E’ oramai noto da tempo il contributo dato dalla diplomazia e dal governo italiani al cammino che dopo il fallimento della CED e della Comunità politica europea ad essa legata avrebbe condotto, via Messina, alla firma dei trattati fondativi di Cee ed Euratom del 25 marzo 1957. Si può invece parlare di un quadro rimasto molto meno conosciuto, almeno fino a pochi anni fa, quando si affrontino i profili e l’attività politica della seconda generazione dei costruttori dell’Europa unita, che proprio a partire da quell’evento dovettero con difficoltà raccogliere la pe- sante eredità ideale dei padri fondatori. Il politico democratico cristiano Edoardo Martino (Ales- sandria, 1910-1999) fu tra i protagonisti di quella stagione. Formatosi nell’esperienza della guerra e della Resistenza nelle file delle formazioni cattoliche, eletto deputato alla Camera sin dall’aprile 1948, dopo i primi incarichi governativi gli fu affidato dal governo Zoli il compito di farsi relatore in Parlamento dei contenuti finali dei trattati in vista della loro ratifica. In quest’attività poté così distinguersi come uno dei più ferventi sostenitori dell’ideale europeo all’interno del suo partito e dell’intero panorama politico nazionale. Un contributo che lo portò sin dal 1958 alla designazione come membro della rappresentanza italiana all’Assemblea parlamentare comune, di cui arriverà a ricoprire, tra il 1964 e il 1967, la presidenza della più prestigiosa e rilevante commissione interna, quella politica. Di qui arriverà poi, proprio nel decennale dei trattati fondativi, il coronamento della sua carriera nelle istituzioni comunitarie con la nomina a commissario dell’ “esecutivo” co- mune guidato da Jean Rey, con delega alle Relazioni esterne.Da questa posizione di grande presti- gio, ma al contempo dai margini d’azione forzatamente limitati, Martino avrà così modo di agire cercando di affermare e consolidare la presenza dei Sei sulla scena internazionale.
Un "altro" Martino in Europa : Il percorso di Edoardo Martino tra Roma e Bruxelles (1957-1967) / L. Meli (AUSE). - In: A sessant'anni dai trattati di Roma : dal mercato comune all'unione economica e monetaria : una prospettiva storica / [a cura di] M. Mascia, D. Preda, F. Velo. - Bari : Cacucci, 2018. - ISBN 978-88-6611-706-3. - pp. 119-131 (( convegno A Sessant'anni dai Trattati di Roma tenutosi a Pavia nel 2017.
Un "altro" Martino in Europa : Il percorso di Edoardo Martino tra Roma e Bruxelles (1957-1967)
L. Meli
2018
Abstract
E’ oramai noto da tempo il contributo dato dalla diplomazia e dal governo italiani al cammino che dopo il fallimento della CED e della Comunità politica europea ad essa legata avrebbe condotto, via Messina, alla firma dei trattati fondativi di Cee ed Euratom del 25 marzo 1957. Si può invece parlare di un quadro rimasto molto meno conosciuto, almeno fino a pochi anni fa, quando si affrontino i profili e l’attività politica della seconda generazione dei costruttori dell’Europa unita, che proprio a partire da quell’evento dovettero con difficoltà raccogliere la pe- sante eredità ideale dei padri fondatori. Il politico democratico cristiano Edoardo Martino (Ales- sandria, 1910-1999) fu tra i protagonisti di quella stagione. Formatosi nell’esperienza della guerra e della Resistenza nelle file delle formazioni cattoliche, eletto deputato alla Camera sin dall’aprile 1948, dopo i primi incarichi governativi gli fu affidato dal governo Zoli il compito di farsi relatore in Parlamento dei contenuti finali dei trattati in vista della loro ratifica. In quest’attività poté così distinguersi come uno dei più ferventi sostenitori dell’ideale europeo all’interno del suo partito e dell’intero panorama politico nazionale. Un contributo che lo portò sin dal 1958 alla designazione come membro della rappresentanza italiana all’Assemblea parlamentare comune, di cui arriverà a ricoprire, tra il 1964 e il 1967, la presidenza della più prestigiosa e rilevante commissione interna, quella politica. Di qui arriverà poi, proprio nel decennale dei trattati fondativi, il coronamento della sua carriera nelle istituzioni comunitarie con la nomina a commissario dell’ “esecutivo” co- mune guidato da Jean Rey, con delega alle Relazioni esterne.Da questa posizione di grande presti- gio, ma al contempo dai margini d’azione forzatamente limitati, Martino avrà così modo di agire cercando di affermare e consolidare la presenza dei Sei sulla scena internazionale.| File | Dimensione | Formato | |
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