The article aims to critically reexamine the Constitutional Court’s decade-long jurisprudence on the pluralism of the social security regime. In particular, it reassesses constitutional case law concerning the relationship between the general mandatory insurance scheme for private-sector employees and the special schemes that continue to operate for various categories of workers. The analysis reveals that, according to the Court, the diversified and pluralistic structure of the social security system is constitutionally legitimate, as are differentiated treatments when justified by distinct legal classifications of work activities, specific characteristics of the performance, or substantial disparities—including economic ones—that warrant regulatory divergence. The absence of such differentiating factors constitutes the sole constraint on legislative discretion, in accordance with the constitutional principles of equality, proportionality, and adequacy of means. The evolving nature of work, which has led to the fragmentation of the traditional employment model on which the general mandatory insurance scheme for private-sector employees is based, further reinforces the legitimacy of a pluralistic social security system. This ensures that a uniform and undifferentiated framework does not unduly disadvantage these workers.

Il contributo analizza in chiave critico-ricostruttiva l’orientamento decennale della Corte costituzionale in tema di pluralismo dei regimi previdenziali. Nello specifico viene riletta la giurisprudenza costituzionale che si è espressa sul rapporto tra il regime dell’assicurazione generale obbligatoria dei dipendenti privati e quelli “speciali” tutt’ora operanti per categorie più o meno ampie di lavoratori. L’esito di tale rilettura è che secondo la Corte la struttura diversificata e plurale dell’ordinamento previdenziale è costituzionalmente legittima al pari dei trattamenti differenziati quando tali diversificazioni siano giustificate dalla qualifi- cazione giuridica dell’attività lavorativa, dalle caratteristiche specifiche della prestazione e da difformità sostanziali, anche economiche. L’assenza di tali diversità costituisce l’unico limite alla discrezionalità del legislatore, in forza dei principi di uguaglianza, proporzionalità e adeguatezza dei mezzi sanciti dalla Carta costituzionale. L’evoluzione dei modi di lavorare determinando la frantumazione della fattispecie tipica, sulla quale è tarato il regime dell’assicurazione generale obbligatoria dei dipendenti privati, finisce col vieppiù giustificare e supportare la struttura pluralista del nostro sistema previdenziale, onde evitare che un sistema unico ed indifferenziato finisca col penalizzare tali lavoratori.

Il pluralismo dei regimi di previdenza sociale al vaglio della Corte costituzionale = The Perspective of the Constitutional Court on the Pluralism of Social Security System / M.C. Degoli. - In: VARIAZIONI SU TEMI DI DIRITTO DEL LAVORO. - ISSN 2499-4650. - 2025:1(2025), pp. 25-44.

Il pluralismo dei regimi di previdenza sociale al vaglio della Corte costituzionale = The Perspective of the Constitutional Court on the Pluralism of Social Security System

M.C. Degoli
2025

Abstract

The article aims to critically reexamine the Constitutional Court’s decade-long jurisprudence on the pluralism of the social security regime. In particular, it reassesses constitutional case law concerning the relationship between the general mandatory insurance scheme for private-sector employees and the special schemes that continue to operate for various categories of workers. The analysis reveals that, according to the Court, the diversified and pluralistic structure of the social security system is constitutionally legitimate, as are differentiated treatments when justified by distinct legal classifications of work activities, specific characteristics of the performance, or substantial disparities—including economic ones—that warrant regulatory divergence. The absence of such differentiating factors constitutes the sole constraint on legislative discretion, in accordance with the constitutional principles of equality, proportionality, and adequacy of means. The evolving nature of work, which has led to the fragmentation of the traditional employment model on which the general mandatory insurance scheme for private-sector employees is based, further reinforces the legitimacy of a pluralistic social security system. This ensures that a uniform and undifferentiated framework does not unduly disadvantage these workers.
Il contributo analizza in chiave critico-ricostruttiva l’orientamento decennale della Corte costituzionale in tema di pluralismo dei regimi previdenziali. Nello specifico viene riletta la giurisprudenza costituzionale che si è espressa sul rapporto tra il regime dell’assicurazione generale obbligatoria dei dipendenti privati e quelli “speciali” tutt’ora operanti per categorie più o meno ampie di lavoratori. L’esito di tale rilettura è che secondo la Corte la struttura diversificata e plurale dell’ordinamento previdenziale è costituzionalmente legittima al pari dei trattamenti differenziati quando tali diversificazioni siano giustificate dalla qualifi- cazione giuridica dell’attività lavorativa, dalle caratteristiche specifiche della prestazione e da difformità sostanziali, anche economiche. L’assenza di tali diversità costituisce l’unico limite alla discrezionalità del legislatore, in forza dei principi di uguaglianza, proporzionalità e adeguatezza dei mezzi sanciti dalla Carta costituzionale. L’evoluzione dei modi di lavorare determinando la frantumazione della fattispecie tipica, sulla quale è tarato il regime dell’assicurazione generale obbligatoria dei dipendenti privati, finisce col vieppiù giustificare e supportare la struttura pluralista del nostro sistema previdenziale, onde evitare che un sistema unico ed indifferenziato finisca col penalizzare tali lavoratori.
pluralismo; regime pensionistico; Corte costituzionale
Settore GIUR-04/A - Diritto del lavoro
2025
Article (author)
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