Pembrolizumab + axitinib rappresenta la terapia di prima scelta in molti casi di tumore a cellule renali metastatico (mRCC). La malattia renale terminale (ESRD) limita le opzioni di trattamento oncologico a causa del maggiore rischio di tossicità. I pochi studi osservazionali su un numero limitato di pazienti non sono sufficienti a dare dati di efficacia e tollerabilità; in questi pazienti le terapie oncologiche sono ancora una sfida. Descriviamo un caso di interesse sulla gestione della terapia con pembrolizumab e axitinib in un paziente con ESRD e poi in emodialisi (ED): Uomo, 65 anni, diagnosi di mRCC durante un ricovero (09/2022) per AKI con necessità di iniziare dialisi. Alla TC lesione renale dx di 19 cm con metastasi. Ritenuto non idoneo a trattamento oncologico per la malattia renale e non idoneoalla dialisi per la presenza di neoplasia metastatica, pertanto candidato a cure palliative con sospensione dell’ED. Alla dimissione il paziente chiedeva second-opinion Oncologica (12/2022) e nefrologica e veniva inviato al nostro ambulatorio di Onco-Nefrologia per nullaosta a trattamento con pembrolizumab + axitinib. Agli esami ematici creatinina 9.42 mg/dl eGFR CKD-EPI 6 ml/min/1.73 mq, urea 166 mg/dl, non disionie. Dopo una valutazione con oncologo e paziente veniva iniziata la terapia con Pembrolizumab 200mg q21 (dose piena), in attesa dell’inizio dell’ED e Axitinib 3+3mg/die (1° riduzione di dose) dopo l’inizio dell’ED. Il paziente ad oggi ha eseguito 6 cicli di Pembrolizumab (2 prima dell’inizio dell’ED e 4 dopo) +3 cicli di Axitinib. Terapia ben tollerata, stabilità di malattia alla TC di ristadiazione. Casi come questo, poco descritti in letteratura, dimostrano l’importanza della gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici con ESRD. La creazione di protocolli condivisi nel management delle terapie oncologiche nei pazienti con ESRD e il loro inserimento all’interno dei trial clinici dei farmaci potrebbe cambiare gli outcome di questi pazienti.

Tumore renale ed ESRD: l’importanza della collaborazione onco-nefrologica / M. Pirovano, G. Re Sartò, N. La Verde, A. Bramati, A. Cossettini, L. Scotti, L. Della Volpe, R. Gingis, A. Guarino, L. Cosmai, M. Gallieni. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 40 (2023):Supplemento S82(2023 Oct), pp. 82-82. (Intervento presentato al 64. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : : 4-7 ottobre tenutosi a Torino nel 2023).

Tumore renale ed ESRD: l’importanza della collaborazione onco-nefrologica

M. Pirovano
Primo
;
A. Bramati;A. Cossettini;L. Scotti;L. Della Volpe;R. Gingis;A. Guarino;L. Cosmai
Penultimo
;
M. Gallieni
Ultimo
2023

Abstract

Pembrolizumab + axitinib rappresenta la terapia di prima scelta in molti casi di tumore a cellule renali metastatico (mRCC). La malattia renale terminale (ESRD) limita le opzioni di trattamento oncologico a causa del maggiore rischio di tossicità. I pochi studi osservazionali su un numero limitato di pazienti non sono sufficienti a dare dati di efficacia e tollerabilità; in questi pazienti le terapie oncologiche sono ancora una sfida. Descriviamo un caso di interesse sulla gestione della terapia con pembrolizumab e axitinib in un paziente con ESRD e poi in emodialisi (ED): Uomo, 65 anni, diagnosi di mRCC durante un ricovero (09/2022) per AKI con necessità di iniziare dialisi. Alla TC lesione renale dx di 19 cm con metastasi. Ritenuto non idoneo a trattamento oncologico per la malattia renale e non idoneoalla dialisi per la presenza di neoplasia metastatica, pertanto candidato a cure palliative con sospensione dell’ED. Alla dimissione il paziente chiedeva second-opinion Oncologica (12/2022) e nefrologica e veniva inviato al nostro ambulatorio di Onco-Nefrologia per nullaosta a trattamento con pembrolizumab + axitinib. Agli esami ematici creatinina 9.42 mg/dl eGFR CKD-EPI 6 ml/min/1.73 mq, urea 166 mg/dl, non disionie. Dopo una valutazione con oncologo e paziente veniva iniziata la terapia con Pembrolizumab 200mg q21 (dose piena), in attesa dell’inizio dell’ED e Axitinib 3+3mg/die (1° riduzione di dose) dopo l’inizio dell’ED. Il paziente ad oggi ha eseguito 6 cicli di Pembrolizumab (2 prima dell’inizio dell’ED e 4 dopo) +3 cicli di Axitinib. Terapia ben tollerata, stabilità di malattia alla TC di ristadiazione. Casi come questo, poco descritti in letteratura, dimostrano l’importanza della gestione multidisciplinare dei pazienti oncologici con ESRD. La creazione di protocolli condivisi nel management delle terapie oncologiche nei pazienti con ESRD e il loro inserimento all’interno dei trial clinici dei farmaci potrebbe cambiare gli outcome di questi pazienti.
Settore MEDS-08/B - Nefrologia
ott-2023
Società Italiana di Nefrologia (SIN)
https://giornaleitalianodinefrologia.it/
Article (author)
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