L’A. si concentra sull’analisi del lavoro agile come soluzione organizza-tiva d’inclusività, valutando la configurabilità giuridica di una sua ricondu-zione nel prisma degli “accomodamenti ragionevoli”, al fine di rafforzare l’esigibilità del ricorso a tale modalità di lavoro a favore della persona con disabilità. I recenti approdi della giurisprudenza di legittimità, richiamati dall’A., rafforzano la precettività dell’obbligo datoriale di predisporre acco-modamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro e individuano quale limite alla loro esigibilità il solo rispetto dei principi di ragionevolezza e proporziona-lità, ma non già l’intangibilità dell’assetto organizzativo insindacabilmente impresso dall’imprenditore. Per tale ragione, la modalità organizzativa agile, divenuta oggetto di improvvisa e massiccia sperimentazione durante la sta-gione pandemica, per le peculiarità che verranno sottolineate, ben si presta a costituire un possibile accomodamento ragionevole e uno strumento di in-clusività lavorativa e di conciliazione, non solo dei tempi di vita-lavoro ma anche di quelli di cura-lavoro. Per raggiungere tale finalità, tuttavia, è neces-sario rivisitare la normativa del lavoro agile, al fine di far emergere la finalità di inclusione lavorativa e rafforzare l’effettività dei diritti del lavoratore agile (diritto alla disconnessione, tutela della riservatezza, salute e sicurezza, apprendimento permanente e partecipazione alla vita aziendale), che non paiono sufficientemente tutelati nella legge n. 81/2017.
Sul lavoro agile come soluzione organizzativa di “ragionevole accomodamento” per la persona con disabilità / P. DE PETRIS - In: Un ponte tra università e mondo del lavoro per l'inclusione e la vita indipendent / [a cura di] M. Pavone, A. Arenghi, E. Borgonovi, F. Ferrucci, E. Genovese, A. Pepino. - Milano : Franco Angeli, 2022. - ISBN 9788835141105. - pp. 78-90
Sul lavoro agile come soluzione organizzativa di “ragionevole accomodamento” per la persona con disabilità
P. DE PETRIS
2022
Abstract
L’A. si concentra sull’analisi del lavoro agile come soluzione organizza-tiva d’inclusività, valutando la configurabilità giuridica di una sua ricondu-zione nel prisma degli “accomodamenti ragionevoli”, al fine di rafforzare l’esigibilità del ricorso a tale modalità di lavoro a favore della persona con disabilità. I recenti approdi della giurisprudenza di legittimità, richiamati dall’A., rafforzano la precettività dell’obbligo datoriale di predisporre acco-modamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro e individuano quale limite alla loro esigibilità il solo rispetto dei principi di ragionevolezza e proporziona-lità, ma non già l’intangibilità dell’assetto organizzativo insindacabilmente impresso dall’imprenditore. Per tale ragione, la modalità organizzativa agile, divenuta oggetto di improvvisa e massiccia sperimentazione durante la sta-gione pandemica, per le peculiarità che verranno sottolineate, ben si presta a costituire un possibile accomodamento ragionevole e uno strumento di in-clusività lavorativa e di conciliazione, non solo dei tempi di vita-lavoro ma anche di quelli di cura-lavoro. Per raggiungere tale finalità, tuttavia, è neces-sario rivisitare la normativa del lavoro agile, al fine di far emergere la finalità di inclusione lavorativa e rafforzare l’effettività dei diritti del lavoratore agile (diritto alla disconnessione, tutela della riservatezza, salute e sicurezza, apprendimento permanente e partecipazione alla vita aziendale), che non paiono sufficientemente tutelati nella legge n. 81/2017.| File | Dimensione | Formato | |
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