non biopsiate per rischio infettivo/di ulcerazione in paziente in trattamento attivo. Vista la risposta completa del tumore alla TC si decideva di proseguire il trattamento con erdafitinib 6 mg/die; a un mese quadro cutaneo invariato e fosforo meglio controllato. Un’aumentata consapevolezza tra oncologi e nefrologi circa l’esistenza di questa realtà clinica e una ricerca clinica mirata sono fondamentali per garantire diagnosi precoce e miglior gestione terapeutica dell’evento avverso per evitare sospensioni del trattamento oncologico.
Calcinosi cutanea in iperfosforemia secondaria a terapia con FGFR inibitori: una nuova sfida per il nefrologo / M. Pirovano, G. Re Sartò, N. La Verde, A. Bramati, A. Cossettini, L. Scotti, L. Della Volpe, R. Gingis, A. Guarino, L. Cosmai, M. Gallieni. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 40 (2023):Supplemento S82(2023 Oct), pp. 225-225. (Intervento presentato al 64. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 4-7 ottobre tenutosi a Torino nel 2023).
Calcinosi cutanea in iperfosforemia secondaria a terapia con FGFR inibitori: una nuova sfida per il nefrologo
M. PirovanoPrimo
;A. Bramati;A. Cossettini;L. Scotti;L. Della Volpe;R. Gingis;A. Guarino;M. GallieniUltimo
2023
Abstract
I farmaci a bersaglio molecolare hanno rivoluzionato l’armamentario terapeutico per il trattamento di tumori avanzati. Gli inibitori di FGFR (Fibroblast Growth Factor Receptor), tra cui erdafitinib, sono stati approvati per il carcinoma uroteliale FGFR mutato. Questi farmaci alterano il pathway renale FGF23/FGFR determinando iperfosforemia non sempre controllabile dalla terapia chelante. Di seguito un caso di calcinosi cutanea in una paziente normofunzione renale: Donna, 67 anni, nel 2021 diagnosi di carcinoma uroteliale, sottoposta a chirurgia e successive chemio e immunoterapia. Per progressione di malattia iniziava erdafitinib 8 mg/die (11/2022). Dal 1° ciclo iperfosforemia condizionante sospensioni terapeutiche poiché non responsiva a dieta e chelanti a dose massimale (Img 1). Funzione renale, calcio sierico e PTH nei limiti, ipovitaminosi Pz inviata all’ambulatorio di Onco-nefrologia ad Aprile 2023. Alla valutazione degli arti inferiori nodulazioni sottocutanee dolenti, dure, con cute integra, presenti da Dicembre 2022. All’Rx: stratificazione di calcificazioni reticolari sottocutanee (Img 2). In letteratura sono presenti pochi case report che descrivono quadri di calcifilassi o di calcinosi cutanea metastatica secondaria a FGFR inibitori e non esistono protocolli di trattamento. In considerazione dell’andamento cronico non evolutivo del quadro cutaneo si riteneva più probabile una diagnosi di calcinosi metastatica. Lesioni non biopsiate per rischio infettivo/di ulcerazione in paziente in trattamento attivo. Vista la risposta completa del tumore alla TC si decideva di proseguire il trattamento con erdafitinib 6 mg/die; a un mese quadro cutaneo invariato e fosforo meglio controllato. Un’aumentata consapevolezza tra oncologi e nefrologi circa l’esistenza di questa realtà clinica e una ricerca clinica mirata sono fondamentali per garantire diagnosi precoce e miglior gestione terapeutica dell’evento avverso per evitare sospensioni del trattamento oncologico.| File | Dimensione | Formato | |
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