L’HIPEC associata a chirurgia citoriduttiva è un efficace approccio terapeutico in pazienti con localizzazione metastatica al peritoneo. L’irrigazione intraperitoneale con chemioterapia (CT) ad alta temperatura consente la rimozione delle cellule maligne residue con penetrazione cellulare e tossicità temperatura-dipendenti. L’AKI è la complicanza più frequente (prevalenza 1-48%, range ampio per assenza di criteri standardizzati di definizione) e l’uso di regimi HIPEC con Cisplatino è un fattore di rischio indipendente. Linee guida o protocolli intraoperatori di gestione dei fluidi e dell’emodinamica sono poco definiti. Uomo, 51 anni, con adenocarcinoma del retto stenosante sottoposto a RT + CT e ad intervento di resezione (EI: pT4 N1b M1a); a seguire, CT adiuvante. Per estesa carcinosi peritoneale, veniva intrapresa CT neoadiuvante per poi eseguire intervento demolitivo di citoriduzione in associazione ad HIPEC con Cisplatino e Mitomicina (infusione intraperitoneale continua a 41°C per 90 minuti). Il post- operatorio si complicava con AKI (KDIGO stage 3) e anuria individuando l’HIPEC come causa più verosimile. Veniva avviata CRRT e, alla stabilità emodinamica, emodialisi intermittente trisettimanale. Il progressivo miglioramento della creatinina e la ripresa della diuresi ha poi consentito un trattamento bisettimanale, fino allo svezzamento dalla dialisi. L’AKI HIPEC- relata è un’entità poco caratterizzata ad eziologia multifattoriale: compromissione emodinamica intra/perioperatoria, vasodilatazione splancnica per ipertermia e nefrotossicità sistemica e/o diretta della CT. Casi come questo, poco descritti in letteratura, dimostrano l’importanza di individuare i fattori patogenetici dell’AKI dopo HIPEC per identificare pazienti oncologici ad alto rischio. La creazione di protocolli condivisi nel management dei fluidi e nel monitoraggio della funzione renale risulta essenziale per poter validare strategie di prevenzione, migliorando gli outcome postoperatori

Trattamento della carcinosi peritoneale con chirurgia citoriduttiva e hyperthermic intraperitoneal chemotherapy (HIPEC): uno scenario critico per lo sviluppo di insufficienza renale acuta, descrizione di un caso di interesse / G.V. Re Sartò, M. Pirovano, A. Bramati, A. Cossettini, L. Scotti, L. Della Volpe, R. Gingis, C. De Salvo, E. Sabadini, L. Cosmai, M. Gallieni. 63. Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 5-8 ottobre Rimini 2022.

Trattamento della carcinosi peritoneale con chirurgia citoriduttiva e hyperthermic intraperitoneal chemotherapy (HIPEC): uno scenario critico per lo sviluppo di insufficienza renale acuta, descrizione di un caso di interesse

M. Pirovano;A. Bramati;A. Cossettini;L. Scotti;L. Della Volpe;R. Gingis;C. De Salvo;M. Gallieni
2022

Abstract

L’HIPEC associata a chirurgia citoriduttiva è un efficace approccio terapeutico in pazienti con localizzazione metastatica al peritoneo. L’irrigazione intraperitoneale con chemioterapia (CT) ad alta temperatura consente la rimozione delle cellule maligne residue con penetrazione cellulare e tossicità temperatura-dipendenti. L’AKI è la complicanza più frequente (prevalenza 1-48%, range ampio per assenza di criteri standardizzati di definizione) e l’uso di regimi HIPEC con Cisplatino è un fattore di rischio indipendente. Linee guida o protocolli intraoperatori di gestione dei fluidi e dell’emodinamica sono poco definiti. Uomo, 51 anni, con adenocarcinoma del retto stenosante sottoposto a RT + CT e ad intervento di resezione (EI: pT4 N1b M1a); a seguire, CT adiuvante. Per estesa carcinosi peritoneale, veniva intrapresa CT neoadiuvante per poi eseguire intervento demolitivo di citoriduzione in associazione ad HIPEC con Cisplatino e Mitomicina (infusione intraperitoneale continua a 41°C per 90 minuti). Il post- operatorio si complicava con AKI (KDIGO stage 3) e anuria individuando l’HIPEC come causa più verosimile. Veniva avviata CRRT e, alla stabilità emodinamica, emodialisi intermittente trisettimanale. Il progressivo miglioramento della creatinina e la ripresa della diuresi ha poi consentito un trattamento bisettimanale, fino allo svezzamento dalla dialisi. L’AKI HIPEC- relata è un’entità poco caratterizzata ad eziologia multifattoriale: compromissione emodinamica intra/perioperatoria, vasodilatazione splancnica per ipertermia e nefrotossicità sistemica e/o diretta della CT. Casi come questo, poco descritti in letteratura, dimostrano l’importanza di individuare i fattori patogenetici dell’AKI dopo HIPEC per identificare pazienti oncologici ad alto rischio. La creazione di protocolli condivisi nel management dei fluidi e nel monitoraggio della funzione renale risulta essenziale per poter validare strategie di prevenzione, migliorando gli outcome postoperatori
5-ott-2022
Settore MEDS-08/B - Nefrologia
Trattamento della carcinosi peritoneale con chirurgia citoriduttiva e hyperthermic intraperitoneal chemotherapy (HIPEC): uno scenario critico per lo sviluppo di insufficienza renale acuta, descrizione di un caso di interesse / G.V. Re Sartò, M. Pirovano, A. Bramati, A. Cossettini, L. Scotti, L. Della Volpe, R. Gingis, C. De Salvo, E. Sabadini, L. Cosmai, M. Gallieni. 63. Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 5-8 ottobre Rimini 2022.
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