La macro-lingua cinese è la lingua più parlata al mondo e la terza più studiata, con un trend in costante ascesa a partire dalla metà degli anni 2000. Analogamente, gli stranieri recatisi in Cina per motivi di studio sono aumentati costantemente sino al 2018, anno dell’ultimo report pubblicato dal Ministero dell’educazione della Repubblica popolare cinese, che attestava il numero di studenti stranieri iscritti alle università cinesi a 492.185, contro i 238.184 del 2009. Di questi, 234.063 studenti erano iscritti a corsi non di laurea, ossia corsi intensivi di lingua cinese. Dopo la riapertura delle frontiere del Paese nel gennaio 2023, gli studenti stranieri sono tornati a poter usufruire delle borse di studio offerte dal Centre for Language Education and Cooperation (Zhongwai Yuyan Jiaoliu Hezuo Zhongxin 中外语言交流合作中心), ente educativo no profit affiliato al Ministero dell’educazione cinese, nell’ambito del progetto “International Chinese Language Teachers Scholarship”, per la frequentazione di corsi presso le diverse università cinesi. Diversi sono i tipi di corsi per i quali vengono offerte borse: dal “Short Language Program”, della durata di quattro settimane, fino al “Doctor’s Degree in Teaching Chinese to Speakers of Other Languages” (DTCSOL). Tra questi, sia il “Short Language Program” che il “Language Program”, della durata di un semestre o di un anno accademico, sono corsi non di laurea rivolti unicamente agli studenti stranieri. Nell’ambito del secondo programma, per il quale si registra la maggior domanda, i manuali più spesso utilizzati per le lezioni sono quelli del corso Developing Chinese (Fazhan Hanyu 发展汉语), editi dalla Beijing Language and Culture University Press (Beijing Yuyan Daxue Chubanshe 北京语言大学出版社). Questo contributo si propone quindi di analizzare i manuali della seconda edizione del corso Developing Chinese, avendo come focus particolare la consapevolezza metalinguistica promossa dagli stessi. Come sostenuto da Apple e Christian-Smith (1991), i manuali ricoprono difatti un ruolo importante nel processo educativo, spesso definendo il curriculum per come è esperito dai discenti molto più del sillabo stesso. Inoltre, essi possono essere considerati come artefatti sia culturali che curriculari: “culturali” in quanto la natura dei manuali è definita dalle condizioni sociali, economiche e tecniche dell’epoca e del luogo di stampa; “curriculari” in quanto essi riflettono il curriculum, sia esplicito che nascosto, e sono il prodotto delle decisioni prese circa tre componenti a livello di design, ossia gli approcci pedagogici promossi, le componenti linguistiche e i contenuti (Cherryholmes 1988; Venezky 1992). Lo scopo del contributo è quindi quello di indagare in particolar modo il secondo aspetto, analizzando soprattutto l’input e il modo in cui viene presentata la grammatica. Si vuole difatti evidenziare come il corso sia impostato sulla base di una compartimentazione netta delle abilità linguistiche, che ha però come sua costante la riflessione grammaticale. Nel far ciò, il contributo si propone di contribuire alla discussione accademica sulla consapevolezza metalinguistica nell’ambito dell’insegnamento e dell’apprendimento linguistico, in questo caso quello della lingua cinese, e, più nello specifico, alla discussione sulla manualistica.
Insegnare il cinese agli stranieri in Cina: un'analisi dei manuali del corso Developing Chinese (Fazhan Hanyu 发展汉语) / F.M. Scaringella. ((Intervento presentato al 17. convegno Convegno internazionale del CIRSIL: La consapevolezza metalinguistica in didattica nel corso dei secoli. Vecchi e nuovi approcci a confronto : 17-19 ottobre tenutosi a Trento nel 2024.
Insegnare il cinese agli stranieri in Cina: un'analisi dei manuali del corso Developing Chinese (Fazhan Hanyu 发展汉语)
F.M. Scaringella
Primo
2024
Abstract
La macro-lingua cinese è la lingua più parlata al mondo e la terza più studiata, con un trend in costante ascesa a partire dalla metà degli anni 2000. Analogamente, gli stranieri recatisi in Cina per motivi di studio sono aumentati costantemente sino al 2018, anno dell’ultimo report pubblicato dal Ministero dell’educazione della Repubblica popolare cinese, che attestava il numero di studenti stranieri iscritti alle università cinesi a 492.185, contro i 238.184 del 2009. Di questi, 234.063 studenti erano iscritti a corsi non di laurea, ossia corsi intensivi di lingua cinese. Dopo la riapertura delle frontiere del Paese nel gennaio 2023, gli studenti stranieri sono tornati a poter usufruire delle borse di studio offerte dal Centre for Language Education and Cooperation (Zhongwai Yuyan Jiaoliu Hezuo Zhongxin 中外语言交流合作中心), ente educativo no profit affiliato al Ministero dell’educazione cinese, nell’ambito del progetto “International Chinese Language Teachers Scholarship”, per la frequentazione di corsi presso le diverse università cinesi. Diversi sono i tipi di corsi per i quali vengono offerte borse: dal “Short Language Program”, della durata di quattro settimane, fino al “Doctor’s Degree in Teaching Chinese to Speakers of Other Languages” (DTCSOL). Tra questi, sia il “Short Language Program” che il “Language Program”, della durata di un semestre o di un anno accademico, sono corsi non di laurea rivolti unicamente agli studenti stranieri. Nell’ambito del secondo programma, per il quale si registra la maggior domanda, i manuali più spesso utilizzati per le lezioni sono quelli del corso Developing Chinese (Fazhan Hanyu 发展汉语), editi dalla Beijing Language and Culture University Press (Beijing Yuyan Daxue Chubanshe 北京语言大学出版社). Questo contributo si propone quindi di analizzare i manuali della seconda edizione del corso Developing Chinese, avendo come focus particolare la consapevolezza metalinguistica promossa dagli stessi. Come sostenuto da Apple e Christian-Smith (1991), i manuali ricoprono difatti un ruolo importante nel processo educativo, spesso definendo il curriculum per come è esperito dai discenti molto più del sillabo stesso. Inoltre, essi possono essere considerati come artefatti sia culturali che curriculari: “culturali” in quanto la natura dei manuali è definita dalle condizioni sociali, economiche e tecniche dell’epoca e del luogo di stampa; “curriculari” in quanto essi riflettono il curriculum, sia esplicito che nascosto, e sono il prodotto delle decisioni prese circa tre componenti a livello di design, ossia gli approcci pedagogici promossi, le componenti linguistiche e i contenuti (Cherryholmes 1988; Venezky 1992). Lo scopo del contributo è quindi quello di indagare in particolar modo il secondo aspetto, analizzando soprattutto l’input e il modo in cui viene presentata la grammatica. Si vuole difatti evidenziare come il corso sia impostato sulla base di una compartimentazione netta delle abilità linguistiche, che ha però come sua costante la riflessione grammaticale. Nel far ciò, il contributo si propone di contribuire alla discussione accademica sulla consapevolezza metalinguistica nell’ambito dell’insegnamento e dell’apprendimento linguistico, in questo caso quello della lingua cinese, e, più nello specifico, alla discussione sulla manualistica.| File | Dimensione | Formato | |
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