Questo studio analizza l'azione dei movimenti palestinesi in Italia e le loro relazioni con i partiti italiani tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta. L’intenzione è inserire il contesto italiano nel più ampio quadro internazionale, seguendo così il nuovo filone storiografico che vede l’azione palestinese al di fuori del mondo arabo come parte di quella che Paul Thomas Chamberlin definisce “offensiva globale”, ossia il momento in cui i movimenti palestinesi raccolti attorno all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) cercarono di orientare l’opinione pubblica mondiale a favore della causa palestinese. Se all’estero studi come quelli condotti da Haugbolle, Prestel e Abu Samra sono stati significativi per comprendere maggiormente il ruolo attivo che i palestinesi hanno avuto in Occidente, in Italia questo tipo di approccio non è stato ancora adottato. Il tema è stato affrontato principalmente attraverso due chiavi di lettura: in un caso si è analizzato il conflitto arabo-israeliano e le conseguenze che esso ha avuto sul panorama italiano, considerando le posizioni dei partiti italiani alla luce del loro supporto a Israele o alla causa palestinese; nell’altro, si è studiato il rapporto tra il pensiero socialista, i partiti della sinistra e la questione ebraica. Questi studi, quindi, non hanno tenuto conto del ruolo delle organizzazioni palestinesi nel plasmare la politica italiana verso la regione araba. Ciò è dovuto anche al fatto che non hanno utilizzato materiali prodotti da questi gruppi e questo ha portato alla marginalizzazione dei palestinesi come attori politici sulla scena italiana, dipingendoli come soggetti subalterni rispetto agli eventi in cui avevano un ruolo attivo. L’obiettivo di questa ricerca è pertanto osservare il modo in cui le organizzazioni palestinesi si sono mosse nel contesto italiano, così da comprendere la capacità politica dei vari movimenti politici palestinesi di perseguire i propri obiettivi strategici in un determinato contesto nazionale. Si cercherà di capire quali siano state le parole d’ordine e i concetti principali e gli strumenti che i palestinesi hanno usato per rendere più vicina la causa palestinese al pubblico italiano. Soprattutto, grande spazio sarà dedicato alle differenze interne ai vari movimenti palestinesi per capire come si sia diversificata l’azione palestinese nel contesto italiano. Le fonti usate saranno sia scritte che orali. Per quanto riguarda il materiale in arabo, si intendono analizzare i documenti prodotti dai vari partiti palestinesi per comprendere se vi fosse un indirizzo specifico riguardante l’Italia a livello ufficiale o se invece la situazione italiana venisse affrontata esclusivamente all’interno della più ampia categoria delle azioni da condurre in Europa e in Occidente. L’analisi di questa produzione verrà compiuta attraverso lo studio di alcune raccolte documentarie e dei vari giornali editi dai differenti partiti palestinesi. Si studieranno inoltre i materiali prodotti in lingua italiana dalle varie organizzazioni palestinesi presenti sul territorio e dai partiti italiani interessati alla causa palestinese. Documenti prodotti dalle istituzioni italiani saranno allo stesso modo utili per capire la capillarità delle organizzazioni palestinesi e il grado di attenzione che subivano da parte degli apparati di sicurezza. Infine, le interviste con militanti palestinesi e italiani saranno fondamentali per cogliere maggiormente la natura del lavoro politico intrapreso. L’intento di questa ricerca è capire come l’azione palestinese si sia diversificata alla luce delle esigenze diverse che vi erano. Due sono le direttrici che si possono intravedere. Da un lato si può considerare la presenza di un’anima più movimentista, rappresentata dal GUPS, la cui funzione sembra essere stata quella di tessere le relazioni sul territorio con i partiti italiani, sia quelli parlamentari che quelli extraparlamentari. Dall’altro lato invece sembra esserci stata un’azione diplomatica volta a influenzare le dirigenze dei partiti italiani e lo stesso governo, avviata prima in maniera minore da Wael Zwaiter e poi perseguita in maniera più decisa da Nemer Hammad. L’intento era spingere l’Italia e gli altri governi europei a riconoscere l’OLP quale rappresentante del popolo palestinese. Questa azione si inseriva all’interno di un quadro più ampio volto a garantire alla stessa Organizzazione la legittimità necessaria per essere un interlocutore alla pari degli altri nelle discussioni che venivano fatte riguardo alla questione palestinese. Cogliere le differenti metodologie e i rapporti che vi erano tra queste due anime del movimento permetterebbe inserire contesto italiano all’interno del filone delle nuove ricerche palestinesi e ridare centralità all’attore palestinese.
L'azione palestinese in Italia attraverso gli anni settanta: l'adattamento della causa palestinese alla tradizione politica locale / B. Kharma. ((Intervento presentato al convegno Giornate di Studio di SESAMO e Maydan : Riflessioni sui mondi arabi, semitici e islamici : 15-16 febbraio tenutosi a Roma nel 2024.
