This chapter presents the results of the archaeozoological study conducted on faunal remains dating to the 8th century BC, found in the artisanal production area of the Questura. The chapter is divided into two sections: the first is dedicated to the analysis of remains recovered during excavations carried out by P.ET.R.A. in 2000 and 2001; the second focuses on the study of animal remains recovered and examined during the micro-excavation of the archaeological deposit block in 2022, University of Padua. The most economically important domestic animals are cattle, goats, sheep, and pigs. The number of (non-human) bone remains is limited in the earliest phases of oc- cupation, increases significantly during the main construction and craft phase of the area, and then decreases again when the excavated sectors show evidence of extensive renovations and large-scale clearing. The percentage of wild species is high – 29.0% – but the count of deer remains includes antler fragments, which significantly overestimate the relative percentage of wild species. Among the 41 deer remains found, as many as 36 are antler fragments, undoubtedly explained as residues from on-site antler and bone material processing for the manufacture of bronze blade hafts and possibly other accessories related to metallurgical production. The exploitation of cattle, ovicaprids, and pigs (plus wild boar) appears to have been largely aimed at consuming young individuals as good-quality meat cuts, a finding that contrasts with the dietary picture outlined by the archaeobotanical study and the organic residues absorbed in the walls of ceramic vessels which may be interpreted, with doubts, as a relatively “poor” one.

In questo capitolo vengono presentati i risultati dello studio archeozoologico condotto sui reperti faunistici databili all’VIII secolo a.C. rinvenuti nell’area di produzione artigianale della Questura. Il capitolo è suddi- viso in due sezioni; la prima è dedicata all’analisi dei resti rinvenuti durante gli scavi eseguiti da P.ET.R.A. negli anni 2000 e 2001; l’altra, invece, è incentrata sullo studio dei resti animali recuperati e studiati durante il micro-scavo del blocco di deposito archeologico avvenuto nel 2022, Università degli Studi di Padova. Gli animali domestici di maggiore importanza economica, sono bovini, capre, pecore e suini. Il numero di resti ossei (non umani) è limitato nelle prime fasi di frequentazione, aumenta sensibilmente durante la principale fase edilizia e artigianale della zona, e torna a decrescere in seguito, quando i settori scavati testimoniano ampi rifacimenti e vaste pulizie areali. La percentuale dei selvatici è alta – pari al 29,0% – ma nel conteggio dei resti appartenenti al cervo sono stati considerati anche i frammenti di palco, i quali sovrastimano notevolmente la percentuale relativa delle specie selvatiche. Tra i 41 resti di cervo ritrovati, infatti, ben 36 sono frammenti di palco, sicuramente spiegabili come residui della lavorazione in loco del palco e di altro materiale osseo per la realizzazone di immanicature di lame bronzee e forse di altri oggetti accessori alla manifattura metallur- gica. Lo sfruttamento di bovini, ovicaprini e maiali e cinghiali sembra in buona parte orientato al consumo di carne di individui giovani, in forma di tagli di buona qualità, dato che contrasta con il quadro dietetico che potrebbe essere interpretato come “povero” tracciato dallo studio archeobotanico e dei residui organici assorbii nelle pareti dei vasi.

I resti faunistici / M.S. Manfrin, E. Tollardo, V.G. Prillo, U. Tecchiati - In: Padova 800 a.C. : Storia di un laboratorio e dei suoi metallurghi / [a cura di] M. Vidale, V. Baratella. - Prima edizione. - [s.l] : Antilia, 2025. - ISBN 9791280267344. - pp. 465-486

I resti faunistici

M.S. Manfrin;U. Tecchiati
2025

Abstract

This chapter presents the results of the archaeozoological study conducted on faunal remains dating to the 8th century BC, found in the artisanal production area of the Questura. The chapter is divided into two sections: the first is dedicated to the analysis of remains recovered during excavations carried out by P.ET.R.A. in 2000 and 2001; the second focuses on the study of animal remains recovered and examined during the micro-excavation of the archaeological deposit block in 2022, University of Padua. The most economically important domestic animals are cattle, goats, sheep, and pigs. The number of (non-human) bone remains is limited in the earliest phases of oc- cupation, increases significantly during the main construction and craft phase of the area, and then decreases again when the excavated sectors show evidence of extensive renovations and large-scale clearing. The percentage of wild species is high – 29.0% – but the count of deer remains includes antler fragments, which significantly overestimate the relative percentage of wild species. Among the 41 deer remains found, as many as 36 are antler fragments, undoubtedly explained as residues from on-site antler and bone material processing for the manufacture of bronze blade hafts and possibly other accessories related to metallurgical production. The exploitation of cattle, ovicaprids, and pigs (plus wild boar) appears to have been largely aimed at consuming young individuals as good-quality meat cuts, a finding that contrasts with the dietary picture outlined by the archaeobotanical study and the organic residues absorbed in the walls of ceramic vessels which may be interpreted, with doubts, as a relatively “poor” one.
In questo capitolo vengono presentati i risultati dello studio archeozoologico condotto sui reperti faunistici databili all’VIII secolo a.C. rinvenuti nell’area di produzione artigianale della Questura. Il capitolo è suddi- viso in due sezioni; la prima è dedicata all’analisi dei resti rinvenuti durante gli scavi eseguiti da P.ET.R.A. negli anni 2000 e 2001; l’altra, invece, è incentrata sullo studio dei resti animali recuperati e studiati durante il micro-scavo del blocco di deposito archeologico avvenuto nel 2022, Università degli Studi di Padova. Gli animali domestici di maggiore importanza economica, sono bovini, capre, pecore e suini. Il numero di resti ossei (non umani) è limitato nelle prime fasi di frequentazione, aumenta sensibilmente durante la principale fase edilizia e artigianale della zona, e torna a decrescere in seguito, quando i settori scavati testimoniano ampi rifacimenti e vaste pulizie areali. La percentuale dei selvatici è alta – pari al 29,0% – ma nel conteggio dei resti appartenenti al cervo sono stati considerati anche i frammenti di palco, i quali sovrastimano notevolmente la percentuale relativa delle specie selvatiche. Tra i 41 resti di cervo ritrovati, infatti, ben 36 sono frammenti di palco, sicuramente spiegabili come residui della lavorazione in loco del palco e di altro materiale osseo per la realizzazone di immanicature di lame bronzee e forse di altri oggetti accessori alla manifattura metallur- gica. Lo sfruttamento di bovini, ovicaprini e maiali e cinghiali sembra in buona parte orientato al consumo di carne di individui giovani, in forma di tagli di buona qualità, dato che contrasta con il quadro dietetico che potrebbe essere interpretato come “povero” tracciato dallo studio archeobotanico e dei residui organici assorbii nelle pareti dei vasi.
età del Ferro; archeozoologia
Settore ARCH-01/A - Preistoria e protostoria
2025
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