Fake Middle Ages? : Le cronologie incredibili da Jean Hardouin ad Anatolij Fomenko

The essay, which is part of a volume edited by the same author in which she analyses the relationship between fakes, forgeries and history, analyses certain pseudo-historical theories developed since the 17th century that, on philological or statistical grounds, have questioned the traditional chronological structure of the Western world, denying, among other things, the existence of the early Middle Ages, and in particular the years between the 7th and 10th centuries. The aim of this essay is not so much to produce elements to refute the denialist and conspiracy theories, nor even to give them support, but rather to try to understand the reasons for their origin and success, an operation of critical analysis that has always been close to the historian's heart. Like the forgeries and frauds they would like to unmask, this critical revisionism and the extravagant alternative proposals that ensue from it say little about what they would like to prove, but much about the circles that produced them and those that received them and continue to receive them today.

Il saggio, che fa parte di un volume a cura della stessa autrice in cui si analizza il rapporto tra il falso e la storia, prende in analisi alcune teorie pseudo-storiche sviluppatesi a partire dal XVII secolo che, su basi filologiche o statistiche, hanno messo in discussione il tradizionale impianto cronologico del mondo occidentale negando, fra il resto, l’esistenza dell’alto medioevo, e in particolare degli anni racchiusi tra i secoli VII e X. Scopo di questo saggio non è tanto produrre elementi atti a confutare le teorie negazioniste e cospirazioniste, né tanto meno dare loro sponda ma piuttosto cercare di comprendere le ragioni della loro origine e del loro successo, un’operazione di analisi critica che da sempre sta a cuore allo storico. Al pari dei falsi e delle frodi che vorrebbero smascherare, questo revisionismo critico e le conseguenti stravaganti proposte alternative da esso scaturite dicono poco su ciò che vorrebbero dimostrare, ma molto sugli ambienti che li produssero e su quelli che li recepirono e continuano tutt’oggi a recepire.