L'azione palestinese in Italia attraverso gli anni settanta: l'adattamento della causa palestinese alla tradizione politica locale
B. Kharma
2024
Abstract
Questo studio analizza l'azione dei movimenti palestinesi in Italia e le loro relazioni con i partiti italiani tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta. L’intenzione è inserire il contesto italiano nel più ampio quadro internazionale, seguendo così il nuovo filone storiografico che vede l’azione palestinese al di fuori del mondo arabo come parte di quella che Paul Thomas Chamberlin definisce “offensiva globale”, ossia il momento in cui i movimenti palestinesi raccolti attorno all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) cercarono di orientare l’opinione pubblica mondiale a favore della causa palestinese. Se all’estero studi come quelli condotti da Haugbolle, Prestel e Abu Samra sono stati significativi per comprendere maggiormente il ruolo attivo che i palestinesi hanno avuto in Occidente, in Italia questo tipo di approccio non è stato ancora adottato. Il tema è stato affrontato principalmente attraverso due chiavi di lettura: in un caso si è analizzato il conflitto arabo-israeliano e le conseguenze che esso ha avuto sul panorama italiano, considerando le posizioni dei partiti italiani alla luce del loro supporto a Israele o alla causa palestinese; nell’altro, si è studiato il rapporto tra il pensiero socialista, i partiti della sinistra e la questione ebraica. Questi studi, quindi, non hanno tenuto conto del ruolo delle organizzazioni palestinesi nel plasmare la politica italiana verso la regione araba. Ciò è dovuto anche al fatto che non hanno utilizzato materiali prodotti da questi gruppi e questo ha portato alla marginalizzazione dei palestinesi come attori politici sulla scena italiana, dipingendoli come soggetti subalterni rispetto agli eventi in cui avevano un ruolo attivo. L’obiettivo di questa ricerca è pertanto osservare il modo in cui le organizzazioni palestinesi si sono mosse nel contesto italiano, così da comprendere la capacità politica dei vari movimenti politici palestinesi di perseguire i propri obiettivi strategici in un determinato contesto nazionale. Si cercherà di capire quali siano state le parole d’ordine e i concetti principali e gli strumenti che i palestinesi hanno usato per rendere più vicina la causa palestinese al pubblico italiano. Soprattutto, grande spazio sarà dedicato alle differenze interne ai vari movimenti palestinesi per capire come si sia diversificata l’azione palestinese nel contesto italiano. Le fonti usate saranno sia scritte che orali. Per quanto riguarda il materiale in arabo, si intendono analizzare i documenti prodotti dai vari partiti palestinesi per comprendere se vi fosse un indirizzo specifico riguardante l’Italia a livello ufficiale o se invece la situazione italiana venisse affrontata esclusivamente all’interno della più ampia categoria delle azioni da condurre in Europa e in Occidente. L’analisi di questa produzione verrà compiuta attraverso lo studio di alcune raccolte documentarie e dei vari giornali editi dai differenti partiti palestinesi. Si studieranno inoltre i materiali prodotti in lingua italiana dalle varie organizzazioni palestinesi presenti sul territorio e dai partiti italiani interessati alla causa palestinese. Documenti prodotti dalle istituzioni italiani saranno allo stesso modo utili per capire la capillarità delle organizzazioni palestinesi e il grado di attenzione che subivano da parte degli apparati di sicurezza. Infine, le interviste con militanti palestinesi e italiani saranno fondamentali per cogliere maggiormente la natura del lavoro politico intrapreso. L’intento di questa ricerca è capire come l’azione palestinese si sia diversificata alla luce delle esigenze diverse che vi erano. Due sono le direttrici che si possono intravedere. Da un lato si può considerare la presenza di un’anima più movimentista, rappresentata dal GUPS, la cui funzione sembra essere stata quella di tessere le relazioni sul territorio con i partiti italiani, sia quelli parlamentari che quelli extraparlamentari. Dall’altro lato invece sembra esserci stata un’azione diplomatica volta a influenzare le dirigenze dei partiti italiani e lo stesso governo, avviata prima in maniera minore da Wael Zwaiter e poi perseguita in maniera più decisa da Nemer Hammad. L’intento era spingere l’Italia e gli altri governi europei a riconoscere l’OLP quale rappresentante del popolo palestinese. Questa azione si inseriva all’interno di un quadro più ampio volto a garantire alla stessa Organizzazione la legittimità necessaria per essere un interlocutore alla pari degli altri nelle discussioni che venivano fatte riguardo alla questione palestinese. Cogliere le differenti metodologie e i rapporti che vi erano tra queste due anime del movimento permetterebbe inserire contesto italiano all’interno del filone delle nuove ricerche palestinesi e ridare centralità all’attore palestinese.Pubblicazioni consigliate
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