Dai bisogni primari alla cultura: le spese di una famiglia nobile veneta dell'Ottocento: i Del Bene = From primary needs to culture: the expenditures of a noble family in 19th-century Veneto, the Del Bene

The article analyses the standard of living of a noble Veronese family between the 1820s and 1850s, when the city was part of the Lombardo-Veneto Kingdom. The study draws mainly upon the household budgets (intended for internal and non-fiscal use) with a focus on expenses, considered more reliable economic indicators than income for estimating material well-being. By examining expenditure type, amount, and trend over the years under investigation it has been possible to reconstruct the strategy behind the consumption of the Del Bene family, which consisted at the time of a widowed mother and her five children. While a small part of the expenses went to satisfy basic necessities, the rest was used for secondary needs that for the Del Bene were quite entirely the children’s education, from private lessons for both sons and daughters to very expensive boarding schools. Great emphasis was therefore placed on education and culture, which was not a lever for upward social mobility but a form of self-affirmation and responsibility. The mother Marianna’s expenditures were not geared toward conspicuous consumption and ostentation, as valued by part of the old nobility, but rather toward an invisible, long-term asset that would allow her children to consciously manage their their wealth and perhaps hold public office in the service of the community.

L’articolo analizza il tenore di vita di una famiglia nobile veronese tra gli anni Venti e Cinquanta dell’Ottocento, quando la città era parte del Regno Lombardo-Veneto. Lo studio si è basato principalmente sui bilanci privati della famiglia (destinati ad un uso interno e non fiscale), con particolare attenzione alle spese, ritenute indicatori economici più attendibili rispetto ai redditi per stimare lo standard di vita e il benessere materiale. Il tipo di spese, l’ammontare e il trend lungo l’arco di anni analizzato hanno consentito di ricostruire la strategia alla base dei consumi della famiglia Del Bene, costituita in questo caso da una madre, rimasta vedova, con i suoi cinque figli. Se una parte delle uscite era ovviamente destinata a soddisfare i beni di prima necessità, il resto era impiegato per la formazione dei figli, dalle lezioni impartite privatamente, sia per i maschi che per le femmine, ai collegi molto costosi, fuori casa. Grande attenzione viene dunque posta all’educazione scolastica che in questo caso non svolge un ruolo di ascensore sociale, quanto piuttosto di affermazione. Le spese pensate dalla madre Marianna non sono volte all’acquisto di beni sontuosi miranti all’ostentazione, come voleva un’antica nobiltà, quanto piuttosto a un bene ‘invisibile’, di lungo periodo che avrebbe consentito ai figli di gestire consapevolmente il proprio patrimonio o di ricoprire cariche pubbliche a servizio della comunità.