Attualmente i progressi compiuti nelle varie discipline odontoiatriche consentono di eseguire trattamenti multidisciplinari complessi ottenendo ottimi risultati se la motivazione e la collaborazione del paziente è buona. Presso la nostra Università l’approccio multidisciplinare implantologo-ortodontista in casi di riabilitazione orale è ormai metodica ben codificata. Da una parte l’ortodonzia permette di posizionare i denti con asse adeguato nella posizione in cui le protesi su impianti potranno essere realizzate in condizioni ottimali e di migliorare la situazione parodontale ed estetica. Dall’altra, l’implantologia, rispettando una metodica rigorosa, permette l’economia dei tessuti dentali con risultati importanti ed affidabili a lungo termine. Scopo di questo lavoro è quello di evidenziare l’importanza assunta dalla collaborazione tra ortodontista e implantologo e di mettere in risalto l’importanza degli impianti endossei quali possibilità terapeutiche per il ripristino funzionale ed estetico del sistema stomatognatico. Il concetto di odontoiatria ha attraversato una lunga trasformazione negli ultimi decenni e i ruoli assunti dallo specialista si sono ampiamente espansi compiendo numerosi progressi. Si è assistito, inoltre, ad una crescente collaborazione tra le varie discipline e specialità dell’odontoiatria. In particolare, per quanto riguarda l’ortodonzia, l’odontoiatra generico si affida sempre di più alla collaborazione dell’ortodontista per fornire ad un maggior numero di pazienti forme di terapia più complete. In questo lavoro è stata analizzata una parte di problemi di riabilitazione che possono essere migliorati da una terapia ortodontica. La riabilitazione orale di casi clinici con elementi dentari mancanti può essere ottenuta con opportune terapie ortodontiche e successiva stabilizzazione e sostituzione degli elementi con tecniche riabilitative differenti. E’ necessario precisare che l’ortodonzia quale disciplina complemento di altre terapie odontoiatriche richiede un accordo preliminare fra protesista, implantologo, parodontologo e ortodontista circa il tipo e la dimensione degli spostamenti dentari previsti. Il trattamento ortodontico in questi casi prevede, tra i suoi obiettivi, la correzione di anomalie di posizione di denti singoli allo scopo di ottenere la chiusura, la riduzione o l’apertura degli spazi. Negli anni futuri sarà sempre più necessaria e frequente una collaborazione tra ortodontista e implantologo sia in termini di preparazione ortodontica all’intervento implantologico, come dimostrato nel caso clinico qui esposto, sia in termini di implantologia in aiuto all’ortodonzia. Alcuni Autori hanno infatti dimostrato la validità degli impianti osteointegrati quale ancoraggio massimo per finalità ortodontiche e ortopediche. Con il progresso tecnologico, è divenuto sempre più necessario che un esperto in una determinata branca odontoiatrica si consulti con l’esperienza di un altro collega esperto in un’altra. La collaborazione non è solo auspicabile, ma è divenuta obbligatoria se si vogliono fornire livelli più qualificati di terapia. Il rapporto dell’ortodontista con gli altri specialisti si pone, oggi sempre più spesso, non solo nel senso ovvio della collaborazione alla risoluzione dei problemi terapeutici specifici della propria disciplina, per i quali egli è interpellato in qualità di esperto, ma sempre più anche nel senso della competente collaborazione alla risoluzione diagnostica del caso. La corretta definizione della diagnosi avrà ovviamente conseguenze in ordine alla valutazione prognostica ed alla formulazione del più idoneo piano di trattamento.
Implantologia ed ortodonzia nella correzione sinergica interdisciplinare dell’estetica dento-facciale / U. Garagiola, V. Ghiglione. ((Intervento presentato al 5. convegno Congresso Nazionale di Medicina Estetica : 10-12 ottobre tenutosi a Milano nel 2003.
Implantologia ed ortodonzia nella correzione sinergica interdisciplinare dell’estetica dento-facciale
U. Garagiola;
2003
Abstract
Attualmente i progressi compiuti nelle varie discipline odontoiatriche consentono di eseguire trattamenti multidisciplinari complessi ottenendo ottimi risultati se la motivazione e la collaborazione del paziente è buona. Presso la nostra Università l’approccio multidisciplinare implantologo-ortodontista in casi di riabilitazione orale è ormai metodica ben codificata. Da una parte l’ortodonzia permette di posizionare i denti con asse adeguato nella posizione in cui le protesi su impianti potranno essere realizzate in condizioni ottimali e di migliorare la situazione parodontale ed estetica. Dall’altra, l’implantologia, rispettando una metodica rigorosa, permette l’economia dei tessuti dentali con risultati importanti ed affidabili a lungo termine. Scopo di questo lavoro è quello di evidenziare l’importanza assunta dalla collaborazione tra ortodontista e implantologo e di mettere in risalto l’importanza degli impianti endossei quali possibilità terapeutiche per il ripristino funzionale ed estetico del sistema stomatognatico. Il concetto di odontoiatria ha attraversato una lunga trasformazione negli ultimi decenni e i ruoli assunti dallo specialista si sono ampiamente espansi compiendo numerosi progressi. Si è assistito, inoltre, ad una crescente collaborazione tra le varie discipline e specialità dell’odontoiatria. In particolare, per quanto riguarda l’ortodonzia, l’odontoiatra generico si affida sempre di più alla collaborazione dell’ortodontista per fornire ad un maggior numero di pazienti forme di terapia più complete. In questo lavoro è stata analizzata una parte di problemi di riabilitazione che possono essere migliorati da una terapia ortodontica. La riabilitazione orale di casi clinici con elementi dentari mancanti può essere ottenuta con opportune terapie ortodontiche e successiva stabilizzazione e sostituzione degli elementi con tecniche riabilitative differenti. E’ necessario precisare che l’ortodonzia quale disciplina complemento di altre terapie odontoiatriche richiede un accordo preliminare fra protesista, implantologo, parodontologo e ortodontista circa il tipo e la dimensione degli spostamenti dentari previsti. Il trattamento ortodontico in questi casi prevede, tra i suoi obiettivi, la correzione di anomalie di posizione di denti singoli allo scopo di ottenere la chiusura, la riduzione o l’apertura degli spazi. Negli anni futuri sarà sempre più necessaria e frequente una collaborazione tra ortodontista e implantologo sia in termini di preparazione ortodontica all’intervento implantologico, come dimostrato nel caso clinico qui esposto, sia in termini di implantologia in aiuto all’ortodonzia. Alcuni Autori hanno infatti dimostrato la validità degli impianti osteointegrati quale ancoraggio massimo per finalità ortodontiche e ortopediche. Con il progresso tecnologico, è divenuto sempre più necessario che un esperto in una determinata branca odontoiatrica si consulti con l’esperienza di un altro collega esperto in un’altra. La collaborazione non è solo auspicabile, ma è divenuta obbligatoria se si vogliono fornire livelli più qualificati di terapia. Il rapporto dell’ortodontista con gli altri specialisti si pone, oggi sempre più spesso, non solo nel senso ovvio della collaborazione alla risoluzione dei problemi terapeutici specifici della propria disciplina, per i quali egli è interpellato in qualità di esperto, ma sempre più anche nel senso della competente collaborazione alla risoluzione diagnostica del caso. La corretta definizione della diagnosi avrà ovviamente conseguenze in ordine alla valutazione prognostica ed alla formulazione del più idoneo piano di trattamento.Pubblicazioni consigliate
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