The article examines the ESG framework in light of the CRRD regulations and con- cludes that the sustainability paradigm has been construed by the European legisla- tor as an important tool to strengthen corporate governance in general, both for companies directly falling within the scope of the European sustainability regulations and for companies that, even if they are not subject to European sustainability regu- lations, do business with such companies (with consequent impacts on the “value chain” subject to disclosure), and (in a very pervasive manner) for banking institu- tions required to manage risks and select counterparts based also on ESG criteria. Credit institutions are indeed required to integrate ESG risks into their regular risk management framework (including risk appetite, internal controls, and the ICAAP process of regulatory capital adequacy assessment) and internal reporting frame- work, considering their role as potential factors in all traditional categories of finan- cial risks, including credit, market, operational, reputational, liquidity, business mod- el, and concentration risks. Banks are also required to implement risk management tools that also consider interaction with counterparties: meaning a pervasive assessment (and management) of ESG risks in both the “financial materiality” and “environmental and social materi- ality” perspectives. This aims at protecting stability and sound and prudent man- agement, with implications for the regulatory capital of credit institutions and the entire national economy (also considering the selection of “financeable” entities)

Il lavoro esamina le regole in materia di fattori ESG alla luce della CRRD per concludere che il paradigma della sostenibilità sia stato costruito dal legislatore europeo come un importante strumento per irrobustire la governance societaria a livello complessivo, sia per le società direttamente rientranti nell’ambito di applicazione della normativa europea sulla sostenibilità, sia per quelle che, pur non essendovi soggette, si interfacciano con le prime (e impattano sulla “catena del valore” oggetto di disclosure), sia (e in maniera molto pervasiva) per le società bancarie chiamate a contenere i rischi e a selezionare le controparti anche in base a criteri ESG. Gli enti creditizi sono infatti chiamati a integrare i rischi ESG nel loro regolare quadro di gestione del rischio (incluso il risk appetite, i controlli interni e il procedimento ICAAP di valutazione di adeguatezza del capitale regolamentare) e di reporting interno, considerando il loro ruolo come potenziali fattori di tutti le categorie tradizionali di rischi finanziari, inclusi i rischi di credito, di mercato, operativi, reputazionali, di liquidità, del modello di business e del rischio di concentrazione e implementando delle misure di gestione dei rischi che considerino anche l’interlocuzione con le controparti: cioè effettuando una pervasiva valutazione (e gestione) dei rischi ESG, nella duplice accezione della “materialità finanziaria” e della “materialità ambientale e sociale”, proprio in ottica di tutela della stabilità e della sana e prudente gestione, con riflessi sulla patrimonializzazione regolamentare degli enti creditizi e sull’intera economia nazionale (anche in considerazione della selezione dei soggetti “finanziabili”).

Il ruolo delle banche in ambito ESG alla luce della disciplina della CRRD = The role of banks in the ESG framework in light of the CRRD regulations / P. Manzoni. - In: IL NUOVO DIRITTO DELLE SOCIETÀ. - ISSN 2039-6880. - 22:8(2024), pp. 1228-1257.

Il ruolo delle banche in ambito ESG alla luce della disciplina della CRRD = The role of banks in the ESG framework in light of the CRRD regulations

P. Manzoni
2024

Abstract

The article examines the ESG framework in light of the CRRD regulations and con- cludes that the sustainability paradigm has been construed by the European legisla- tor as an important tool to strengthen corporate governance in general, both for companies directly falling within the scope of the European sustainability regulations and for companies that, even if they are not subject to European sustainability regu- lations, do business with such companies (with consequent impacts on the “value chain” subject to disclosure), and (in a very pervasive manner) for banking institu- tions required to manage risks and select counterparts based also on ESG criteria. Credit institutions are indeed required to integrate ESG risks into their regular risk management framework (including risk appetite, internal controls, and the ICAAP process of regulatory capital adequacy assessment) and internal reporting frame- work, considering their role as potential factors in all traditional categories of finan- cial risks, including credit, market, operational, reputational, liquidity, business mod- el, and concentration risks. Banks are also required to implement risk management tools that also consider interaction with counterparties: meaning a pervasive assessment (and management) of ESG risks in both the “financial materiality” and “environmental and social materi- ality” perspectives. This aims at protecting stability and sound and prudent man- agement, with implications for the regulatory capital of credit institutions and the entire national economy (also considering the selection of “financeable” entities)
Il lavoro esamina le regole in materia di fattori ESG alla luce della CRRD per concludere che il paradigma della sostenibilità sia stato costruito dal legislatore europeo come un importante strumento per irrobustire la governance societaria a livello complessivo, sia per le società direttamente rientranti nell’ambito di applicazione della normativa europea sulla sostenibilità, sia per quelle che, pur non essendovi soggette, si interfacciano con le prime (e impattano sulla “catena del valore” oggetto di disclosure), sia (e in maniera molto pervasiva) per le società bancarie chiamate a contenere i rischi e a selezionare le controparti anche in base a criteri ESG. Gli enti creditizi sono infatti chiamati a integrare i rischi ESG nel loro regolare quadro di gestione del rischio (incluso il risk appetite, i controlli interni e il procedimento ICAAP di valutazione di adeguatezza del capitale regolamentare) e di reporting interno, considerando il loro ruolo come potenziali fattori di tutti le categorie tradizionali di rischi finanziari, inclusi i rischi di credito, di mercato, operativi, reputazionali, di liquidità, del modello di business e del rischio di concentrazione e implementando delle misure di gestione dei rischi che considerino anche l’interlocuzione con le controparti: cioè effettuando una pervasiva valutazione (e gestione) dei rischi ESG, nella duplice accezione della “materialità finanziaria” e della “materialità ambientale e sociale”, proprio in ottica di tutela della stabilità e della sana e prudente gestione, con riflessi sulla patrimonializzazione regolamentare degli enti creditizi e sull’intera economia nazionale (anche in considerazione della selezione dei soggetti “finanziabili”).
Settore GIUR-02/A - Diritto commerciale
2024
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