L’autore si sofferma su tre questioni variamente connesse con l’adozione della lingua inglese da parte di studiosi italiani in ambito umanistico: il reclutamento accademico, il rischio di una semplificazione dei contenuti e la traducibilità di sfumature di stile e significato in una lingua straniera. Ne emerge un panorama di luci e ombre, che l’avvento dell’intelligenza artificiale rende ancora più complesso. In questo quadro, l’uso dell’inglese – al netto di ovvi quanto inutili eccessi – può giocare un ruolo positivo, e non deve essere invocato come capro espiatorio per i problemi di tutt’altra origine che affliggono il sistema italiano.
Scrivere in inglese: più luci che ombre? / A. Capra. - In: SOCIETÀ E STORIA. - ISSN 0391-6987. - 2024:4 186(2024), pp. 807-813. [10.3280/SS2024-186006]
Scrivere in inglese: più luci che ombre?
A. Capra
2024
Abstract
L’autore si sofferma su tre questioni variamente connesse con l’adozione della lingua inglese da parte di studiosi italiani in ambito umanistico: il reclutamento accademico, il rischio di una semplificazione dei contenuti e la traducibilità di sfumature di stile e significato in una lingua straniera. Ne emerge un panorama di luci e ombre, che l’avvento dell’intelligenza artificiale rende ancora più complesso. In questo quadro, l’uso dell’inglese – al netto di ovvi quanto inutili eccessi – può giocare un ruolo positivo, e non deve essere invocato come capro espiatorio per i problemi di tutt’altra origine che affliggono il sistema italiano.| File | Dimensione | Formato | |
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