Uranium-rush in Namibia between eco-social effects and political management. The need for global uranium, prompted by global geopolitical fibrillation and pressing commitments to decarbonization since the last COPs, leads states in possession of large amounts of capital to exploit the resources of developing countries that agree to cede control over their resources, apparently indifferent to the cumulative impact that surveys and mine openings and exploitation of the workforce exert on populations and ecosystems. Namibia, in 2023, rose to the world’s third-largest producer of uranium as China, in its need to triple its installed nuclear capacity by 2030, is buying a large part of the available mines. Government forces and civil society intend to control the sector. The government, by participating as a shareholder and claiming control rights over decisions to counter careless management, and trade unions and civil society, countering the aggressive way of managing the workforce under the watchful eye of national analysts and good journalism.

Il fabbisogno di uranio globale, sollecitato da fibrillazione geopolitica mondiale e pressanti impegni per la decarbonizzazione dalle ultime COP, porta Stati in possesso di ingenti capitali a sfruttare le disponibilità dei Pvs che accettano di cedere il controllo sulle proprie risorse, apparentemente indifferenti al cumulative impact che sondaggi, apertura di miniere e sfruttamento della forza lavoro esercitano su popoli ed ecosistemi. La Namibia, nel 2023, è assurta a terzo produttore mondiale di uranio in quanto la Cina, nell’esigenza di triplicare la propria capacità nucleare installata entro il 2030, sta acquistando buona parte delle miniere a disposizione. Forze di governo e società civile intendono controllare il comparto. Il governo, compartecipando come azionista e avocando diritti di controllo sulle decisioni per contrastare gestioni poco attente; sindacati e società civile, contrastando le aggressive modalità di gestione della forza lavoro, sotto l’occhio vigile di analisti nazionali e di buon giornalismo.

Uranium-rush in Namibia tra effetti eco-sociali e gestione politica https://www.societastudigeografici.it/memorie-geografiche-vol-xxiv-geografia-e-ecologia-politica/ / C. Fiamingo. - In: MEMORIE GEOGRAFICHE. - 24:(2024 Oct 23), pp. 627-634. (Intervento presentato al IV Edizione delle Giornate di Studi interdisciplinari “GEOGRAFIA E...”. convegno Geografia ed Ecologia politica tenutosi a Università degli Studi di Milano nel 2023).

Uranium-rush in Namibia tra effetti eco-sociali e gestione politica https://www.societastudigeografici.it/memorie-geografiche-vol-xxiv-geografia-e-ecologia-politica/

C. Fiamingo
2024

Abstract

Uranium-rush in Namibia between eco-social effects and political management. The need for global uranium, prompted by global geopolitical fibrillation and pressing commitments to decarbonization since the last COPs, leads states in possession of large amounts of capital to exploit the resources of developing countries that agree to cede control over their resources, apparently indifferent to the cumulative impact that surveys and mine openings and exploitation of the workforce exert on populations and ecosystems. Namibia, in 2023, rose to the world’s third-largest producer of uranium as China, in its need to triple its installed nuclear capacity by 2030, is buying a large part of the available mines. Government forces and civil society intend to control the sector. The government, by participating as a shareholder and claiming control rights over decisions to counter careless management, and trade unions and civil society, countering the aggressive way of managing the workforce under the watchful eye of national analysts and good journalism.
Il fabbisogno di uranio globale, sollecitato da fibrillazione geopolitica mondiale e pressanti impegni per la decarbonizzazione dalle ultime COP, porta Stati in possesso di ingenti capitali a sfruttare le disponibilità dei Pvs che accettano di cedere il controllo sulle proprie risorse, apparentemente indifferenti al cumulative impact che sondaggi, apertura di miniere e sfruttamento della forza lavoro esercitano su popoli ed ecosistemi. La Namibia, nel 2023, è assurta a terzo produttore mondiale di uranio in quanto la Cina, nell’esigenza di triplicare la propria capacità nucleare installata entro il 2030, sta acquistando buona parte delle miniere a disposizione. Forze di governo e società civile intendono controllare il comparto. Il governo, compartecipando come azionista e avocando diritti di controllo sulle decisioni per contrastare gestioni poco attente; sindacati e società civile, contrastando le aggressive modalità di gestione della forza lavoro, sotto l’occhio vigile di analisti nazionali e di buon giornalismo.
Africa; Namibia; uranio; Cina; resource governance
Settore GSPS-04/C - Storia e istituzioni dell'Africa
23-ott-2024
Società di Studi Geografici Geografia e ecologia politica
https://www.societastudigeografici.it/memorie-geografiche/
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