Il presente lavoro commenta la sentenza n. 15 del 2024 della Corte costituzionale, con cui la Corte si è pronunciata sulla legittimità di una disposizione contenuta in una legge regionale, intervenendo nell’ambito di un lungo contenzioso, relativo a una serie di disposizioni regionali che prevedono, in modi diversi, oneri documentali maggiori a carico degli stranieri per accedere a misure di tipo sociale. Partendo dall'importante interpretazione che la Corte offre, nel pronunciarsi, del giudizio antidiscriminatorio, sottolineandone le peculiarità e i poteri attribuiti al giudice, il lavoro procede con la trattazione degli interessanti quesiti che la pronuncia solleva anche sul ruolo della Corte costituzionale nel rapporto tra diritto interno e diritto UE, in particolare in relazione all'applicazione diretta del diritto UE e all'incidenza delle decisioni dei giudici nazionali. La decisione si inserisce in un contesto di evoluzione giurisprudenziale, contribuendo a delineare un quadro sempre più complesso e dinamico dei rapporti tra ordinamenti giuridici.

Le peculiarità del procedimento antidiscriminatorio ex art. 28, d. lgs. 150 del 2011 e i rapporti fra norme interne e norme dell’Unione Europea. Nota a Corte cost. sentenza n. 15 del 2024 / G. Patarini. - In: OSSERVATORIO COSTITUZIONALE. - ISSN 2283-7515. - 2024:5(2024 Oct 01), pp. 107-130.

Le peculiarità del procedimento antidiscriminatorio ex art. 28, d. lgs. 150 del 2011 e i rapporti fra norme interne e norme dell’Unione Europea. Nota a Corte cost. sentenza n. 15 del 2024

G. Patarini
2024

Abstract

Il presente lavoro commenta la sentenza n. 15 del 2024 della Corte costituzionale, con cui la Corte si è pronunciata sulla legittimità di una disposizione contenuta in una legge regionale, intervenendo nell’ambito di un lungo contenzioso, relativo a una serie di disposizioni regionali che prevedono, in modi diversi, oneri documentali maggiori a carico degli stranieri per accedere a misure di tipo sociale. Partendo dall'importante interpretazione che la Corte offre, nel pronunciarsi, del giudizio antidiscriminatorio, sottolineandone le peculiarità e i poteri attribuiti al giudice, il lavoro procede con la trattazione degli interessanti quesiti che la pronuncia solleva anche sul ruolo della Corte costituzionale nel rapporto tra diritto interno e diritto UE, in particolare in relazione all'applicazione diretta del diritto UE e all'incidenza delle decisioni dei giudici nazionali. La decisione si inserisce in un contesto di evoluzione giurisprudenziale, contribuendo a delineare un quadro sempre più complesso e dinamico dei rapporti tra ordinamenti giuridici.
giudizio antidiscriminatorio; poteri del giudice; doppia pregiudizialità; sindacato di costituzionalità
Settore GIUR-05/A - Diritto costituzionale e pubblico
1-ott-2024
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