Emergenza sanitaria e libertà di religione

Il lavoro, a distanza di qualche anno dall’emergenza sanitaria innescata dalla pandemia di Covid nel 2020, torna ad esaminare le politiche pubbliche di gestione della crisi con particolare riferimento al loro impatto su alcune forme di esercizio del diritto fondamentale di libertà di religione. In particolare, dopo un primo capitolo in cui è esaminata nel dettaglio la normativa emergenziale italiana, in particolare per ciò che concerne le limitazioni al libero esercizio del culto pubblico, quest’ultima è messa al confronto con quelle di due Paesi che, per varie ragioni, possono essere considerati utili elementi di comparazione per analizzare in maniera più approfondita anche quanto accaduto in Italia: Stati Uniti e Francia. Nel terzo capitolo (che rappresenta il “core” della ricerca), l’autore riprende quanto esposto nei primi due capitoli utilizzando come “lente” le norme fondamentali del diritto ecclesiastico, sotto forma di regole e principi che strutturano la trama della disciplina costituzionale del fattore religioso: in particolare, sono presi in considerazione il principio supremo di laicità e i suoi corollari costituiti dalla regola di distinzione degli ordini, dal principio pluralistico e da quello di bilateralità. Da ultimo, l’autore suggerisce alcune linee d’azione per il futuro, così che l’esperienza maturata con la pandemia del 2020-2021 non vada sprecata, orientandole sui punti cardine della solidarietà (verticale e orizzontale) e della leale collaborazione.