Un sistema analitico GC-MS di produzione nazionale nella strumentazione del DISS: ruolo epistemologico e sviluppo tecnologico nel Centenario di UniMI

A gas chromatography-mass spectrometry analytical system of national production Carlo Erba Instrumentation – Fisons TRIO-1000 was purchased around 1995 and remained operational for about a decade in the research laboratory of the Chair of Pediatrics at the San Paolo Hospital in Milan. Its decommissioning offered the opportunity to a forty-year expert in mass spectrometry to examine the scientific and industrial history, between the second half of the 20th century and the new century, which this artefact materializes in representing the progress in the construction of the holistic image contemporary world, and the role that science and national industry have been able to play in this process. This instrumental typology, already available with commercial models since the mid-1960s, was developed to meet the needs of the characterization of environmental chemical pollution by the US EPA, founded in 1970, and quickly extended its application to the sectors industrial analysis, health protection and academic research. The expansion and improvement of instrumental performance was achieved essentially in the USA, where a historically unique combination of market demands guaranteed by the public system and academic-industrial collaboration made the US industry an oligopolist in the supply of instrumental systems and its hegemonic regulatory system in requiring performance levels. Only a few European countries, including Italy, initially participated in the industrial development of analytical instrumentation, since the appearance, in the early 1950s, of gas chromatography as a Kuhnian "revolutionary" solution to the resolution of chemical complexity in environmental and biological samples. In the absence of an interest - that is, a guaranteed market for equipment - in environmental protection in Western Europe (and a similar, much more serious lack occurred in the Soviet bloc, but not in Japan), European industries, including the Italian Carlo Erba Strumentazione, a small subsidiary of the Montedison industrial galaxy, were purchased, merged and finally closed by the US giants as early as the 1980s. The diffusion of mass spectrometry in Italy owes much, in the pioneering period of the 1970s, to the translation of Fred McLafferty's seminal text "Guide to the interpretation of mass spectra", commissioned in 1972 by the chemists of the Faculty of Medicine of our university, immediately adopted by two young professors, Bruno Danieli and Riccardo Stradi, who had introduced, not without obstacles, the teaching of spectroscopic techniques in the degree courses in Chemistry and CTF. This instrument is therefore placed at the centre of intellectual and historical relations in recent Italian and international history, the consequences of which we are able to trace in today's events.

Un Sistema analitico di gas cromatografia-spettrometria di massa di produzione nazionale Carlo Erba Strumentazione – Fisons TRIO-1000 venne acquistato verso il 1995 e rimase operativo per un decennio nel laboratorio di ricerca della Cattedra di Pediatria presso l’Ospedale San Paolo di Milano. La sua dismissione ha offerto l’opportunità a un quarantennale cultore di spettrometria di massa per esaminare la storia scientifico-industriale, tra metà ‘900 e il nuovo secolo, che questo manufatto materializza nel rappresentare i progressi nella costruzione dell’immagine olistica contemporanea del mondo, e il ruolo che la scienza e l’industria nazionale hanno potuto ricoprire in questo processo. Questa tipologia strumentale, già disponibile con modelli commerciali da metà anni ’60, venne sviluppata per venire incontro alle necessità di caratterizzazione dell’inquinamento chimico ambientale da parte dell’Ente statunitense EPA, fondato nel 1970, ed estese velocemente la sua applicazione ai settori dell’analisi industriale, della tutela della salute e della ricerca accademica. L’espansione e il miglioramento delle prestazioni strumentali venne conseguito essenzialmente negli USA, ove una combinazione keynesiana storicamente unica di richieste di mercato garantite dal sistema pubblico e di collaborazione accademico-industriale rese, già dagli anni ’80, l’industria statunitense oligopolista nella fornitura e il suo sistema normativo egemone nel richiedere i livelli di prestazione degli strumenti. Solo pochi Paesi europei, tra cui l’Italia, parteciparono inizialmente allo sviluppo industriale della strumentazione analitica, fin dalla comparsa, nei primi anni ’50, della gas-cromatografia come soluzione kuhnianamente “rivoluzionaria” alla risoluzione della complessità chimica nei campioni ambientali e biologici. In mancanza di un interesse -ovvero di un mercato garantito per la strumentazione- alla tutela dell’ambiente nell’Europa occidentale (e un’analoga, assai più grave carenza si verificò nel blocco sovietico, ma non in Giappone), le industrie europee, tra cui l’italiana Carlo Erba Strumentazione, piccola unità della galassia industriale Montedison, vennero acquistate, accorpate e finalmente chiuse dai colossi statunitensi già a partire dagli anni ‘80. La diffusione della spettrometria di massa in Italia deve molto, nel periodo pionieristico degli anni ’70, alla traduzione del testo seminale di Fred McLafferty “Guida all’interpretazione degli spettri di massa”, voluta nel 1972 dai chimici della Facoltà di Medicina del nostro ateneo, subito adottato da due giovani, Bruno Danieli e Riccardo Stradi, che avevano introdotto, non senza ostacoli, l’insegnamento delle tecniche spettroscopiche nei corsi di laurea in Chimica e CTF. Nell’ambito degli Science and Technology Studies, questo strumento, già in condizioni musealizzabili, materializza relazioni intellettuali e storiche italiane e internazionali le cui conseguenze siamo in grado di rintracciare nel presente.