Sono passati quasi cento anni da quando, nell’estate del 1924, Whitehead salpò per gli Stati Uniti, inaugurando in quell’autunno, all’età di 63 anni, la sua carriera di professore di filosofia ad Harvard, dopo aver già raggiunto la fama come matematico e logico. Per il suo acume e la profondità delle sue riflessioni, tuttavia, ancor prima dell’avventura americana era riconosciuto come pensatore originale. Henri Bergson, ad esempio, lo riteneva «il più importante filosofo di lingua inglese». O ancora, è noto che Gertrude Stein, nella sua Autobiografia di Alice B. Toklas, scrisse di aver incontrato solo tre geni in vita sua: la stessa Stein, Picasso e Whitehead. I temi affrontati nell’ampia produzione whiteheadiana sono i più svariati, e spaziano dall’algebra universale alla logica simbolica, dalla filosofia della scienza alla religione, e ancora dalla metafisica alla filosofia dell’educazione. Le sue numerose opere, pur non rappresentando delle tappe definite in uno sviluppo lineare del pensiero, costituiscono nel loro insieme un vasto mosaico, in cui è possibile riconoscere dei motivi ricorrenti. Uno di questi è il tema del concreto, che non va inteso nei termini di un vago elogio dell’esistente o di un’esaltazione del mero dato (che al contrario è per Whitehead l’esito di un elaborato processo di astrazione); l’enfasi sulla “concretezza” è il modo in cui l’autore, recuperando l’etimologia latina (da con-crescere, crescere insieme), pone l’accento sul carattere organico e relazionale dell’esperienza, che sola può e deve costituire – a suo avviso – il terreno d’indagine di ogni impresa filosofica. L’esperienza è da lui concepita come unità sintetica originaria, caratterizzata dall’evenemenzialità e processualità. È a partire da tale nozione di esperienza che Whitehead elabora il suo complesso schema categoriale, nonché la sua riflessione speculativa (articolati nella loro ampiezza e complessità in Processo e realtà), secondo cui ogni singolo evento, nella sua unicità e intrinseca potenzialità, condensa ed esprime la totalità dell’universo.
Introduzione: Alfred North Whitehead e la filosofia del concreto / M.R. Brioschi. - In: IN CIRCOLO. - ISSN 2531-4092. - 14:(2022 Dec), pp. 8-14.
Introduzione: Alfred North Whitehead e la filosofia del concreto
M.R. Brioschi
2022
Abstract
Sono passati quasi cento anni da quando, nell’estate del 1924, Whitehead salpò per gli Stati Uniti, inaugurando in quell’autunno, all’età di 63 anni, la sua carriera di professore di filosofia ad Harvard, dopo aver già raggiunto la fama come matematico e logico. Per il suo acume e la profondità delle sue riflessioni, tuttavia, ancor prima dell’avventura americana era riconosciuto come pensatore originale. Henri Bergson, ad esempio, lo riteneva «il più importante filosofo di lingua inglese». O ancora, è noto che Gertrude Stein, nella sua Autobiografia di Alice B. Toklas, scrisse di aver incontrato solo tre geni in vita sua: la stessa Stein, Picasso e Whitehead. I temi affrontati nell’ampia produzione whiteheadiana sono i più svariati, e spaziano dall’algebra universale alla logica simbolica, dalla filosofia della scienza alla religione, e ancora dalla metafisica alla filosofia dell’educazione. Le sue numerose opere, pur non rappresentando delle tappe definite in uno sviluppo lineare del pensiero, costituiscono nel loro insieme un vasto mosaico, in cui è possibile riconoscere dei motivi ricorrenti. Uno di questi è il tema del concreto, che non va inteso nei termini di un vago elogio dell’esistente o di un’esaltazione del mero dato (che al contrario è per Whitehead l’esito di un elaborato processo di astrazione); l’enfasi sulla “concretezza” è il modo in cui l’autore, recuperando l’etimologia latina (da con-crescere, crescere insieme), pone l’accento sul carattere organico e relazionale dell’esperienza, che sola può e deve costituire – a suo avviso – il terreno d’indagine di ogni impresa filosofica. L’esperienza è da lui concepita come unità sintetica originaria, caratterizzata dall’evenemenzialità e processualità. È a partire da tale nozione di esperienza che Whitehead elabora il suo complesso schema categoriale, nonché la sua riflessione speculativa (articolati nella loro ampiezza e complessità in Processo e realtà), secondo cui ogni singolo evento, nella sua unicità e intrinseca potenzialità, condensa ed esprime la totalità dell’universo.| File | Dimensione | Formato | |
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