Introduzione: L’anemia è una comorbidità comune nel paziente oncologico che può comprometterne la qualità e l’aspettativa di vita; in letteratura viene descritta una prevalenza di Hb <12 g/dl in circa il 70% dei pazienti oncologici1. In questa popolazione l’anemia è solitamente multifattoriale e una gestione multidisciplinare si associa a un miglioramento degli outcome clinici. Scopo dello studio: Analisi della prevalenza di anemia e della sua eventuale terapia nei pazienti inviati nel 2021 al nostro ambulatorio di Onconefrologia Materiali e metodi: raccolta retrospettiva di dati (valori di Hb, trasfusioni, terapia marziale per os o ev, agenti stimolanti l’eritropoiesi [ESAs]) relativi a 214 pazienti visitati nel 2021. Per i pz che hanno effettuato più visite sono stati scelti i dati dell’ultima. Risultati: dati clinici per un totale di 214 pz, riassunti nella Fig1. 119 pazienti, 56% del totale, con Hb <12 g/dl, Hb media di 11.8 g/dl, Fig 2. L’8% dei pz riceve supplementazione marziale per os e il 2% ev. 20 pz hanno effettuato trasfusioni di GRC nell’anno precedente alla visita, di cui 9 hanno iniziato ESAs. Un totale di 20 pazienti in terapia con ESAs: a 17 prescritto dal nefrologo, a 2 dall’ematologo, a 1 dall’oncologo. Conclusione: La prevalenza di anemia riscontrata nella nostra popolazione e il <40% di pazienti trattati sono in linea con i dati presenti in letteratura1. Le trasfusioni di GRC sono ancora la terapia più frequente nel paziente oncologico malgrado gli effetti transitori e l’elevato rischio di eventi avversi; nonostante le evidenze attuali mostrino che i migliori risultati vengono ottenuti dalla combinazione di ferro ev ed ESAs, permane un timore nel prescrivere questi ultimi. Le linee guida consigliano l’utilizzo degli ESAs nei soli pazienti in chemioterapia principalmente perché basate su studi clinici condotti quando la CT era la principale strategia terapeutica, pertanto, si invita a una prescrizione più liberare degli ESAs nei pazienti oncologici
L’anemia nel paziente oncologico: gestione, criticità e prospettive future / M. Pirovano, G. Re Sartò, N. La Verde, A. Bramati, A. Cossettini, L. Scotti, L. Della Volpe, R. Gingis, C. De Salvo, E. Sabadini, L. Cosmai, M. Gallieni. - In: GIORNALE ITALIANO DI NEFROLOGIA. - ISSN 1724-5990. - 39:S79(2022 Oct 20), pp. 288-289. (Intervento presentato al 63. convegno Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 5-8 ottobre tenutosi a Rimini nel 2022).
L’anemia nel paziente oncologico: gestione, criticità e prospettive future
M. Pirovano;A. Cossettini;L. Scotti;L. Della Volpe;R. Gingis;C. De Salvo;M. Gallieni
2022
Abstract
Introduzione: L’anemia è una comorbidità comune nel paziente oncologico che può comprometterne la qualità e l’aspettativa di vita; in letteratura viene descritta una prevalenza di Hb <12 g/dl in circa il 70% dei pazienti oncologici1. In questa popolazione l’anemia è solitamente multifattoriale e una gestione multidisciplinare si associa a un miglioramento degli outcome clinici. Scopo dello studio: Analisi della prevalenza di anemia e della sua eventuale terapia nei pazienti inviati nel 2021 al nostro ambulatorio di Onconefrologia Materiali e metodi: raccolta retrospettiva di dati (valori di Hb, trasfusioni, terapia marziale per os o ev, agenti stimolanti l’eritropoiesi [ESAs]) relativi a 214 pazienti visitati nel 2021. Per i pz che hanno effettuato più visite sono stati scelti i dati dell’ultima. Risultati: dati clinici per un totale di 214 pz, riassunti nella Fig1. 119 pazienti, 56% del totale, con Hb <12 g/dl, Hb media di 11.8 g/dl, Fig 2. L’8% dei pz riceve supplementazione marziale per os e il 2% ev. 20 pz hanno effettuato trasfusioni di GRC nell’anno precedente alla visita, di cui 9 hanno iniziato ESAs. Un totale di 20 pazienti in terapia con ESAs: a 17 prescritto dal nefrologo, a 2 dall’ematologo, a 1 dall’oncologo. Conclusione: La prevalenza di anemia riscontrata nella nostra popolazione e il <40% di pazienti trattati sono in linea con i dati presenti in letteratura1. Le trasfusioni di GRC sono ancora la terapia più frequente nel paziente oncologico malgrado gli effetti transitori e l’elevato rischio di eventi avversi; nonostante le evidenze attuali mostrino che i migliori risultati vengono ottenuti dalla combinazione di ferro ev ed ESAs, permane un timore nel prescrivere questi ultimi. Le linee guida consigliano l’utilizzo degli ESAs nei soli pazienti in chemioterapia principalmente perché basate su studi clinici condotti quando la CT era la principale strategia terapeutica, pertanto, si invita a una prescrizione più liberare degli ESAs nei pazienti oncologici| File | Dimensione | Formato | |
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