Come coinvolgere i giovani è diventato uno dei principali argomenti di confronto e dibattito nel mondo del volontariato e delle esperienze civiche. Da un lato, infatti, si pone la questione del calo, anche per motivi demografici, della partecipazione giovanile, dall’altro si avverte un disinteresse generazionale verso le tradizionali proposte di impegno continuative e strutturate. Si sta quindi diffondendo il timore che vengano a mancare le energie necessarie per il rinnovamento del tessuto associativo del volontariato. Il confronto, tuttavia, tende a focalizzarsi solo sulle responsabilità dei giovani, contribuendo alla narrazione di una “generazione in ritiro”. Sebbene alcuni segnali destino preoccupazione, questa lettura, oltre ad essere autoassolutoria, presuppone, e dà per scontato, che i giovani seguano le stesse orme dei genitori: come se il passaggio generazionale fosse privo di tensioni ed evoluzioni. Il contributo intende dunque rileggere questa interpretazione improntata allo scetticismo sulla base dei dati disponibili e alla luce delle testimonianze raccolte. Vengono identificate tre dinamiche partecipative con la formula sintetica delle tre S: scoperta, scopo e servizio. Vengono inoltre avanzati alcuni spunti, sia di critica sia di proposta. I giovani, a modo loro, stanno infatti immaginando il domani: accogliere e accompagnare questa sfida non è facile, ma è un esercizio decisivo per lo spirito di solidarietà del Paese, messo a dura prova dal susseguirsi delle crisi e da ripiegamenti reattivi.
Come e perché cambia il rapporto tra volontariato e mondo giovanile / S.D. Molli. - In: AGGIORNAMENTI SOCIALI. - ISSN 0002-094X. - 75:12(2024 Dec), pp. 666-670.
Come e perché cambia il rapporto tra volontariato e mondo giovanile
S.D. Molli
2024
Abstract
Come coinvolgere i giovani è diventato uno dei principali argomenti di confronto e dibattito nel mondo del volontariato e delle esperienze civiche. Da un lato, infatti, si pone la questione del calo, anche per motivi demografici, della partecipazione giovanile, dall’altro si avverte un disinteresse generazionale verso le tradizionali proposte di impegno continuative e strutturate. Si sta quindi diffondendo il timore che vengano a mancare le energie necessarie per il rinnovamento del tessuto associativo del volontariato. Il confronto, tuttavia, tende a focalizzarsi solo sulle responsabilità dei giovani, contribuendo alla narrazione di una “generazione in ritiro”. Sebbene alcuni segnali destino preoccupazione, questa lettura, oltre ad essere autoassolutoria, presuppone, e dà per scontato, che i giovani seguano le stesse orme dei genitori: come se il passaggio generazionale fosse privo di tensioni ed evoluzioni. Il contributo intende dunque rileggere questa interpretazione improntata allo scetticismo sulla base dei dati disponibili e alla luce delle testimonianze raccolte. Vengono identificate tre dinamiche partecipative con la formula sintetica delle tre S: scoperta, scopo e servizio. Vengono inoltre avanzati alcuni spunti, sia di critica sia di proposta. I giovani, a modo loro, stanno infatti immaginando il domani: accogliere e accompagnare questa sfida non è facile, ma è un esercizio decisivo per lo spirito di solidarietà del Paese, messo a dura prova dal susseguirsi delle crisi e da ripiegamenti reattivi.File | Dimensione | Formato | |
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